Mondiali Under 20 2015: la TOP 11 del torneo

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I Mondiali Under 20 2015 sono volti al termine, incoronando la Serbia campione del mondo. Per i balcanici era la prima partecipazione da stato indipendente, ma hanno stupito fin da subito per esperienza, solidità, organizzazione di gioco e per la loro capacità di tenere i nervi saldi e saper approfittare degli errori avversari. Caratteristiche non sempre presenti nelle compagini giovanili che hanno preso parte al torneo, in primis il Brasile: una squadra da cui ci si aspettava un salto di qualità e un diverso cinismo, nonostante il secondo posto ottenuto. Altre grandi sorprese sono arrivate dalle africane meno quotate, ovvero il fantasioso Mali e l’anarchico Senegal, rispettivamente terzo e quarto.

I calciatori sono stati schierati in un 4-2-3-1, nettamente il modulo che è andato per la maggiore in questi Mondiali Under 20, con relativa panchina per darvi ulteriori nomi degni di nota. Ecco quindi i giocatori che, secondo noi, hanno meglio giocato questi Mondiali Under 20:

 

Portiere: Predrag Rajković (Serbia) – Classe 1995 e sicurezza da veterano. Non poteva che essere così per un diciannovenne titolare fisso (28 partite) e vice-capitano di una delle squadre più storiche e titolate d’Europa, la Stella Rossa. Padrone dell’area di rigore, questo futuro sergente di ferro ha sfoggiato agilità e riflessi, lasciando spazio a pochissime sbavature; ma soprattutto ha capitanato i suoi verso un trionfo che è in parte merito suo.

Terzino destro: Milan Gajić (Serbia) – Laterale difensivo di grande spinta, Gajić ha recitato una parte da assoluto protagonista in questi Mondiali Under 20. Molto solido in ripiegamento, nonostante nel club giochi spesso a centrocampo, ha sempre accompagnato le azioni offensive dei suoi, mostrando una buona capacità di smistamento e un gran tiro (quel campanile che ha baciato la traversa contro il Mali è da vedere e rivedere). Titolare dell’OFK Belgrado, desterà numerosi appetiti.

Difensore centraleCameron Carter-Vickers (USA) – Largo ai giovani in tutti i sensi, se si pensa che il talentuoso centrale statunitense nasce il 31 dicembre del 1997. Eppure, questo “liceale” già preda del Tottenham è stato uno dei difensori più solidi e completi visti in Nuova Zelanda. Inglese di nascita, Carter-Vickers ha ben duettato col più esperto Miazga, formando una delle coppie più in vista del torneo, nonostante l’eliminazione ai quarti. Se ben gestito, non mancherà molto al suo esordio al White Hart Lane.

Difensore centrale: Lukas Gugganig (Austria) – Non si può non menzionare la grande prestazione degli austriaci, capaci di emergere in un girone infernale. L’occasione per farlo si presenta con Gugganig, condottiero della retroguardia e sempre protagonista, soprattutto contro l’Argentina. Fisico e solidità sono le sue armi migliori, affinate in una stagione da titolare nella seconda serie del suo paese. In Austria il suo nome già circolava e ora i confini si sono allargati.

Terzino sinistro: Nemanja Antonov (Serbia) – Come si fa a dividere i fratelli Wright? I due terzini serbi hanno sfrecciato in lungo e in largo in ogni partita, mostrando agli appassionati come devono funzionare due laterali difensivi. I due si conoscono bene (entrambi tesserati dell’OFK Belgrado) e sanno bilanciarsi come due veterani, dando una marcia in più alle chiusure e alle ripartenze. Antonov e Gajić vanno a braccetto, sul campo, come nella TOP 11. Ottimi da soli, letali in coppia.

Centrocampista: Danilo (Brasile) – Mediano titolare dello Sporting Braga, classe 1996, pesci: ecco l’identikit di uno dei migliori giocatori del torneo. Danilo abbina una grande forza fisica a lampi tecnici di grande bellezza ed efficacia, ma soprattutto porta esperienza e personalità a un Brasile spesso con le spalle troppo piccole. Fa il filtro, il bastonatore e il rifinitore, mostrandosi come uno dei calciatori più completi del panorama under 20.

