Non ti basta mai, eh, Didier?

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Non ti basta mai.
Perché chi nasce vincente come te, caro Didier, difficilmente si accontenta.
Quella Coppa l’avevi sognata fin dal momento in cui eri arrivato in Francia con tuo zio e avevi appena deciso che diventare uno dei più forti centravanti di sempre, era addirittura più importante di provare a diventare uno dei migliori medici al mondo, l’altro tuo sogno nel cassetto.
Quella Coppa avevi iniziato a inseguirla quel giorno di fine estate, quel 16 settembre 2003, quando segnasti il tuo primo gol in Champions al Bernabeu, regalando un’illusione ai tifosi del Marsiglia in una partita poi finita 4-2, per gli altri. Segnare in uno degli stadi più prestigiosi del mondo il primo gol in Champions. Bel modo di prenderci gusto, no Didier?
Eppure in quel girone finisti per fare 5 reti in 6 gare, e una tripletta al Partizan Belgrado, tanto per far capire che eri un predestinato.
Io non mi soffermerò più di tanto sul fatto che in 8 anni al Chelsea ne hai fatti 34 in 69 gare in quella competizione e che quella Coppa, come una femme fatale, ti ha preso in giro così tanto che quasi avevi smesso di crederci.
Ti ferì quel goal fantasma di Luis Garcia, ma fece più male a Josè, che credeva in quella squadra e in te, al punto tale che non l’hai mai deluso.
Gli dicesti che avresti combattuto per lui e che non l’avresti mai tradito, così hai fatto.
Poi, nella finale del 2008, quella buccia di banana sulla quale scivolò J.T., proprio l’uomo che ti ha insegnato ad essere un leader. E a esultare fu un portoghese, ma non il tuo Josè che era già via da qualche tempo; a esultare fu quel Cristiano Ronaldo avversario di tante battaglie in giro per il mondo.
A volte però l’insistenza paga, e quella bella e luminosa donna è arrivata proprio nel momento in cui stavi invecchiando, cedendo al fascino dell’attaccante maturo, della punta navigata.
E tu… tu a 34 anni suonati prendi per mano una squadra ormai alla fine del suo straordinario ciclo, elimini il Napoli che aveva un piede e mezzo nei quarti, elimini il Benfica, superi l’ultimo Barca di Guardiola in semifinale e poi segni in finale contro il Bayern a Monaco. Ma non ti basta. Tu segni il rigore decisivo con l’ultimo pallone a disposizione con quella maglia, quella camiceta blu che era diventata la tua pelle.
E poi baciasti quella donna, quella coppa.
In un capolavoro Walt Disney, questo sarebbe il lieto fine, ma tu sei sempre stato più concreto rispetto alle fiabe, no Didier?
Per questo hai deciso di andare in Turchia, e di rimetterti in gioco, ancora una volta.
Cosa devi dimostrare Didier, cosa devi fare ancora?
Ah, devi lottare sotto la neve contro la migliore squadra di Italia e la devi eliminare fornendo a Wes la palla che ti permette di continuare a pensare di poterla baciare ancora.
Ingordo. Non ti basta mai.

Redazione
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