Russia 2018 – L’Argentina sbatte sull’Islanda, a Mosca finisce 1-1

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ARGENTINA-ISLANDA 1-1

19′ Agüero (A), 24′ Finnbogason (I)


ARGENTINA
(4-2-3-1) 
23 Caballero
18 Salvio
17 Otamendi
16 Rojo
3 Tagliafico
7 Banega
14 Mascherano
9 Higuaín
10 Messi
22 Pavón
19 Agüero
All. Sampaoli
ISLANDA
(4-4-1-1)
1 Halldórsson
2 Sævarsson
14 Árnason
6 R. Sigurðsson
18 Magnússon
19 Gíslason
23 A. Skúlason
20 Hallfreðsson
8 B. Bjarnason
10 G. Sigurðsson
9 Sigurðarson
All. Hallgrímsson

Nella terza giornata di gare dei Mondiali di Russia, a Mosca comincia l’avventura iridata di Argentina e Islanda che inaugurano il girone D; se l’Argentina tutta spera che Messi porta finalmente condurre l’Albiceleste sul trono del Mondo, l’Islanda vive invece la sua prima storica esperienza Mondiale, che giunge dopo l’ottimo Europeo disputato nel 2016 in Francia. Al fischio finale, a sorridere sono i nord europei: subito sotto per la rete di Agüero l’Islanda trova il pari con Finnbogason, e grazie a un’eccellente fase difensiva preserva un 1-1 che regala ai ragazzi di Hallgrímsson un esordio Mondiale da incorniciare, anche in virtù del rigore fallito da Messi. 

Le primissime battute di gioco seguono un copione che non si snocciola su ritmi troppo frenetici, e che vedono i sudamericani attentare per primi alla porta avversaria con un tentativo di Tagliafico di testa; l’Islanda, comunque, sembra approcciare bene il suo primo Campionato del Mondo. Il brivido corso scuote l’Islanda, che al 9′ si divora una chance colossale: Rojo e Caballero confezionano un rinvio disastroso, recupera il pallone l’Islanda che arma il destro di Bjarnason che però all’altezza dell’area piccola ciabatta malamente sul fondo. Il primo squillo di Messi al Campionato del Mondo arriva al minuto 17: il 10 dell’Albiceleste salta secco Hallfreðsson, e dal limite dell’area chiama all’intervento con i pugni un attento Halldórsson. Pochi minuti, e il gol dell’Argentina arriva: Rojo prova un estemporaneo tiro dai trenta metri, che in area di rigore però è intercettato da Agüero, che brucia Sigurðsson e infila sotto l’angolino sinistro il vantaggio dell’Albiceleste. Nemmeno il tempo di esultare, e l’Islanda arriva al pari: Caballero, ancora disastroso in uscita, genera una possibilità che porta al cross di Guðmundsson che trova dopo la smanacciata proprio di Caballero il tap-in vincente di Finnbogason. Dopo il botta e risposta il copione della gara si srotola lungo la trama di un copione piacevole ma privo di nitide occasioni, con l’Argentina che pur provandoci crea poche occasioni nitide da rete, e l’Islanda che si difende con giudizio, senza disegnare delle insidiose ripartenze. Nello scorcio finale di gara l’Argentina chiude l’Islanda nella propria metà campo, sfruttando la spinta di un Salvio ispirato; l’occasionissima nel finale però capita sui piedi di Sigurðsson, che dopo una bella combinazione islandese da posizione defilata prova a piazzare all’angolino ma trova la smanacciata di Caballero. All’intervallo, si va sull’1-1.

Priva di timori reverenziali, come già evidenziatosi nella prima frazione, l’Islanda si fa preferire all’Argentina in apertura di ripresa, con Bjarnason e Sigurðsson a far sudare freddo i ragazzi di Sampaoli. Messi prova a prendersi sulle spalle l’Albiceleste, ma nonostante la volenterosa cooperazione di Agüero non è invece supportato da Di María e Meza, che consentono quindi all’arcigna fase difensiva scandinava di arginare il numero 10 dell’Argentina e del Barcellona costretto spesso a cercare lo spunto solitario. Proprio Messi al 63′ è protagonista dell’episodio che rischia di ridare il vantaggio all’Argentina, nel bene e nel male: sua la geniale verticalizzazione per l’inserimento di Meza steso da Magnússon in area, come del numero 10 dell’Argentina è però la pessima esecuzione del rigore che ne consegue, con Halldórsson che si distende alla sua sinistra e nega al folletto argentino il gol del 2-1. Più di pancia che con la testa, dopo aver fallito il rigore l’Argentina spinge con furore in avanti, facendo barcollare la terza linea islandese che però mostra una straordinaria tenuta, preservando la porta di Halldórsson dalle bocche di fuoco di Sampaoli. Gli inserimenti di Banega e Pavón (per un impalpabile Di María) da nuova linfa agli attacchi dell’Albiceleste: al 79′ sembra fatta per i sudamericani con Mascherano che mette Messi davanti alla porta, ma è prodigiosa la chiusura di Sævarsson che si limita a concedere un corner. Incapace di riproporsi in ripartenza, l’Islanda passa pericolosamente l’ultimo quarto di gara nella propria metà campo, con Sampaoli che in vista del forcing finale inserisce Higuaín al posto di Meza per dare ulteriore peso all’attacco argentino. Nel finale di gara, caratterizzato dal forcing senza logica dell’Argentina, Messi e Pavón provano ad accendere la luce, senza però fortuna; a dieci secondi dalla fine Messi calcia sulla barriera l’ultima punizione della gara. Finisce 1-1 a Mosca, con l’Argentina che inaugura con il piede sbagliato il proprio Mondiale e l’Islanda che, con una ottima prova di squadra, si regala un punto da sogno alla sua prima in una rassegna iridata.

ARGENTINA-ISLANDA 1-1 (0-0)

Argentina (4-2-3-1): Caballero 5; Salvio 6.5, Otamendi 6, Rojo 5, Tagliafico 6; Biglia 5 (54′ Banega 5.5), Mascherano 6; Meza 5.5 (84′ Higuaín sv), Messi 5.5, Di María 5 (75′ Pavón 6); Agüero 6.5. A disp.: Guzmán, Caballero, Ansaldi, Mercado, Fazio, Acuña, Enzo Pérez, Salvio, Lo Celso, Dybala. All.: Sampaoli 5.
Islanda (4-4-1-1): Halldórsson 8; Sævarsson 7, Árnason 7, R. Sigurðsson 6, Magnússon 5.5; J. Guðmundsson 6 (64′ Gíslason 5.5), Gunnarsson 7 (76′ A. Skúlason sv), Hallfreðsson 7, B. Bjarnason 6.5; G. Sigurðsson 5.5; Finnbogason 7 (89′ Sigurðarson sv). A disp.: Schram, Rúnarsson, Friðjónsson, Ingason, Eyjólfsson, A. Guðmundsson, O. Skúlason, Traustason, Böðvarsson. All.: Hallgrímsson 6.5.

Arbitro: Marciniak (Polonia).
Marcatori: 19′ Agüero (A), 24′ Finnbogason (I)
Note – Ammoniti: -. Espulso: -.

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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