Il Mondiale di Verratti

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A poche ore dall’inizio del Mondiale, con ancora più di un dubbio sulle scelte di Prandelli, le discussioni si spostano sul modulo e sui titolari che il ct azzurro schiererà.

Tra i temi più caldi, quello sul modulo del centrocampo azzurro. Dopo il ko di Montolivo, il ct ha non ha più dovuto scegliere tra i vari centrocampisti interni, scelta che avrebbe potuto fare clamore. Sull’aereo per il Brasile è salito quindi anche Marco Verratti, 22 anni, gioiellino del PSG semifinalista in Champions League, ma a rischio esclusione nell’Italia fino all’ultimo.

Il centrocampista abruzzese è uno dei migliori talenti in prospettiva del nostro calcio, ma in questa Nazionale deve, inevitabilmente, ancora scalare le gerarchie. Secondo Prandelli e i suoi equilibri tattici, il giovane centrocampista è collocato dietro ai vari campioni come: Pirlo, De Rossi, Thiago Motta e Marchisio.

Marco Verratti sarà tuttavia consegnato alla storia in questo Mondiale, in quanto è il primo azzurro a giocare i Mondiali prima di esordire in Serie A. Già, perché dopo l’entusiasmante stagione in B con il Pescara di Zeman, il ragazzo è stato acquistato dalla squadra parigina senza mai esordire nel massimo campionato Italiano. Un caso eccezionale e unico per l’Italia, che segna il cambiamento del mercato moderno, ma non nuovo per tanti altri giocatori stranieri, vedi Pogba e Messi per esempio, campioni affermati all’estero ma che non hanno mai calcato gli stadi della massima Lega nel loro paese.

Per Marco, nonostante questo dettaglio che rende ancora più speciale la sua missione brasiliana, non sembra prospettarsi molto spazio durante l’evento. Vederlo in campo insieme a Pirlo e De Rossi sembra un azzardo per il nostro ct che tranne per alcune eccezioni ha sempre preferito un reparto solido e di interdizione. Bisognerebbe giocare a 5 per dare spazio al baby talento lanciato da Zeman, un po’ come accade nella Juve di Conte, ma diciamo che in Brasile non sarà proprio il momento adatto per cercare nuovi moduli e fare esperimenti.

Prandelli vede Verratti come una copia di Pirlo e quest’ultimo per lui è imprescindibile. Vero però che tra i nostri interni l’ex Pescara sarebbe l’unico in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. L’Italia attuale purtroppo è prevedibile in fase di impostazione, in quanto si lascia al solo Pirlo il compito di essere la mente e quindi il passaggio obbligatorio di ogni manovra. Il centrocampista della Juventus diventa così marcabile e porta gli azzurri a dover spesso lanciare per guadagnare metri.

Non molto tempo fa il ct, dopo le sberle spagnole, dichiarava di voler puntare su una nazionale più tecnica, abile nel palleggio e che cercasse maggiormente il possesso piuttosto che le verticalizzazioni immediate. Il progetto è naufragato in fretta: probabilmente il mister si è reso conto che non è nelle nostre corde quel calcio, così Prandelli non sembra aver avuto tempo e voglia di continuare su quella strada.

Ci avviciniamo quindi  al Mondiale nella speranza che qualcuna delle presunte stelle come Balotelli, Cassano, Insigne o Immobile incappi in un momento magico e trasformi in oro ogni pallone. Anche se la realtà ci racconta di una nazionale con ancora dei punti interrogativi, forse troppi, che vede giocatori di qualità come prima Rossi e ora Verratti ai margini in un calcio avaro di talento. Speriamo di sbagliarci, speriamo che il mister, attraverso la sfera di cristallo, abbia fatto le scelte giuste, auguriamoci che come nel 2006 tutti siano decisivi e tutti diano un importante contributo alla causa.

Nel frattempo Verratti corre, suda e insegue il suo sogno, cercando di trovare il suo momento e consacrarsi agli occhi del mondo togliendo con i fatti i dubbi a Prandelli. Nella brutta serata con il Lussemburgo, l’allenatore gli ha dato una chance da titolare e il ragazzo è stato uno dei pochi a salvarsi. Il giovane arrivato con il resto della truppa in Brasile non ha certo il posto da titolare assicurato, ma il mister sembra comunque intenzionato a investire minuti su di lui. Il mondiale è fatto di opportunità inaspettate, imprevedibili svolte e occasioni, e chissà che non ce ne sia una anche per un predestinato come Marco.

 

Francesco Filippetto
Francesco Filippetto
Nato nel 1977, da allora si nutre di calcio: una passione che pratica e insegna a Treviso nei settori giovanili. Ama i giovani talenti e il lato romantico di questo sport.

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