Cesare Albè e la Giana Erminio, una storia d’amore lunga 23 anni… e non è finita

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Dopo ventitré stagioni consecutive sulla panchina della Giana Erminio, Cesare Albè lascia la guida della Prima Squadra per assumere il ruolo di vice-presidente con delega all’area tecnica, un’intera vita in pratica dedicata alla squadra della città di Gorgonzola tra Promozione, Eccellenza, l’amarezza delle retrocessioni e il tripudio dell’ascesa fino alla Serie C.

Difficile sintetizzare quanto sia stato importante un tecnico come lui per le sorti della Giana, in collaborazione e, perché no, in complicità con il presidente Oreste Bamonte, patron della Giana Erminio dal 1985. Un caso più unico che raro in un mondo, quello del calcio, che non sa aspettare e nel quale risultati, classifica e parole di troppo pronunciate in momenti particolari di rabbia o delusione, stritolano qualsiasi rapporto professionale e amicale. Il testimone passa a Raul Bertarelli, vice allenatore da quando la Giana Erminio milita nella Lega Calcio Professionistico.

Queste le parole del tecnico: Tutto comincia e tutto ha termine – è l’esordio di Cesare Albè, vice presidente della Giana Erminio – gli ultimi anni sono stati un po’ pesanti per me, a causa dell’età che porta con sé qualche problema e che induce a fare delle scelte. Tuttavia, sono contento perché l’allenatore designato è sempre stato Bertarelli, perché è un’ottima persona e nonostante sia così giovane ha un gran buon senso. Era doveroso, perché in questi anni ha lavorato benissimo, sempre meglio e in crescendo. Il resto non sono altro che ringraziamenti. Nasco come allenatore a 30 anni, una vita fa, su richiesta di un amico all’oratorio di Cassano d’Adda. Quando la mia famiglia è cresciuta e pensavo di smettere, il presidente della Giana, Oreste Bamonte, ha insistito talmente tanto nel farmi venire, che da allora sono ancora qui. Devo ringraziarlo anche per la carica importante che mi ha dato adesso, per la grande considerazione che ha avuto per me in questi anni, ma devo ringraziare tutti i collaboratori che mi hanno supportato in questi anni e che mi hanno regalato il sogno di fare l’allenatore senza essere mai esonerato, nonostante ci fossero state mille occasioni. Devo ringraziare tutti i giocatori che ho avuto, dall’oratorio con la Pierino Ghezzi in avanti e devo scusarmi con loro se in questi anni non sono riuscito a toccare gli argomenti giusti e se c’è stato qualche problema tra noi, se talvolta ho dato i numeri, se ho sbagliato. L’aspetto tecnico al quale mi affaccio oggi è quello che mi interessa di più, ma non voglio dimenticare tutta la strada fatta per arrivare fin qui, perché da tutti coloro che ho incontrato ho ricevuto molto di più di quello che ho dato. Spero che altri presidenti abbiano la stessa pazienza che Bamonte ha avuto con me, auguro a tutti coloro che fanno il mio lavoro, a Bertarelli in primis, di trovare persone come quelle che ho incontrato io, che li aiutino a crescere e abbiano la pazienza giusta nel sopportare”.

Da parte nostra, che amiamo il calcio di provincia e le storie che fanno ancora innamorare di questo splendido sport, il nostro più sincero saluto a un tecnico che ha la nostra totale e immensa stima.

Antonio Ioppolo
Antonio Ioppolo
Giornalista, appassionato di storia, letteratura, calcio e mediani: quegli “omini invisibili” che rendono imbattibile una squadra. Il numero 8 come fisolofia di vita: grinta, equilibrio, altruismo e licenza del gol.

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