Allsvenskan: le ultime emozioni

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In attesa dei posticipi serali del lunedì (su tutte Göteborg-AIK), proviamo a commentare la grande sorpresa di questo fine settimana, che ha visto il Malmö capolista sconfitto in casa, nettamente (0-3) dall’Östersund. La contemporanea, scontata sulla carta, ma ottenuta con difficoltà sul terreno di gioco, vittoria del Norrköping, in casa, contro il Falkenbergs, ha così (almeno matematicamente) riaperto la corsa al titolo.

Intendiamoci: un conto è la matematica, un altro la logica. La capolista mantiene 4 lunghezze di vantaggio, con tre partite da giocare, tutte ampiamente alla sua portata. Certo che, ieri, davanti a 20.000 tifosi increduli, gli Himmelsblått hanno messo in scena davvero una pessima recita. Gli avversari, che si candidano a diventare la miglior squadra esordiente in Allsvenskan da quando esiste la formula attuale (2008), sono andati in rete la prima volta al 37′:  percussione di Dyer, incontrastata, sulla fascia sinistra, cross al centro sul secondo palo, dove un liberissimo Ghoddos, di testa, ha messo alle spalle di Wiland: 0-1.

Nella ripresa, ci si aspettava la reazione biancoceleste. Invece, al 51′, è arrivato il raddoppio ospite, con Bachirou, che è andato a segno dopo un’altra percussione da sinistra e uno scambio stretto con Ghoddos, concluso dallo stesso centrocampista di colore con una fiondata imparabile, che si è insaccata sull’angolo opposto. All’87’, è stato ancora Ghoddos ad andare a segno: l’attaccante ha vinto un contrasto a centrocampo e, giunto incontrastato al limite, ha mirato l’angolo lontano. Tiro non irresistibile, per la verità. Ma il portiere della capolista si è buttato in ritardo, finendo trafitto per la terza volta.

Cosa è mancato, al Malmö? La grinta per voler chiudere. O, meglio ancora, la sensazione di avere già chiuso. Berget era assente, così come Rosenberg e Christianssen (loro infortunati): la scorsa settimana, diffidato, era stato ammonito. Un caso? No, un’ammonizione cercata, secondo Robert Laul. Il cronista sportivo svedese ha infatti rivelato che il centrocampista offensivo degli Himmelsblått, sabato sera, si trovava a Göteborg per partecipare al concorso “La più bella barba di Svezia.” Pausa meritata, intendiamoci. Ma la dice lunga sullo spirito con il quale il Malmö, ieri, è sceso in campo.

Anche a Norrköping l’aria era dimessa: solo 5700 spettatori presenti, e ospiti in vantaggio per primi, grazie a una topica difensiva dei campioni di Svezia, che ha messo, al 28′, Karlsson in condizione di andare a segno, con un bel destro incrociato sul palo opposto. Il pareggio, per i campioni di Svezia, è arrivato, con Wahlqvist, 8′ dopo, grazie a una stupenda fiondata di sinistro, che si è infilata all’incrocio dei pali. Il gol della vittoria, per i Peking, è arrivato solo all’85’, dopo numerose occasioni fallite, per scarsa concentrazione e stanchezza: cross di Sjölund dalla destra, che ha pescato Andersson tutto solo, al limite dell’area piccola: più difficile sbagliare che segnare, in questo caso. Ma la sensazione è stata che i primi a non credere all’aggancio siano proprio gli inseguitori.

Vedremo, stasera, cosa sarà capace di fare l’AIK sul sempre difficile campo del Göteborg, per quello che, da sempre, è considerato il Clásico svedese. Però, considerato che il Malmö dovrà giocare con le ormai retrocesse Falkenbergs e Gefle, oltre che in casa con l’Hammarby all’ultima giornata, è davvero difficile pensare che possa fallire. Insomma, il titolo svedese resta, per ora, in cassaforte. Però, mercoledì sara vietatissimo sbagliare. Il Falkenbergs, quest’anno, in casa ha vinto una sola partita; quella con il Norrköping, questa primavera. Logico che la squadra, oramai retrocessa, possa giocare in tranquillità. Kuhn, mercoledì, dovrà restituire tranquillità ai suoi ragazzi: i biancocelesti avranno, davvero, tutto da perdere.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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