Playoff – Basket, gara 7: Milano e Siena all’atto finale, le chiavi dell’incontro

La favorita numero uno di questi Playoff, l’Olimpia Milano, non è riuscita a chiudere la serie prima di gara 7. Addirittura, dopo gara 5 persa al Forum giocando una partita a tratti inguardabile, è stata sotto nel punteggio e solo un’ultima battaglia al PalaEstra ha permesso alla truppa di Armani di allungare la serie: la grande partita di Alessandro Gentile, la risposta di Josh Carter e il canestro allo scadere di Curtis Jerrells. Probabilmente una delle più belle partite degli ultimi anni, un finale thrilling che i tifosi meneghini ricorderanno ancora per molti anni. Stasera però andrà in scena l’atto finale di questa serie. Partiamo da un intervallo di tempo, cioè 26 minuti: il tempo che i tifosi di Milano hanno impiegato per polverizzare tutti i tagliandi venduti, un record anche questo.

LE CHIAVI DELL’OLIMPIA

1) IL CALORE DEL FORUM: spesso contestato per non essere un palazzetto tra i più caldi d’Italia, questa sera ha l’opportunità di cambiare la partita. Fantastico quando i meneghini conducono la gara e giocano bene, un po’ meno in occasione di qualche passo falso; vedi gara 5, quando alcuni tifosi lasciarono il palazzetto in anticipo perché nessuno credeva in una possibile rimonta. Mettere pressione a Siena, in questo senso, può sporcare le percentuali dei vari Carter e Janning, e in partite così tirate sono spesso gli episodi a fare la differenza.

2) SAMUELS E LA DIFESA SU HUNTER – Il centro giamaicano non sta disputando una buona finale: eccetto per gara 2, in cui è stato dominante a tratti, nel resto della serie sta perdendo nettamente il confronto con il suo dirimpettaio, quell’Hunter che in più occasioni gli ha addirittura schiacciato in testa e limitato in attacco. Visti i precedenti potrebbe anche solo limitarsi al compitino, cercando di non cadere nella trappola dei falli – che lo estranierebbero subito dalla partita – e catturando qualche rimbalzo in più, un problema per Milano in questa serie.

3) LE BOCCHE DA FUOCO – Milano ha fatto fatica quando i suoi realizzatori principali, ossia Gentile, Langford e Jerrells, hanno fatto fatica a trovare la via del canestro con continuità. Questo perché la transizione difensiva non è delle migliori, e quindi segnare è fondamentale per togliere quest’opportunità agli avversari; attaccare il ferro e scaricare potrebbe essere un’opzione interessante, ma occhio alla difesa-trappola di Siena che raddoppia praticamente su ogni possesso, costringendo Milano a esplorare i tiri di Melli, Moss e Hackett. Con risultati alterni, per usare un eufemismo.

LE CHIAVI DELLA MENS SANA

1) IL PICK AND ROLL CENTRALE – Siena ha dimostrato di poter fare male, molto male, giocando il pick and roll centrale; questo perché le rotazioni difensive di Milano non sono mai state efficaci per davvero, tanto che Banchi in gara 6 ha giocato a zona per la maggior parte della partita. In transizione, però, questo non è spesso possibile ed è necessario accoppiarsi a uomo: in questo caso, allora, il bloccante deve liberare spazio al palleggiatore o, in alternativa, tagliare forte a canestro per trovare due punti facili o riaprire per i tiratori dall’arco. Semplice, banale ma importante.

2) LE PERCENTUALI DALL’ARCO – Milano quest’anno ha dato il meglio, sia in Europa che in Italia, quando si è trattato di chiudersi a riccio in difesa, recuperare il pallone e ripartire in transizione. Per questo motivo è importantissimo che le triple aperte, e non saranno poche, vadano a segno: avvisati i vari Ress, Carter, Janning e Haynes. La vittoria o meno dallo scudetto passa soprattutto dalle loro mani, perché l’esuberanza atletica di Milano non può essere contenuta in contropiede, mentre a difesa schierata Hackett e compagni hanno mostrato evidenti limiti di playmaking.

3) IL RADDOPPIO SUL PORTATORE – Crespi l’ha attuato spesso in questa serie, con ottimi risultati: si è visto meno in gara 6, e potrebbe non essere un caso che Milano è stata avanti per gran parte dell’incontro. Hackett è in un periodo di forma a dir poco scandaloso, Jerrells è ottimo al tiro ma l’organizzazione del gioco non è propriamente il suo, Gentile alterna quarti dominanti a scelte discutibili, soprattutto quando chiamato a forzare; togliere la palla a loro può essere decisivo, soprattutto perché l’Olimpia ha dimostrato di temere quasi il giudizio del Forum. E, come detto in precedenza, visto che la transizione difensiva milanese è probabilmente una delle pecche maggiori di questa squadra, recuperare palloni è questione di vita o di morte per Siena.

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Alessandro Lelli