Il campionato russo, la neve e le scelte di Fabio Capello

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Non giocare a ottobre ma a dicembre. Una scelta sensata per un campionato fortemente condizionato dal clima come quello russo?

Mentre in Italia si giocava Juventus-Roma (e in tutti gli altri stati d’Europa si disputavano i rispettivi campionati) la Russian Premier League si prendeva un week end di pausa, con lo scopo di agevolare la preparazione della nazionale agli impegni per le qualificazioni europee con Svezia e Moldovia. Una scelta, quella imposta da Fabio Capello in sede di formulazione del calendario, che ha trovato numerosi riscontri negativi, per una serie di motivi, e che ha provocato diverse aspre critiche da parte degli addetti ai lavori. Contestazioni, a conti fatti, motivate; vediamo perchè.

La cancellazione di un turno di campionato non è una novità per il tecnico friulano, che già quattordici mesi fa optò per una decisione simile prima della cruciale sfida con l’Irlanda del Nord. Ma quella era una situazione abbastanza diversa: quella partita si giocò di mercoledì, senza una vera e propria sosta per le nazionali, e la pausa durò quindi soltanto una decina di giorni. Non diciotto. Risultato delle tre sfide disputate dopo una preparazione allargata? A Belfast la Russia perse 1-0 senza fare alcun tiro in porta, mentre con Svezia e Moldova sono arrivati due pareggi e due prestazioni abbastanza sconcertanti, soprattutto la seconda, nonostante la straordinaria cornice della nuovissima casa dello Spartak, la Otkrytie Arena. Ed è anche questo che ha fatto arrabbiare gli sportivi russi., perchè Capello, complice il pessimo mondiale, ha ormai perso quel credito del quale godeva all’inizio della sua avventura, e non può gestire il calendario a proprio piacimento, rovinando quindi i piani dei sedici club, già bloccati dal limite sugli stranieri, del quale, chiaramente, l’italiano è un grosso supporter.

Tutti si sono lamentati, nessuno escluso. I giornalisti, con tanti editoriali a riguardo (d’altronde in Italia si è andato avanti per due settimane con Juventus-Roma dato che non si sapeva di cosa parlare, vuoi mettere riempire i giornali per 18 giorni?), i calciatori, gli allenatori e i presidenti, i quali hanno manifestato chiaramente la negatività della decisione, che ricade soprattutto sulla perdita della condizione e del ritmo partita. Galitsky, presidente dell’Fk Krasnodar, ha rassicurato comunque tutti: “Una cosa del genere non accadrà mai più”.

Ma non è tutto. Oltre all’inutilità della sosta per i risultati ottenuti dalla Sbornaya e per la difficoltà di gestione della suddetta per le squadre, un altro problema ha reso ancor più piccante la questione: il clima. Ha davvero senso non giocare i primi di ottobre e spostare quel turno a metà dicembre (o inizio marzo, forse ancor peggio dal punto di vista meteorologico). Campi provati dal gelo, tifosi impossibilitati, o semplicemente poco invogliati a uscire di casa, è questo quello che il calcio russo vuole, a quattro anni dalla grande sfida mondiale?

A San Pietroburgo è appena scesa la prima neve mentre sui monti Urali i fiocchi hanno messo a dura prova gli impianti di Amkar e Ural. Allo Zvezda Amkar e Dinamo si sono sfidate a palle di neve, rinviando il loro incontro calcistico a data da destinarsi e allungando quindi la loro pausa di un’altra settimana: come si presenteranno i poliziotti giovedì con l’Estoril? Grandissimo lavoro invece degli addetti di Ekaterinenburg, che hanno spalato alacremente il manto del Tsentral’ny e hanno potuto assistere al successo dei loro beniamini sullo Spartak Mosca. Parlando di Ural non può che tornare viva la questione dei “maneggi”, ovvero degli impianti indoor: la squadra di Tarkhanov ha giocato lo scorso anno alcuni match in uno stadio al chiuso, di capacità 3000 posti, decisamente al limite del regolamento. Il presidente della federazione Cheban ha però vietato il suo utilizzo (dopo aver richiesto però l’adozione, da parte di ogni club, di un impianto coperto in caso di necessità), creando ancora più confusione: se l’Ural gioca indoor secondo alcuni è avvantaggiato perchè gioca in condizioni eccezionali, ai quali i suoi avversari non sono abituati, ma questo probabilmente è l’unico modo per ovviare al problema (oltre che, magari, programmare meno gare casalinghe possibili in un determinato periodo dell’anno.

Il passaggio al sistema europeo autunno-primavera non è ancora stato ben assimilato dal calcio russo, forse perchè questo paese non può sopportarlo. La parola d’ordine deve essere l’uniformazione: se l’adozione dei campi sintetici è una soluzione per avere campi in buone condizioni tutto l’anno bisogna che tutte le squadre si adeguino, non che si creino differenze importanti sul piano del gioco a seconda delle trasferte che si disputano. Occorrono scelte concrete e ragionate, che tengano in considerazione i numerosi aspetti del paese nel quale si gioca il torneo, soprattutto se si vuole cercare di rivalutare il movimento e di farlo esplodere definitivamente, anche all’estero. Perchè il bello della Russian Premier League è dato proprio dalle curiosità del paese del quale è specchio, ovvero delle grandissime e numerose diversità, di fusi orari, di climi, di culture e di abitudini.

Michael Braga
Michael Braga
Grande appassionato di calcio russo, tifoso dello Zenit San Pietroburgo. Estimatore del calcio giocato nei luoghi meno nobili e più nascosti, preferirebbe vedere un Torpedo-Alaniya rispetto a uno Juventus-Milan.

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