Inter, in mezzo uno è di troppo

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Anche Gary Medel è arrivato, dopo una piccola telenovela di mercato che sotto l’ombrellone d’estate è meglio non farsi mancare. L’ex Cardiff è stato acquistato per sostituire Cambiasso e portare quantità e duttilità tattica (può giocare anche dietro) a un reparto che avrà sicuramente bisogno della corsa e della grinta del mastino cileno.

Centrocampista voluto e cercato da Mazzarri, che da sempre ama quei centrali di centrocampo con il coltello tra i denti, capaci di attaccarsi alle caviglie avversarie come chiwawa isterici. Acquisto utile all’Inter per equilibrare un reparto mutevole e dotato di varie caratteristiche: qualità (Hernanes e Kovačić) fisicità (M’Vila) e quantità (Medel).

Questi dovrebbero essere quindi i quattro pretendenti a una maglia da titolare nei ruoli centrali del centrocampo nerazzurro. Guarín e Álvarez avrebbero le loro carte da giocarsi, ma al momento sono i sacrificati designati dalla dirigenza nerazzurra. Se arriverà l’offerta giusta, che consentirà all’Inter di fare un po’ di cassa, partiranno.

Un reparto nuovo di zecca, insomma, che non avrà molto tempo per trovare intesa e affiatamento, visto che il 21 agosto si comincia con la trasferta islandese in casa dello Stjarnan, per il turno preliminare di Europa League. Un mix di ragazzi e nazionalità, con i più giovani in cerca di consacrazione e gli altri alla caccia dei primi trofei.

Nelle prime uscite estive, i nerazzurri hanno giocato sempre con il solito 3-5-2 e questo sembra essere il modulo base anche per la nuova stagione, visto che la variante con difesa a quattro si è vista solo in alcuni allenamenti, senza mai essere testata in amichevole. A maggior ragione visto il buon inserimento di Vidić nei tre dietro e l’inaspettata solidità difensiva emersa nella tournée americana.

Se quindi il modulo resterà quello dello scorso anno, Mazzarri si troverà a dover fare delle scelte importanti con qualche esclusione illustre. Infatti Kovačić, Hernanes, Medel e M’Vila si giocano tre maglie e qualcuno dovrà accontentarsi della panchina. Difficile pensare che sarà il brasiliano a finirci, visto che è l’acquisto più costoso dell’era Thohir, difficile pensare a Medel, che per caratteristiche andrà subito in forma e la sua versatilità lo rende un giocatore importante da avere in campo. Pensiamo quindi a Kovačić, che nonostante sia la stella predestinata di questa squadra, non è ancora chiaro se rientra nelle grazie del tecnico, che ha faticato a gestirlo l’anno scorso. Oppure a M’Vila, arrivato da un anno difficile, in condizione non ottimale e faticherà a smaltire carichi e pesantezza almeno all’inizio.

Da sempre il mister non impazzisce per la qualità in mezzo, lui preferisce la quantità, cosa che più volte l’ha fatto litigare con De Laurentiis, che lo accusava di una visione poco europea di calcio ai tempi napoletani. Quindi, quando tutti saranno in forma, l’indiziato numero uno per sedersi tra le riserve sembra essere ancora il giovane croato.

Chissà cosa ne penserà quindi Thohir delle scelte del suo mister. L’unica soluzione per far coesistere i quattro sarebbe un cambio di modulo e passare al 4-3-2-1 dove Kovačić o Hernanes dovrebbero supportare maggiormente l’attacco, ma un centrocampo simile richiederebbe una difesa a quattro e per questo crediamo poco in questa soluzione.

Insomma, l’abbondanza comporta anche difficoltà di scelta, ma come dicono gli allenatori questa è una fortuna. L’Inter, quindi, si avvicina al primo impegno ufficiale come un cantiere aperto. Il centrocampo deve ancora vedere Medel e Hernanes all’opera, come per la fase offensiva Palacio e Osvaldo. La partenza della stagione è comunque stata buona rispetto ad altre avversarie, spetta ora a Mazzarri calibrare le scelte e saper sfruttare al meglio il proprio organico per portare i nerazzurri ai traguardi ambiti. Per fare questo, dovrà rendere elastico il proprio pensiero e confrontarsi con moduli nuovi e varianti tattiche a cui è poco incline. Inoltre, dovrà gioco forza aver fiducia nei giovani, che spesso in carriera ha preferito relegare in panchina preferendo a loro l’esperienza. Insomma la stagione passa soprattutto attraverso Mazzarri e le sue capacità, una bella scommessa professionale per il mister.

Francesco Filippetto
Francesco Filippetto
Nato nel 1977, da allora si nutre di calcio: una passione che pratica e insegna a Treviso nei settori giovanili. Ama i giovani talenti e il lato romantico di questo sport.

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