Okaka-mania: Nazionale e Milan nel futuro

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Venticinque anni, 186 centimetri di altezza e 86 chili di peso: Stefano Okaka è un concentrato di potenza allo stato puro. Al debutto con la Nazionale maggiore nell’amichevole contro l’Albania, Okaka si è presentato subito con un gol e una prestazione da veterano che gli hanno garantito gli applausi dell’intero stadio Ferraris di Genova: “Sono contento della prestazione che abbiamo fatto, e di aver vinto la partita con un mio gol. Spero di tornare presto in Nazionale”.

Ora ci si chiede se possa essere lui l’attaccante giusto per la Nazionale, quello in grado di far reparto da solo e di sostituire il deludente Mario Balotelli. I numeri di Okaka non sono strabilianti (2 gol in 11 presenze con la Sampdoria), ma il giocatore ha tutte le caratteristiche necessarie per entrare nelle grazie di Antonio Conte: forza fisica, esplosività e soprattutto grande volontà di sacrificio. Intanto Okaka si sta godendo il suo momento di gloria, con la Nazionale e soprattutto con la Sampdoria: infatti, le sue ottime prestazioni hanno portato la squadra guidata da Siniša Mihajlović al quarto posto della classifica di Serie A, in piena zona Europa.

Okaka sogna in grande, e sognano anche alcuni club che stanno muovendo il proprio interesse verso il giocatore italo-nigeriano. In particolare il Milan di Pippo Inzaghi, che cerca una punta di peso per dare profondità alla squadra in modo da sfruttare la velocità sugli esterni di El Shaarawy e Ménez. Il tecnico dei rossoneri vorrebbe già averlo a gennaio e, per superare l’ostacolo del presidente Ferrero, sembra aver dato il suo consenso per uno scambio con Giampaolo Pazzini che sta trovando poco spazio. Ma i segnali di interesse per Okaka giungono anche dall’estero: piace, infatti, allo Schalke 04 (che deve sostituire Huntelaar in scadenza di contratto), allo Stoccarda e ad alcuni club di Premier League.

 

Mattia Lobosco
Mattia Lobosco
Milano gli dà i natali, ma i Natali li passa in periferia. Innamorato del calcio e del cinema di tutti i tempi: da quello muto di Chaplin, a quello che vede protagonista il suo mito Di Caprio.

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