Curiosità dalla Russia: Grozny a… Grozny!
Aneddoti, stranezze, rarità: tutto quello che non conosciamo sul calcio russo e che lo rende uno tra i movimenti più affascinanti dell’intero panorama mondiale.
Immaginatevi un tecnico straniero che arriva in Italia ed ha lo stesso cognome della città della squadra che lo ha contattato. Si scatenerebbe l’ilarità generale e gli sfottò amichevoli sarebbero automatici, data la totale stranezza della situazione. Ecco, a Grozny, tra il 2008 e il 2009 è accaduto proprio questo: a sedersi sulla panchina del Terek è stato chiamato infatti l’esperto allenatore ucraino Vyacheslav… Grozny!
Grozny che allena a Grozny. Un binomio del genere non può che essere positivo e Vyacheslav, nei suoi 15 mesi trascorsi in Cecenia raccoglie discreti risultati, soprattutto in casa, dove nel 2008 non perde praticamente mai: solo lo Zenit passa a domicilio, ma si giocava sul neutro di Makhachkala, a causa della squalifica del campo dopo il match con la Lokomotiv. Anche quando questa striscia sembra dover terminare è il carattere a mantenerla viva, dato che il pari con l’Fc Mosca, ad esempio, arriva al 96′, dopo un’azione interminabile coadiuavata addirittura dal portiere Amelchenko.
Nel 2009 il campionato del Terek è mediocre, senza acuti. La salvezza arriva con agio ma alcune sconfitte di troppo inducono Kadyrov, presidente del club e figlio di Akhmat, ucciso proprio allo stadio Dinamo nel 2004 e uomo al quale è intitolato l’odierno impianto ceceno, ad allontanarlo anche se ad aver avuto un peso importante sulla decisione sono i problemi di salute di Grozny, che lo costringono a tornare in patria, all’Arsenal di Kiev.
Che personaggio è Grozny? Sicuramente il messaggio che volevo far trasparire da questo articolo non era unicamente incentrato sull’omonomia delle due componenti allenatore-città. Vyacheslav Grozny è un personaggio che merita di essere quantomeno analizzato per numerosi aspetti. Un uomo concreto, che vive con tensione le sfide ma che alla fine si lascia andare così (il video si riferisce a Dinamo-Terek 0-1 del 2009):
Danze forse non così eccelse dal punto di vista qualitativo ma sicuramente manifestatrici della passione dell’attaccamento alla maglia e ai tifosi di Grozny, oltre che chiari segnali di una bontà umana importante, messa in mostra attraverso questi atteggiamenti positivi.
Detto questo, Grozny non è uno che si fa mettere i piedi in testa. Quando c’è da arrabbiarsi ci mette la faccia (come direbbe, con un’accezione a me non così tanto gradita, Fabio Fognini):
http://www.youtube.com/watch?v=MRXbDNmEW8Y
In questo video successivo alla sconfitta patita dal Terek in Siberia, col Tom Tomsk, sempre del 2009, Vyacheslav Grozny si lamenta aspramente con l’arbitro, palesando il suo disaccordo verso i fischi del direttore di gara: “Non ci ha lasciato giocare a calcio”.
Anche gli appassionati se la presero con il fischietto: si videro tolta l’esibizione di fine gara dell’allenatore ucraino, lasciando spazio alla sua controfigura meno apprezzata, meno gioiosa e positiva…
Sperando di avervi fatto conoscere in minima parte Vyacheslav Grozny e avere aggiunto qualcosa di più al vostro bagaglio di cultura calcistica vi rimando all’appuntamento di lunedì prossimo, con la seconda puntata della rubrica.