Gibilterra, The Band of Brothers

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Il 7 settembre 2014 segna l’esordio ufficiale della nazionale di Gibilterra in una competizione Europea. Un pesante 7 a 0 contro la Polonia, ha sancito l’approdo ufficiale di questa nuova nazionale nelle competizioni Uefa. Poco hanno potuto i ragazzi del piccolo dominio britannico contro Lewandowski e compagni, ma per una sera il risultato non era così importante quanto l’evento.

Possedimento d’oltremare sito in terra spagnola, ceduto al Regno Unito nel 1713 con il Trattato di Utrecht e riconosciuta dall’UE come territorio dipendente in Europa, Gibilterra ha dovuto faticare molto per arrivare all’esordio calcistico europeo, match perso che rappresenta comunque il lieto fine di una telenovela lunga quasi un secolo.

Nei secoli la Spagna da sempre ha provato in modo militare o diplomatico a riprendersi il possedimento senza mai riuscirci. I Gibilterrini storicamente hanno sempre resistito e manifestato anche attraverso il voto una volontà netta di mantenere la dipendenza britannica, aumentando così l’attrito con gli iberici.

Ai dissapori storici mai trascurabili, si aggiungeva poi il timore che Gibilterra potesse costituire un precedente per le nazionali dei Paesi Baschi e della Catalogna, anch’essi reclamanti la propria indipendenza politica e calcistica. Per questo la Federazione spagnola si è opposta in tutti i modi al riconoscimento della nuova nazionale minacciando anche di boicottare tutte le competizioni a cui Gibilterra avesse preso parte.

Così dopo una richiesta di affiliazione rigettata dalla Fifa nel 1999, stessa sorte toccò nel 2007 a quella presentata alla Uefa. Tuttavia la piccola Federazione non si arrese e presentò un ricorso al Tas, che nel 2012 le ha dato ragione in via definitiva obbligando così l’Uefa all’affiliazione di Gibilterra.

Ovviamente a fronte di una vittoria importante della volontà, i risultati sportivi oggi non contano. La Rocca di Gibilterra conta appena 30mila abitanti. Non deve stupire quindi che la propria rosa pulluli di parentele, una vera e propria Bands of Brothers con: i due fratelli Chipolina (di cui Roy, il capitano della squadra), i tre fratelli Casciaro (Ryan, Lee e Kyle) e i Perez (Jordan, e Brian). Come immaginabile non tutti i ragazzi convocati dal ct Allen Bula sono professionisti, la maggior parte sono poco più che dilettanti e nella vita fanno l’elettricista (Brian Perez),il poliziotto (Ryan Casciaro), il pompiere (il portiere Jordan Perez), il magazziniere (Rafael Bado). Come prontamente la grafica prepartita ha voluto evidenziare (vedi foto).

Lo stadio il “Victoria”, posizionato sulle pendici della Rocca offre una vista mozzafiato, ma con soli 5 mila posti a sedere, non rispetta i parametri Uefa. Così per la prima partita ufficiale di qualificazione la nazionale ha dovuto chiedere ospitalità agli amici portoghesi traslocando per l’occasione a Faro a 80 km dalla città. Ora dopo il riconoscimento europeo però è già pronto un progetto per un nuovo stadio con i parametri necessari che si chiamerà “Europa Point” e sorgerà a picco sul mare e affacciato sulle Colonne d’Ercole.

Prima della match con la Polonia, Gibilterra può comunque vantare alcuni buoni risultati con Malta, Estonia e Slovacchia. Ora gli obiettivi sono conquistare i primi punti ufficiali Uefa e poi ottenere l’affiliazione anche alla Fifa, per poter disputare le qualificazioni ai Mondiali 2018.

Per ora i ragazzi e la nazione si godono la gioia dell’esordio, lo sbarco nel calcio che conta. La squadra nonostante i limiti tecnici, si dimostra coriacea e di carattere. Il gruppo è coeso, grazie anche alle parentele e all’umiltà di questi lavoratori/calciatori che approdano in punta di piedi nel calcio dei milionari, cercando con insistenza e fatica di farsi spazio.

Francesco Filippetto
Francesco Filippetto
Nato nel 1977, da allora si nutre di calcio: una passione che pratica e insegna a Treviso nei settori giovanili. Ama i giovani talenti e il lato romantico di questo sport.

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