C’era in Europa: lo Sporting Lisbona dei record che conquistò la Coppa delle Coppe (1964)

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Nella percezione comune del calcio portoghese in Europa, a livello di club Benfica e Porto rappresentano le forze più temibili, anche in virtù di una bacheca adornata di Coppe dei Campioni, conquistate all’epoca di Eusebio per il Benfica, di Futre e poi di Mourinho per il Porto (che nella propria argenteria può lucidare anche la Coppa UEFA).
Un passo indietro, vi è lo Sporting Lisbona, club che merita sempre attenzione, ma tuttavia impensierisce un po’ meno le blasonate tradizionali d’Europa. E tuttavia, si tratta dell’unica formazione lusitana che abbia mai vinto la Coppa delle Coppe, anche se ormai son trascorsi cinquant’anni da quel successo.

Lo Sporting Lisbona, dalla caratteristica maglia a strisce orizzontali biancoverdi, ebbe i suoi anni d’oro a cavallo tra gli anni ’40 e ’50, quando dominò il campionato portoghese, vincendo 10 scudetti su 18 e inanellando 7 tornei su 8 tra il ’46 e il ’54. In quegli anni praticava uno spiccato gioco offensivo, segnando grappoli di gol grazie ad un quintetto di giocatori rimasti noti come i “cinco violinos”: Jesus Correia, Manuel Vasques, Fernando Peyroteo (per lui, in dodici stagioni, più gol che presenze), José Travassos, e Albano. La media gol dell’ “orchestra” dello Sporting Lisbona al tempo era di cinque reti a partita.

Lo Sporting Lisbona fu anche il club che inaugurò la prima Coppa dei Campioni, scendendo in campo nel settembre del ’56 contro il Partizan Belgrado. Di João Martins fu il primo gol della competizione, in una partita che terminò per 3-3.

Il riconoscimento internazionale arrivò nell’edizione 1963-’64 della Coppa delle Coppe, allorché i lusitani arrivarono a sollevare il trofeo.

Il primo avversario superato nel cammino verso la finale, fu l’Atalanta, al termine di un terzo incontro di spareggio, terminato per 3-1 dopo i tempi supplementari (in precedenza, i bergamaschi avevano vinto in casa per 2-0, per poi arrendersi 3-1 a Lisbona).
nel turno successivo, lo Sporting Lisbona mise a segno il record di gol segnati in una competizione europea, tuttora valido Ne fece le spese l’Apoel di Nicosia, travolto per 16-1 in casa e per 2-0 in trasferta. Nella goleada di Lisbona, l’attaccante Mascarenhas mise a segno 6 reti, altro record tuttora resistente.

Ma la vittoria più epocale, fu quella che consentì allo Sporting il passaggio del turno contro il Manchester United. Sul passaggio del turno infatti sembrava essere sceso già il sipario al termine della partita d’andata, quando i Diavoli Rossi allenati da Matt Busby si imposero con un rotondo 4-1. Tuttavia, nell’incontro di ritorno, lo Sporting Lisbona mise a segno un’autentica impresa, andando a vincere in casa per 5-0.

In semifinale, cadde di fronte ai lusitani l’Olympique Lione, superato per 1-0 nello spareggio, dopo che ambedue i turni regolamentari si erano chiusi in parità.

In finale lo Sporting Lisbona incontrò un’altra grande squadra, di cui oggi si sono perse le tracce e tuttavia molto stimata all’epoca: l’MTK di Budapest. Fu necessaria una duplice sfida, dopo che la prima terminò per 3-3 ai tempi supplementari.

Il 15 maggio 1964 ad Anversa, grazie a un famoso gol di Joao Moráis direttamente da calcio d’angolo (noto come “cantinho do Morais”), lo Sporting Lisbona sollevò quello che per ora è l’unico trofeo internazionale della propria storia, a testimonianza comunque di una qualità calcistica perdurante nel tempo.

L’allenatore della squadra era Gentil Cardoso (già pioniere del modulo WM in Brasile), mentre tra i giocatori spiccavano Carvalho, Pedro Gomes, il capitano Fernando Mendes e Mascarenhas, capocannoniere del torneo con ben 11 rerti.

Di seguito il tabellino dell’incontro:
SPORTING LISBONA – MTK Budapest 1-0

15.05.1964 Anversa

Sporting: Carvalho; Gomes, Alexandre Baptista, José Carlos; Perides, Mendes (c); Osvaldo, Mascarenhas, Figueiredo, Géo, Joao Moráis.
Coach: Anselmo Fernándos

MTK: Kovalik; Keszler, Danszky, Jeszensky; Nagy, F.Kovács; K.Sándor, Vasas, Bödör, Kuti, Hálapi.
Coach: Béla Volentik

1-0 Joao Moráis 20

Paolo Chichierchia
Paolo Chichierchia
Nasce nel 1972 a Roma, dove vive, lavora e tifa Fiorentina. Come Eduardo Galeano, ritiene che per spiegare a un bambino cosa sia la felicità, il miglior modo sia dargli un pallone per farlo giocare.

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