De Boer, ora arriva il momento del riscatto: al Crystal Palace per dimenticare l’Inter

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Ha aspettato per tanti mesi questo momento e ora, finalmente, anche Frank de Boer può ripartire con un nuovo progetto. È stato l’annuncio nella conferenza stampa di ieri del Crystal Palace ad aver messo definitivamente fine a un periodo lungo e pieno di amarezza per il tecnico olandese, stretto nella morsa dei ricordi, dei dubbi e del rammarico di quella breve e sfortunata avventura all’Inter. L’occasione persa per fare il grande salto di qualità nella propria carriera.

Ma l’ex tecnico dell’Ajax ha voluto aspettare: bisognava prima smaltire la delusione, capire gli errori e poi ripartire con un progetto nuovo, credibile, capace di offrirgli tutte le garanzie necessarie per lavorare bene. Ha scelto il Crystal Palace, alla disperata ricerca di un degno sostituto di Allardyce andato (forse solo momentaneamente, chissà) in pensione per non mandare all’aria quanto di buono fatto soprattutto nel finale della scorsa stagione. Una decisione coraggiosa, perché de Boer ha accettato di fare un passo indietro e ripartire in una medio-piccola, una squadra molto “inglese” nel gioco e arricchita in termini di qualità da nomi di spicco come quelli di Benteke, Cabaye e Zaha: si vede anche in questo l’umiltà di chi sa di non aver fatto bene e che bisogna ancora dimostrare qualcosa in più prima di poter sedere su una panchina pesante con la giusta maturità.

Al Crystal Palace, dunque, la prima cosa da cambiare in maniera considerevole sarà il gioco, con l’obiettivo di trovare il giusto punto d’incontro tra le caratteristiche della rosa dei Glaziers e la filosofia di de Boer. A partire dal possesso palla: l’olandese, da sempre amante del pressing molto alto, del gioco palla a terra e del controllo della gara (nell’Ajax del suo ultimo anno, per esempio, il possesso era pari al 60%), dovrà insegnare le sue tattiche a una squadra che con Pardew e Allardyce aveva appena la media del 45% di possesso, abituata spesso a giocare con lanci lunghi per la torre Benteke. Un punto, questo del possesso palla, su cui l’ex Inter e Ajax dovrà dimostrare di essere maturato: già al termine della sua esperienza in Olanda, non erano mancate le critiche al suo gioco, poco pratico e quasi diretto solo a conquistare la miglior percentuale di possesso. A Selhurst Park sarà impensabile affidarsi solo al bel gioco, soprattutto senza avere i giusti interpreti: la cattiveria sotto porta sarà fondamentale per non far affondare la sua squadra e complicare sin da subito la situazione come accaduto in Italia.

L’altro punto forte, emerso soprattutto ai tempi dell’Ajax, che ha caratterizzato la carriera e il curriculum di de Boer è la straordinaria capacità di far crescere e lanciare futuri campioni. Vertonghen, Eriksen, Alderweireld, Milik, Blind, Cillessen, Klaassen: sono solo alcuni dei giovani diventati ottimi professionisti sotto la sua ala. Una prospettiva particolarmente interessante per il Crystal Palace, nella cui “academy” sono cresciuti in questi anni giocatori come Zaha, Moses e Clyne; ma soprattutto per il presidente Parish che, come ha osservato in queste ore anche Sky Sports UK, non ha mai nascosto il desiderio di vedere in prima squadra giovani cresciuti nel proprio settore giovanile. Chi, allora, meglio di de Boer per provare a creare una generazione di nuovi talenti in maglia rossoblù e dare il via a un progetto anche di lungo termine con un tecnico rimasto per 6 anni di fila alla guida della stessa squadra?

Buona fortuna, allora, a de Boer: servirà anche quella, oltre alla pazienza, per vincere in un ambiente con caratteristiche così diverse dalle sue. Ma rimettersi in gioco, stavolta, è indispensabile per salvare la propria carriera e rendere soltanto una brutta parentesi gli 85 giorni sulla panchina dell’Inter.

 

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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