Balotelli solo contro tutti: le verità dal ritiro azzurro

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Le fonti — per una persona che vuole fare questo mestiere — sono tanto, forse tutto. Bisogna saper distinguere quelle che esagerano da quelle che inventano, quelle che dicono tutta la verità da quelle che ci mettono del loro.
Senza considerare, poi, i vari collegamenti tra la nostra fonte e l’indiscrezione raccontata, la possibilità di reperire notizie veritiere, la vicinanza geografica dalla “notizia”.

Scremate tutte queste cose, a volte si riesce a raggiungere notizie e/o indiscrezioni che sorprendono per la loro importanza e che sono, a volte, difficili da credere.
È questo il caso: la fonte è direttamente in Brasile, molto vicina alla nostra nazionale, e ci ha raccontato come sono andate davvero le cose nel ritiro azzurro prima, durante e dopo la partita persa contro l’Uruguay. Sono indiscrezioni, si possono prendere per vere oppure no. Possono dire la verità oppure no.
Quello che è certo è che il quadro che ne esce non è del tutto inverosimile e, intrecciato con tutte le altre indiscrezioni riportate da altri organi di informazione in questi due giorni, può risultare abbastanza veritiero. Fermo restando che non è la verità assoluta, ma solo un racconto di chi era sul posto.

Veniamo ai fatti: Mario Balotelli sarebbe stato solo contro tutti, o quasi. Il gruppo “Italia” in realtà non sarebbe esistito; sarebbero esistiti tanti piccoli gruppi al suo interno, l’uno contro l’altro. Da una parte i “vecchi”, gruppo composto dagli juventini più Thiago Motta e De Rossi, dall’altra i “giovani”, con i vari Verratti, Immobile, Darmian, De Sciglio e compagnia. Poi altri due piccoli gruppetti: il gruppo “Parma”, con Cassano malvisto da tutti gli altri, e il gruppo di quelli rimasti, ossia Candreva, Aquilani, Abate e Sirigu. Poi Balotelli, praticamente da solo se non con il suo “clan”, composto da 4 persone al suo seguito. Non propriamente l’ideale per affrontare un Mondiale.

Nei giorni precedenti a Italia-Uruguay, sarebbe capitato che Buffon sia arrivato in ritardo di dieci minuti alla cena, per impegni personali. Nessuno avrebbe detto nulla.
E pare che Balotelli, la sera prima della partita, sia arrivato in ritardo di un quarto d’ora, anche lui per alcuni impegni personali: insieme al ritardo, sarebbe arrivata invece puntuale la ramanzina di capitan Buffon, accompagnato da qualche altro membro del gruppo dei “vecchi”. La sostanza del discorso sarebbe stata che ci sono delle regole all’interno del gruppo che vanno rispettate e che, in caso contrario, avrebbe potuto andarsene nel Bronx a fare il rapper con i suoi amici. Parole non bellissime, specialmente dopo il ritardo dello stesso Buffon qualche giorno prima.
Balotelli avrebbe risposto con un grugnito ma senza ribattere, avrebbe mangiato e poi si sarebbe alzato andandosene senza rivolgere parola a nessuno.

Con questo presunto clima teso, nel frattempo, si è preparata la partita decisiva contro l’Uruguay. Il 3-5-2 sarebbe stato deciso da Buffon e Pirlo, che avrebbero convinto Prandelli a ripristinare Bonucci, lasciato fuori nelle prime due partite del girone. Contemporaneamente, non avrebbero voluto Verratti titolare e avrebbero chiesto Thiago Motta, che però aveva un leggero affaticamento e non era in grado di partire dal primo minuto. Quando il CT ha ufficializzato Verratti nell’undici iniziale, pare che compagni di reparto gli abbiano “consigliato” di pensare a correre e di lasciare la regia “ad altri”.

La partita è iniziata e abbiamo visto tutti com’è andata. Nel finale del primo tempo il CT ha sgridato Balotelli, reo di non essere entrato abbastanza nel vivo del gioco.
Durante l’intervallo della partita, Prandelli lo ha avvisato della sostituzione giustificandosi anche con la paura di una sua eventuale espulsione. Balotelli pare si sia arrabbiato non prendendola bene e, sbraitando un po’, si sarebbe lamentato del fatto che non gli fosse arrivato un solo pallone giocabile per 45 minuti e che per avvicinarsi all’area avversaria avesse dovuto cercare di scartarne tre.

A quel punto, Mario sarebbe stato aggredito in malo modo da Buffon, De Rossi e Bonucci, e sarebbero successe quelle cose che abbiamo letto sui giornali e su altri siti di informazione: parole grosse, spintoni, strattonamenti.
Balotelli avrebbe risposto con un “vediamo cosa fate ora” e si sarebbe cambiato per poi andarsene sul pullman da solo. Fermato da alcuni accompagnatori dello staff, è andato a sedersi in panchina, guardando tutto il secondo tempo con gli occhi lucidi. Ma quello lo abbiamo visto tutti.

A fine partita, pare che abbia preso e sia andato sul pullman senza passare dagli spogliatoi, ma sarebbe stato richiamato perché Pirlo e Prandelli stavano facendo l’ormai famoso discorso di saluto alla squadra. Mario sarebbe tornato indietro e avrebbe detto che sarebbe rimasto ad ascoltare solo Prandelli perché si stava dimettendo, ma che, al tempo stesso, di Pirlo non gliene fregava niente perché — a suo dire — non esistono giocatori “dimissionari”, in quanto il posto in nazionale non è fisso e si viene convocati di volta in volta.

Sgridato nuovamente da Buffon, Balotelli questa volta gli avrebbe risposto per le rime, dicendo che siccome gli hanno detto che non fa più parte del gruppo “Italia”, allora non ne fa più parte e basta, non che ne deve far parte solo quando fa comodo a loro.

Il resto è storia: le dichiarazioni davanti ai microfoni di Prandelli, di Buffon e di De Rossi, lo sfogo di Balotelli su Instagram. Quella era la sola cosa che avevamo visto, non sapendo tutto ciò che c’era dietro.
Adesso, ricomponendo i pezzi, possiamo avere anche noi un quadro più chiaro della situazione e capire che — probabilmente e con tutti i condizionali del caso — se si è usciti al girone non è stata tutta colpa del caldo e della preparazione atletica.

Francesco Mariani
Francesco Mariani
Twitter addicted, vive di calcio. In campo è convinto di essere Pirlo, ma in realtà è un Carrozzieri qualunque. Per lui il trequartista è una questione di principio.

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