“Pasqua a Pechino”, è stato un derby super. Juve, uovo-regalo dalla Roma

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Non so voi, ma io, in questa Pasqua, mi sono scervellato fra due temi ben distinti fra di loro: ma è più importante l’allungo della Juve sulla Roma, o Berlusconi che, dopo il (sudatissimo) closing, fa un coming-out vegetariano e allatta un agnellino? Per quanto interessato alle vicende pasquali di Fiocco di Neve e fratellini, ed essendomi ricordato che il nome del sito è “MondoSportivo”, ho messo da parte le implicazioni politiche e sociali di uno shooting fotografico sui prati e mi sono buttato a capofitto sul campionato di Serie A.

Lo strapotere della Juve è, ormai, disarmante: al di là di tutte le simpatie e le antipatie che i bianconeri si portano dietro, credo, dalla loro stessa fondazione, noi tutti amanti del calcio moderno dobbiamo riconoscere che, i bianconeri, sono stati i primi a creare una società intorno alla squadra e che, con il termine società, non intendo un semplice insieme di persone che hanno scelto il calcio per dimostrare il loro strapotere economico, ma hanno investito in questo sport per prestigio, certo, ma soprattutto business. La Juventus è una società strutturata e con le idee molto chiare: vincere tutto, senza se e senza ma. Lo abbiamo visto anche sabato contro il Pescara: Allegri poteva benissimo schierare le seconde linee, o una squadra un po’ rimaneggiata in vista degli impegni europei. Così non ha fatto e, anzi, questa doppietta ha dato a Higuain un po’ di fiducia in più in vista della trasferta europea contro il Barcellona: Chiellini ha detto che “l’importante è non prendere gol”, ma credo che al Camp Nou i bianconeri affronteranno i catalani con atteggiamento si difensivista, ma comunque a viso aperto.

I temi “di casa nostra” sono i più importanti e, secondo me, merita ampio spazio il pareggio della Roma: non tanto perché il Napoli, con la netta vittoria contro l’Udinese, si trova ora a soli due punti dai giallorossi, ma perché in questa giornata sono seriamente svanite le (flebili) possibilità di vedere ancora aperto il campionato. Con il pareggio contro l’Atalanta, squadra ostica e che non si tira mai indietro (Gasperini docet), la Juve ha allungato in maniera importante sul plotone delle inseguitrici, avvicinandosi sempre di più all’ennesimo scudetto da mettere in bacheca. Peccato, perché al di là delle valutazioni dettate dalla propria fede (vedi il paragrafo precedente), il Campionato di Serie A rischia di perdere interesse e competitività: la soluzione a tutto questo? Torna al paragrafo precedente: le società di calcio devono diventare, in primis, società vere e proprie.
Da questo punto di vista, potrebbero aiutare il capitale (e la mentalità) cinese: a San Siro si è visto spettacolo puro, come non capitava da diversi anni. Dire che, questa mini-remuntada rossonera, è frutto del closing settimanale, sarebbe una bugia bella e buona: l’ambiente in Casa Milan si è mosso, vero, ma i frutti del lavoro della nuova dirigenza si vedranno solo tra un (bel) po’ di tempo. A tal proposito, aspettiamoci grandi colpi da parte dell’Inter nel corso di questa estate perché, il calciomercato, si preannuncia bollente. Stampiamo a lettere cubitali e ricordiamoci che i “cinesi” che hanno acquistato Milan e Inter ci possono fare un sacco ridere quanto, con italiano stentato, gridano “Fozza Inda” e “Fozza Mila”, ma hanno spirito imprenditoriale e idee in testa ben precise: qualità che, purtroppo, mancano a tanti, forse troppi imprenditori nostrani del calcio.

Per ora, in questa prima pasqua con l’uovo cinese, abbiamo trovato un bel regalo: un derby degno della Scala del calcio. La vera domanda, a questo punto, è un’altra: chissà se a Pechino, in questi giorni, si mangia l’agnello…

Alessandro Spigno
Alessandro Spigno
Classe 1992 e anima genovese (ma non tirchia): dopo anni spesi, taccuino alla mano, in umidi campi del calcio dilettantistico ligure, il trasferimento a Milano. Passato nella scuderia di Sportitalia, ora vesto la maglia della Lega Pallavolo Serie A Femminile e, per gentile concessione, quella di MondoSportivo.

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  Qualcuno, che io reputo saggio, ha affermato che non sei più ragazzo quando inizia a giocare il primo calciatore più giovane di te. Ricordo perfettamente...
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