Napoli e Inter, tutto in 90 minuti: fateci sentire il vostro ruggito

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Parliamoci chiaro: oggi vivremo la serata di Champions più importante fra le due. Senza nulla togliere agli impegni di Juve e Roma, in campo domani sera contro Young Boys e Viktoria Plzeň, ma i bianconeri sono virtualmente primi (difficile il sorpasso di Mourinho), mentre nessuno può schiodare i giallorossi dal secondo posto del Girone G, con il Real Madrid già matematicamente primo. Diverso, invece, è il caso di stasera: Inter e Napoli si giocano tutto in 90 minuti. E i nerazzurri, a differenza dei partenopei, non saranno gli unici artefici del proprio destino.

Una premessa doverosa va fatta: a fine agosto, dopo il sorteggio, avremmo messo la firma per arrivare a questa situazione, con il Napoli addirittura primo in classifica in un girone con Liverpool e PSG e con l’Inter a giocarsela fino all’ultimo istante con un Tottenham che, per forza di cose, ha ben altra caratura a livello europeo. Eppure, oggi ci ritroviamo dinanzi a un bivio, da un lato la gloria, con uno scenario da sogno con quattro italiane agli ottavi, dall’altro lo spettro di un burrone con le sembianze dell’Europa League, che sarebbe il più beffardo dei contentini.

Ad Anfield, contro la finalista della passata edizione di Champions, per il Napoli di Ancelotti sarà una prova di fuoco. Il tecnico partenopeo ieri è stato chiaro: “la torta c’è già, ora serve la ciliegina”. E come dargli torto. Questo Napoli finora è stato un orologio quasi perfetto, nonostante gli venissero spesso cambiati gli ingranaggi. E questa è la differenza principale tra Sarri e Ancelotti: cambiano gli interpreti, ma il Napoli è sempre bello e vincente. E peccato per quello 0-0 all’esordio a Belgrado, a quest’ora la truppa di Carletto sarebbe già agli ottavi.

Stasera, dunque, servirà il Napoli migliore, quello che al San Paolo annichilì proprio i Reds, vincendo però soltanto all’ultimo grazie al guizzo del suo uomo migliore, Insigne. Servirà un Napoli gagliardo: baricentro basso per lasciare meno spazio ai vari Salah e Mané, raddoppi di marcatura, sacrificio e tanto coraggio. Il centrocampo azzurro, poi, dovrà accettare la sfida, evitare di nascondersi, prendersi le proprie responsabilità e provare a innescare le punte, che non sono certo meno pericolose di quelle del Liverpool. Soltanto dopo, eventualmente, ci sarà tempo per i conti, perché al Napoli basta anche il pareggio e, se il Paris Saint-Germain non dovesse vincere a Belgrado, persino la sconfitta. Ma Ancelotti sa bene quanto sia pericoloso fare questi discorsi prima di scendere in campo.

A San Siro, invece, sarà la volta dell’Inter, dinanzi a 65 mila spettatori annunciati. Il PSV non fa così paura, anche se merita tutto il rispetto possibile (d’altronde a Eindhoven non fu una passeggiata), fanno più paura le notizie che inevitabilmente giungeranno dal Camp Nou, dove il Tottenham proverà a compiere l’impresa: violare la casa del Barça, qualcosa che non accade da oltre cinque anni in Europa (l’ultimo conquistatore fu il Bayern Monaco, era la Champions 2012/13). Di per sé, questo dato basta e avanza per tranquillizzare i tifosi nerazzurri, ma il Barcellona arriva all’appuntamento con un primo posto blindato e con Valverde che ha sì confermato che i blaugrana giocheranno per vincere, ma non ha escluso una rotazione nell’undici iniziale, anche perché alcuni big non sono al meglio e avrebbero bisogno di riposare.

All’Inter, dunque, occorre dare tutto e sperare. Mancherà Vecino, ma Nainggolan figura tra i convocati, anche se restano da capire quali siano le condizioni del Ninja, e se è in grado di scendere in campo dal primo minuto. Al di là degli interpreti, però, Spalletti e i suoi sono chiamati all’ennesima prova di maturità. Venerdì hanno perso contro la Juve, ma hanno superato la prova quantomeno dal punto di vista della prestazione. Ecco, oggi servirà la stessa intensità, ma magari più cattiveria e più cinismo sotto porta. Per questo, oltre al capitano Icardi, piacevole sorpresa nella sua nuova versione Champions League, servirà il miglior Perišić, finora vera delusione di questa prima metà di stagione. Vincere, dunque, e sperare di entrare nell’urna giusta lunedì prossimo a Nyon.

Francesco Cucinotta
Francesco Cucinotta
Sardo di origini sicule, ama il calcio dalle “notti magiche” di Italia ’90. Laureato in Comunicazione con una tesi sulla lingua del calcio e pubblicista dal 2010. Per anni inviato al seguito del Cagliari Calcio per Radio Sintony.

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