Mondo A-League, 21/a giornata: e se il titolo finisse in Nuova Zelanda?

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Dilemma linguistico: li chiameremmo “campioni d’Australia”? Suonerebbe strano, come minimo. Una franchigia con base a Wellington (Nuova Zelanda) che diventa regina del campionato dei vicini di casa, quelli dello sport professionistico e tutto il resto: una storia mica male, degna di fare il giro del mondo.

Già che ci siamo, diamo un’altra botta alla geografia, al determinismo spinto dei nostri atlanti geografici, così granitici nelle loro certezze, ma incoerenti quando gli chiedi misure, punti di riferimento e ragioni: l’Australia è Oceania, cosa ci faceva in Coppa d’Asia? E ancora: il Celtic sta bene lì dov’è, pazienza se il campionato scozzese è l’ombra di sé stesso ed è competitivo meno di una terza serie continentale.

Ecco: odio il calcio moderno è uno slogan molto romantico ma è un anticonformismo diventato prassi, la cristallizzazione di ciò che è sempre stato, pure coi suoi lati più distorti. Ci puoi anche, per dire, perdere la voce – spiegando che l’Australia è più vicina all’Asia che all’Oceania (o che non si possono prendere molto sul serio schemi che dividono la Nuova Guinea tra due continenti), o che Swansea e Cardiff fanno parte dei campionati inglesi – ma certa gente vorrà che il mondo resti così com’è. E chissà cosa direbbero se fossero australiani.

new zealand breakers basket australiaCi farà inorridire, ma l’introduzione di un club straniero in un campionato vicino non è una novità: se proprio non si vogliono citare gli sport americani (hockey, basket ecc.), basterà l’esempio dei Catalan Dragons (francesi d’Inghilterra), o del Wrexham Football Club, per non parlare degli altri già citati club gallesi. Se vogliamo restare in ambito australiano, ci sono New Zealand Breakers e New Zealand Warriors, tra gli altri, ed è un modo che i neozelandesi hanno di esporsi allo sport professionistico, andando oltre i limiti di una paese poco popoloso (4.5 milioni di abitanti) e condizionato dall’egemonia del rugby.

Se queste tendenze non impediscono al movimento locale di crescere e prendersi pure le sue rivincite (vedi l’impresa dell’Auckland City semifinalista allo scorso Mondiale per Club), diventa sfizioso quando i vicini di casa invitati per crescere e migliorarsi diventano grandi per davvero: è il caso dei Wellington Phoenix, un disastro nel 2013-2014 e ora primi in classifica.

Avete letto bene, primi: 12 vittorie e 3 sconfitte in 21 uscite, e una consistenza e continuità tali da rimediare a quei 6 ko effettivamente tanti (troppi?) per chi vuole vincere il campionato. Perché ora i kiwi ci hanno preso gusto e il bersaglio grosso lo guardano: manca poco (6 turni) ai playoff e le prime due volano dirette in semifinale, con le altre a farsi la guerra nei preliminari: arrivare ai playoff tirati a lucido è il sogno di ogni appassionato di calcio della città di Wellington e dintorni.

Magari di tutti i neozelandesi: vincere i mondiali con gli All Blacks18 è un conto, ma vuoi mettere togliersi la soddisfazione di bastonare l’Australia pure a calcio?

Hyundai A-League – 21/a giornata

Adelaide United-Central Coast Mariners 2-1
Western Sydney Wanderers-Melbourne Victory 0-3
Melbourne City-Newcastle Jets 4-0
Perth Glory-Wellington Phoenix 1-2
Sydney FC-Brisbane Roar 5-4

CLASSIFICA: Wellington 39, Sydney 38, Melbourne Victory, Perth 37, Adelaide 36, Melbourne City 27, Brisbane 25, Central Coast 19, Western Sydney, Newcastle 11

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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