Verso Brasile 2014: il Portogallo

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Trentadue nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Oggi presentiamo la Seleção das Quinas: il Portogallo.

L'esultanza dei portoghesi dopo Portogallo-Bosnia Erzegovina 6-2

AMARCORD MONDIALE
Nonostamente il miglior piazzamento del Portogallo ai Mondiali sia il terzo posto conquistato a Inghilterra ’66 (trascinati dalla “pantera nera” Eusebio), è solo di recente che la Seleção lusitana ha trovato costanza di risultati e partecipazioni. Infatti, oltre al Mondiale inglese, solo altre cinque volte il Portogallo si è qualificato alla fase finale della Coppa del Mondo: nel 1986, finendo eliminato nei gironi, e nelle ultime quattro edizioni, Brasile 2014 compreso. Di queste, il miglior risultato l’ha ottenuto nel 2006, sconfitto prima in semifinale dalla Francia e poi nella finalina dalla Germania, per chiudere quarto. Nell’ultima edizione, il Portogallo si è fermato agli ottavi, eliminato dalla Spagna, poi campione. Destino simile negli Europei 2012, con gli spagnoli ancora fatali, stavolta in semifinale. Proprio nella rassegna continentale la più cocente delusione, con la finale persa nell’edizione casalinga del 2004, vinta dalla sorprendente Grecia.

LA STRADA PER IL BRASILE
Il Portogallo è stata una delle ultime Nazionali a staccare il pass per il Brasile: la qualificazione è avvenuta infatti solo al termine della doppia sfida dei playoff, disputati contro la Svezia. Dopo l’1-0 casalingo, il 19 novembre 2013 una tripletta di Ronaldo ha regalato alla selezione lusitana la vittoria per 3-2 in terra svedese e il conseguente biglietto per i Mondiali. Nella precedente fase eliminatoria il Portogallo aveva concluso il gruppo F al secondo posto con 21 punti, terminando alle spalle della Russia per un solo punto e davanti a Israele, Azerbaigian, Nord Irlanda e Lussemburgo. Nelle dieci sfide, i portoghesi hanno ottenuto sei successi, tre pareggi e una sola sconfitta, proprio contro i russi a Mosca. Attualmente il Portogallo è terzo nel ranking FIFA, miglior posizione ottenuta finora.

LA DIFESA (Voto: 7)
È il reparto che presenta i maggiori punti di domanda, viste le non perfette condizioni dei due madridisti Pepe e Coentrão. Con loro, completano il reparto Bruno Alves al centro e João Pereira a destra, per una linea difensiva – sulla carta – affidabile e affiatata. Qualche dubbio in più invece sulle loro alternative: tolto Ricardo Costa, infatti, l’ex senese Luís Neto e il giovane André Almeida hanno all’attivo poche presenze in nazionale e potrebbero pagare l’acerba esperienza internazionale. In porta, nessun dubbio su Rui Patrício, sempre in campo durante tutte le partite di qualificazione; per il ruolo di “secondo” ballottaggio tra l’ex genoano Eduardo e Beto, l’eroe di Torino (per i tifosi del Siviglia).

IL CENTROCAMPO (Voto: 7)
Pochi, ma buoni, verrebbe da dire. Se infatti i tanti esterni d’attacco sono stati inseriti tra gli “attaccanti” nella lista dei 23 presentata da Bento, a centrocampo troviamo il cuore del Portogallo. Oltre Rui Patrício, difatti, solo João Moutinho e Miguel Veloso hanno marcato presenza in tutte le dodici gare di qualificazione. Ai due in cabina di regia si aggiunge Raul Meireles: una mediana abile sia in fase di copertura che nel rilanciare l’azione. Poche, come detto, le alternative, che rispondono al nome di Rúben Amorim e del giovane William Carvalho, cui Bento sta pian piano dando spazio.

L’ATTACCO (Voto: 8)
Il reparto qualitativamente e quantitativamente più abbondante del Portogallo: c’è Cristiano Ronaldo, attaccante principe in Europa, che se in forma è difficilmente contenibile. Lo sanno bene gli svedesi, puniti da CR7 ben quattro volte. A destra agirà Nani, altro esterno con caratura internazionale; a Varela e Vieirinha l’arduo compito di farli rifiatare, senza farli rimpiangere. Ballottaggio invece per il posto da terminale offensivo, con il recuperato Hélder Postiga che se la vedrà con Hugo Almeida e con Éder, attaccante del Braga. Chiude il reparto il più giovane della rosa, Rafa Silva, anche lui in forza al Braga: centrocampista avanzato, in nazionale dovrebbe agire più da esterno, o da trequartista.

