Lega Pro, il punto sulle siciliane

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Quando ormai manca poco alla conclusione del girone di andata di Lega Pro, è doveroso iniziare a tirare le prime somme per le squadre siciliane. Akragas, Catania, Messina e Siracusa non stanno certamente interpretando il ruolo di protagoniste, ma differente, a seconda delle ambizioni, è il modo nel quale ci si tormenta e ci si dimena settimanalmente tra sterili polemiche e atteggiamenti alla “Tafazzi”, quel simpatico e saltellante personaggio interpretato da Giacomo Poretti, vestito di calzamaglia e sospensorio bianco, che prova piacere a colpirsi le parti intime con una bottiglia di plastica.

Se la vetta è lontana, l’obiettivo minimo, per chi ha ambizioni maggiori, non può che essere il fatidico decimo posto, ma per come vanno le cose non è da disdegnare, allo stato attuale,  il raggiungimento di una tranquilla salvezza persino per le più blasonate. Poi, la sessione invernale di calciomercato farà il resto e darà la possibilità a tutti di correre ai ripari.

Il Siracusa di Andrea Sottil, dopo un impatto traumatico con la categoria (4 sconfitte e tre pareggi), è riuscito a compiere il salto di qualità e a inanellare tre successi nelle ultime quattro giornate. È una squadra nettamente in crescita che unisce all’entusiasmo dei giovani come Brumat, Dentice, Cassini e Valente la grande esperienza di professionisti come Marco Turati e Davide Baiocco. L’umore dei tifosi è molto buono e ciò non può che far bene a tutto l’ambiente, soprattutto dopo lo splendido successo contro il Cosenza in quella che, come ammesso da Sottil stesso, è stata la migliore prestazione stagionale dei suoi e della altrettanto migliore interpretazione della fase difensiva. Del resto, come potrebbe essere il contrario vista e letta la sua tesi “Princìpi di tattica individuale del difensore“? Gli aretusei affronteranno nelle prossime quattro gare Catanzaro e Catania in casa e Paganese e Virtus Francavilla in trasferta: l’obiettivo è, naturalmente, quello di arrivare con più punti possibili al giro di boa.

Il Catania è ancòra una sorta di bella incompiuta che si barcamena tra gli antichi fasti e quel senso di “nobiltà” che poco si confà con un campionato come la Lega Pro nel quale la cattiva figura è sempre dietro l’angolo. È vero: tante sono state le cattive prestazioni e il tecnico Pino Rigoli è sempre al centro delle critiche in una città e in un ambiente abituati a calcare palcoscenici più prestigiosi. Eppure, a volte ci si dimentica di fare alcune considerazioni: innanzitutto, se il Catania non avesse quel -7 nella casella dei punti di penalizzazione si troverebbe al quinto posto proprio dietro le cosiddette quattro grandi sorelle che da tutti sono date a pieno titolo come favorite indiscusse; in secundis, che gli etnei hanno subìto solo due sconfitte. Una in più di Lecce e Foggia e una in meno della Juve Stabia. A conti fatti, il male del Catania sono stati i troppi pareggi ma, a volte, quando non si può vincere è meglio non perdere. La squadra è viva e non è possibile dimenticare le vittorie contro Lecce, Messina e la fantastica rimonta contro la Paganese. Cosenza e Siracusa fuori e Monopoli e Casertana al “Massimino” le prossime avversarie.

Capitolo Messina, l’unica delle quattro ad avere avuto guide tecniche differenti: Bertotto (andato via una settimana prima dell’inizio del campionato), Marra e Cristiano Lucarelli (in panchina dalla 10/a giornata) ed è su quest’ultima fase che bisogna concentrarsi; il passato è passato, non può essere cambiato e non vale la pena rimuginarci sopra. Partiamo dai risultati: da quando il livornese è a Messina, la squadra ha raccolto in campionato una vittoria e cinque pareggi. Al di là dei punti conquistati, Lucarelli ha compiuto un vero e proprio miracolo, riconsegnando alla città una squadra con un’anima, un cuore e un’impronta ben precisa. Un professionista che è arrivato a Messina col sorriso e con l’entusiasmo, ma che ho trovato cupo in volto dopo la partita con l’Unicusano Fondi. Non so se lo fosse perché deluso dopo avere assaporato la vittoria o per via delle dure parole rivolte ai giornalisti rei, secondo lui, di far trapelare alcune notizie (come gli infortuni e gli acciacchi) e rei, soprattutto, di criticare in maniera eccessiva la squadra (vedi sconfitta a Taranto in Coppa Italia). Fermo restando che il diritto di cronaca e di opinione non è alienabile, risuonano veementi e glaciali le sue parole: “Ma il Messina lo amate o no?”. Mister, non perda l’entusiasmo: il suo Messina può raggiungere la salvezza e forse qualcosa in più grazie al carattere e alla determinazione che la contraddistinguono. Le partite con Melfi, Lecce, Cosenza e Vibonese potrebbero segnare la svolta tanto attesa.

Infine, ma non per ordine d’importanza, l’Akragas di Raffaele Di Napoli. In piena crisi societaria (il presidente del consiglio d’amministrazione Silvio Alessi ha minacciato le dimissioni e il socio di maggioranza Marcello Giavarini, proprietario di circa il 90% del pacchetto di quote dell’Akragas, si è detto disposto a cedere le quote) e di risultati, ad Agrigento non si respira una buona aria. A tal proposito, ho raggiunto telefonicamente l’Amministratore delegato della società Peppino Tirri: “Per quanto riguarda i risultati, sapevamo fin dall’inizio che, essendo una squadra molto giovane, avremmo dovuto sudarli e soffrirli a uno a uno. Del resto, la squadra è stata fatta rispettando le disponibilità economiche e al momento ci mancano i risultati, ma sono altresì convinto che l’Akragas si possa salvare tranquillamente. Per quanto riguarda la situazione societaria, l’azionista di maggioranza si è defilato: era l’unico finanziatore del club e, tra l’altro, vivendo in Bulgaria, ha trovato quelle difficoltà tipiche del Sud Italia. In ogni caso, ha tenuto in vita l’Akragas per due anni e bisogna ringraziarlo per questo; infatti, non mi risulta ci siano stati altri imprenditori interessati. Adesso, mi hanno dato incarico di comporre una maggioranza diversa, di trovare altri soci e sono impegnato a far sì che ciò accada“. La vittoria manca da settembre e i Giganti non vanno oltre il punticino quando le cose vanno bene; del resto, è la squadra che ha fatto registrare più pareggi nell’intero panorama della Lega Pro. L’auspicio, naturalmente, è quello di ritrovare la serenità e l’equilibrio di inizio stagione e di mettere in cascina quanti più punti possibili fin dalle prossime uscite contro Casertana, Cosenza, Juve Stabia e Monopoli.

Antonio Ioppolo
Antonio Ioppolo
Giornalista, appassionato di storia, letteratura, calcio e mediani: quegli “omini invisibili” che rendono imbattibile una squadra. Il numero 8 come fisolofia di vita: grinta, equilibrio, altruismo e licenza del gol.

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