Centrocampista: Nemanja Maksimović (Serbia) – Secondo noi, il miglior giocatore del torneo. Esattamente come il suo “compagno di reparto” Danilo, Maksimović ha dimostrato di essere un centrocampista moderno e completo, in grado di interdire e impostare, dotato di buone geometrie e capacità di inserimento. Realizzatore del rigore decisivo contro gli Stati Uniti e del gol del titolo, è stato decisivo non solo sui tabellini, ma lungo tutta la competizione.

Ala destra: Andrija Živković (Serbia) – Le premesse non mancavano: talento riconosciuto da chiunque, più giovane esordiente nella Nazionale serba e più giovane capitano nella storia del Partizan. Queste sono state ampiamente confermate da un Mondiale super, in cui la stella serba ha contribuito in corsa, rapidità e assist. Non ultimo, il preciso e letale filtrante della finale, a suggello di un grande torneo in cui ha segnato anche due reti.

Trequartista: Marc Stendera (Germania) – Il fulcro di una Germania spenta dal suo infortunio contro il Mali. Uno dei giocatori più esperti della competizione, Stendera ha illuminato il gioco letale e calcolato dei tedeschi, gettando le basi per goleade e prestazioni convincenti. La sua mancanza nel quarto di finale si è fatta sentire anche dal punto di vista psicologico, a dimostrazione del suo ruolo fondamentale in quella squadra.

Ala sinistra: Adama Traoré (Mali) – Trequartista di nascita, Traoré ha spaziato molto in questo Mondiale, come dettava il gioco anarchico, fantasioso e veloce del Mali, vera sorpresa del torneo. In ognuna delle grandi azioni che hanno portato i maliani al gol, c’era lo zampino del Pallone d’Oro del Mondiale Under 20. Un trofeo che celebra sia le sue grandi capacità, sia il percorso della sua Nazionale.

Attaccante: Bence Mervó (Ungheria) – In un torneo in cui poche punte centrali hanno segnato con continuità e recitato sempre parti da protagonista, spicca la prestazione di Bence Mervó. Il ventenne ungherese si è sempre presentato con il fare da prima punta, un perenne punto di riferimento avanzato per le ali magiare, e si è concesso pochi errori sottorete in una squadra che non poteva permettersene troppi.

PANCHINA

Ibou Sy (Senegal) – Portieri “sui generis” se ne vedono ogni giorno, ma Sy li potrebbe battere tutti. Oltre al suo stile unico tra i pali, tipico dei portieri africani, ha anche messo in mostra una grande sicurezza, dote visibile anche in altri meritevoli come Casali o Steffen, carenti però in questa sana follia.

Kevin Akpoguma (Germania) – Capitano dei tedeschi, ha sfoggiato una grande maturità e una buona tecnica come laterale difensivo di destra. Pochi errori e tanta sostanza per il terzino dell’Hoffenheim, sicuramente meritevole di attenzioni.

Gabriel Boschilia (Brasile) – Un trequartista eclettico che in campo ha dato sempre tutto. La fantasia tipica verdeoro si mischia a un buon livello di sagacia tattica per generare un profilo che compare di certo nei taccuini di molti scout.

Diadie Samassekou (Mali) – Ha svettato per tutto il torneo nel centrocampo di una delle squadre più piacevoli a vedersi del panorama giovanile, concedendosi pure due gol. Enough said.

Viktor Kovalenko (Ucraina) – Il fatto che sia il miglior marcatore dei Mondiali Under 20 2015 influisce sulla valutazione, già estremamente positiva per il contributo dato alla sua squadra. Rapido, incisivo e col senso del gol: lo Shakhtar ci ha visto giusto.

Dieudonné Gbakle (Mali) – Non si può non innamorarsi a prima vista dei suoi due gol in questo torneo. Il primo duettando coi compagni, il secondo in azione personale: un’ala di spessore per l’età che ha, un futuro top player della Ligue 1.

Dostonbek Khamdamov (Uzbekistan) – Ha regalato i secondi quarti di finale consecutivi all’Uzbekistan e la sua assenza per squalifica contro il Senegal si è fatta sentire. Un plauso al giocatore del Bunyodkor, ma anche a un movimento in perenne crescita.

Francesco Piacentini
Francesco Piacentini
Pavese classe '91, laureato in scienze politiche, per lui lo sport è uno specchio su cui si riflette la storia di un popolo. Stregato dal calcio inglese e greco, ama la politica, l'heavy metal e il whiskey.

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