IL CAPITANO

Cristiano_Ronaldo - Portogallo - PP

Capitano, stella, uomo immagine, trascinatore: chi altri se non Cristiano Ronaldo? Il Pallone d’Oro 2013, riconquistato a cinque anni di distanza, è stato solo il trampolino di lancio della strepistosa stagione del portoghese, culminata con la conquista della Champions League e del titolo di capocannoniere della manifestazione con ben 17 reti. Veloce, abile di testa, dotato di ottima tecnica e di un gran tiro, è il prototipo dell’attaccante moderno: protagonista assoluto nello spareggio-qualificazione con la Svezia, dove ha siglato tutte e quattro le reti lusitane. Con la maglia del Portogallo ha disputato 110 presenze realizzando 49 reti. E ha ancora 29 anni.

LA STELLA

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Chiaramente e indiscutibilmente la stella del Portogallo è Cristiano Ronaldo; avendone però già parlato nel paragrafo precedente, abbiamo scelto il portiere lusitano Rui Patrício come alternativa al Pallone d’Oro. Uno dei più giovani tra i titolari con i suoi 26 anni, Rui Patrício difende la porta del Portogallo sin dall’arrivo di Bento in panchina, a settembre 2010: in forza allo Sporting Lisbona, vanta 29 presenze con la nazionale maggiore, oltre che una lunga carriera nelle selezioni giovanili. Tra le sue peculiarità, Rui Patrício è ritenuto essere un ottimo pararigori, dote importante in competizioni con singoli incontri a eliminazione diretta, come sono appunto i Mondiali.

IL COMMISSARIO TECNICO

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Seppur giovane come allenatore (compirà 45 anni il prossimo 20 giugno), a Paulo Bento non manca certo l’esperienza in panchina: cittì della Nazionale dal 2010, ha ereditato la Seleção da Queiroz dopo le iniziali due sconfitte nel girone di qualificazione per gli Europei 2012. Con Bento alla guida, il Portogallo ha invertito la negativa tendenza iniziale, riuscendo a raggiungere il secondo posto e la qualificazione tramite playoff. L’ottimo Europeo (eliminazione subìta ai rigori dalla Spagna in semifinale) e il pass ottenuto per Brasile 2014 gli sono valsi altri due anni di contratto, che scadrà nel 2016.
In precedenza, ha vestito la maglia della Nazionale per 35 volte, partecipando a Euro 2000 e ai Mondiali del 2002; prima della Seleção lusitana ha allenato lo Sporting Lisbona, con il quale ha vinto due Coppe di Portogallo, una Supercoppa portoghese e una Taça da Liga. In Nazionale predilige il 4-3-3 (o, in alternativa, il 4-2-3-1), modulo che gli permette di sfruttare la grande qualità – e quantità – di esterni d’attacco che vanta il Portogallo.

LA FORMAZIONE TIPO (4-3-3)
Rui Patrício; João Pereira, Bruno Alves, Pepe, Fábio Coentrão; João Moutinho, Raul Meireles, Miguel Veloso; Nani, Hélder Postiga (Hugo Almeida), Cristiano Ronaldo.

VOTO GLOBALE: 7+
Inserita nel girone G – tra i più duri del Mondiale – insieme a Germania, Ghana e USA, la Seleção portoghese si presenta come una delle outsider più quotate. Dovesse infatti superare la fase a gruppi, gli incroci negli ottavi e nei quarti non sarebbe proibitivi. Squadra solida in difesa, ha nelle improvvise ripartenze la sua arma migliore, trovando in Cristiano Ronaldo il letale finalizzatore che in passato era spesso mancato. Dalla sua, il Portogallo ha sicuramente la compattezza del gruppo, oltre che un’ottima esperienza internazionale: l’undici titolare è infatti praticamente lo stesso che ha ben figurato nei passati Europei. I dubbi maggiori sulla squadra di Bento vertono sulle condizioni fisiche di tre uomini chiave come il sopracitato CR7, Pepe e Coentrão, e sulla mancanza di alternative di pari livello ai titolari.

https://www.youtube.com/watch?v=Ot7YbwrV4ww

Video: i quattro gol realizzati da Cristiano Ronaldo nella doppia sfida-spareggio con le Svezia, playoff di qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014.

Francesco Davide Scafà
Francesco Davide Scafà
Da Porto San Giorgio a Milano, passando per Monaco di Baviera. Da scout per Perform a Data Editor per DAZN, a SMM per Forbes Italia, oggi gestisce social e comunicazione per Betclic Italia, parlando di sport ed eSports. Polemico per natura e critico per vocazione.

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