Senza Nadal ma con Federer e Djoković in prima linea. Torna la Laver Cup, di fronte Team Europe e Team World

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La gioia del Team Europe, l’esultanza di Federer, le lacrime di un affranto Kyrgios. Uno degli ultimi fotogrammi da Praga dove un anno fa si è tenuta la prima edizione della Laver Cup: un successo. La competizione organizzata dal campione elvetico ha scoperto nei suoi partecipanti emozioni che nemmeno loro credevano di poter provare in quello che era inizialmente un esperimento. In uno scontro tra due parti del mondo con anima ed identità sportiva parse già solide e cristalline all’O2 Arena. Cornice di pubblico galvanizzata da giocate di livello, Federer e Nadal dalla stessa parte della rete, una formula ed un regolamento che hanno tenuto vivo lo spettacolo fino all’ultimo punto del torneo. E dalla Repubblica Ceca ci si trasferisce a Chicago, con l’auspicio di un risultato analogo, pur con altri interpreti.

Le regole sono le stesse. Singolare e doppio, 2 set su 3 per gli incontri. Si aggiudica la coppa la squadra (composta da 6 membri) che totalizza 13 punti, in 3 giorni. Con una vittoria che aumenta progressivamente il suo valore dalla prima alla terza giornata. Un punto il 21, 3 nella sessione conclusiva di incontri, per incrementare coefficiente di ribaltamento e spettacolarità. Ingredienti che l’anno scorso si sono rivelati assolutamente vincenti. Cambiano molti dei protagonisti, dicevamo, non i condottieri. Nel Team Europe, capitanato da Bjon Borg e stavolta ospite della manifestazione, ci sarà inevitabilmente Roger Federer, con tanta voglia di ammaliare e di cancellare le scottature di Wimbledon e Us Open. Fuori Rafa Nadal, che salterà per i fastidi al ginocchio anche Pechino e Shangai. Dentro l’uomo del momento, Novak Djokovic, che in America, dove ha appena trionfato a Flushing Meadows, farà le prove generali per l’assalto alla prima posizione del ranking, primato che lo spagnolo, invece, rischia di perdere a causa del risposo forzato. Dell’ultima edizione del torneo intitolato alla leggenda australiana l’unico superstite insieme all’organizzatore è Alexander Zverev. Poi tutti nuovi: Dimitrov, Goffin, Edmund e Chardy come riserva.

Il Team World di John Mc Enroe invece schiererà Schwartzman, il neo papà Isner, Anderson, Kyrgios, Sock, Tiafoe e Jarry “in panchina”. Tante storie ed altrettante occasioni di riscatto o di conferma nella vetrina dell’Illinois. Out Del Potro, a riposo dopo l’estenuante Us Open, dove l’avevamo visto piuttosto a corto di fiato nell’ultimo atto. Perde tanto il raggruppamento di casa senza la torre di Tandil: il talento maggiore è dunque quello dell’australiano al centro dei dibattiti per il caso Lahyani; c’è la solidità di Anderson, due finali slam in 12 mesi, si punterà anche sulla voglia di riemergere di Jack Sock che, ad un anno dalla sua esplosione, entrerà nello United Center con mesi difficili alle spalle e molta voglia di ri-stupire. Nel teatro che ha visto le imprese di Michael Jordan, palcoscenico abituato ad un certo menu, difficile da replicare. Nel tempio dei Chicago Bulls si tenterà una strada diversa da schiacciate e canestri all’ultimo secondo, un percorso che già nella sua prima edizione ha determinato una forte imposizione nel mondo tennistico, facendo tremare altre competizioni ed altre idee. Chissà quanto tremerà ( di emozioni) stavolta il pubblico statunitense che vedrà Tiafoe e Dimitrov aprire le danze, prima di Edmund-Sock e dell’interessantissimo scontro di doppio tra Federer/Djokovic e Anderson/Sock, match clou della prima giornata e forse dell’intero torneo. Con l’americano che scenderà in campo poco dopo il singolare per affrontare, insieme al sudafricano finalista di Wimbledon, un coppia inedita ma temibilissima e sicuramente dall’alto tasso di talento. Chissà come si comporteranno dalla stessa parte della rete Nole e Roger, avversari che in carriera si sono affrontati 46 volte.

L’abbiamo visto nello slam newyorkese, che tipo di cornice presentano i tornei negli States Probabile che gli spettatori della Laver, in cerca di spettacolo e lontani miglia e miglia dalle tribune dell’All England Cub, saranno ancora più elettrici. Soprattutto visto che si profilano incroci molto particolari.

Marco Vassallo
Marco Vassallo
Giornalista appassionato di sport, calcio e tennis su tutti. La passione quindi, poi la voglia di raccontare le storie, le emozioni, sempre protagoniste accanto ai numeri e ai grandi risultati sportivi

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