Dalle stelle alle stalle, come farà l’Anzhi a evitare la retrocessione?

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“Voglio scusarmi con tutti voi, tifosi e giornalisti, per il risultato e per la nostra prestazione, soprattutto quella del primo tempo. La nostra prova è stata davvero sconcertante, ognuno di noi può fare meglio. All’intervallo ho detto ai ragazzi che non potevano aver paura di giocare, sono giocatori professionisti e, in qualsiasi situazione, devo sputare sangue per la maglia. Di più, non posso fare.”

E’ un Gadzhiev cupissimo in volto quello che concede poche battute davanti ai giornalisti dopo la sconfitta casalinga col Tom Tomsk (0-2, ndr). La sua squadra in 24 partite ufficiali ha vinto soltanto in due occasioni, entrambe con i norvegesi del Tromsoe, e in campionato occupa tristemente l’ultima piazza, ancora alla ricerca di un successo. E l’incredibile qualificazione ai sedicesimi di Europa League, ottenuta grazia a un girone sicuramente inadeguato per una competizione gloriosa come la ex Coppa Uefa, non ha in alcun modo rasserenato l’ambiente.

A conti fatti la salvezza è ancora ampiamente alla portata. Sono solo 5 i punti che separano l’Anzhi dal Tom Tomsk, terz’ultimo e al momento qualificato per i play out: ma è proprio questo il problema, l’occasione clamorosa mancata ieri in casa proprio contro i siberiani. L’Anzhi ha già giocato in casa con buona parte delle dirette avversarie e non le ha mai battute, come può quindi pensare di imbastire una rimonta?

Tutti, chi più chi meno, sanno cos’è accaduto all’Anzhi la scorsa estate:nemmeno Kerimov, però, credeva che il suo club potesse sprofondare in una mediocrità di risultati e di gioco di questo tipo. Il presidente ha promesso rinforzi per gennaio, ma potrebbero non bastare: a tal proposito è lampante il caso dell’Alania, che lo scorso anno fece un mercato importante con acquisti del calibro di Vranjes, Drenthe, Chanturia, ma alla fine non riuscì mai realmente a impostare una risalita, totalizzando soltanto 8 punti in 11 partite (ma distruggendo i sogni di Europa League della Dinamo). E con il Terek penultimo il campionato russo potrebbe perdere definitivamente il caucaso, che soltanto qualche anno fa contava sullo Spartak Nalchik e sulla sopracitata Alania Vladikavkaz come ulteriori rappresentati.

I tifosi (i pochi rimasti, quelli veri) sono scontenti e soprattutto rammaricati, perchè non vedono via d’uscita. Rassegnati all’idea di non poter più vedere i grandi campioni e le coppe europee in Daghestan, speravano di ottenere una agevole salvezza. Ma, al momento, la squadra è di livello inferiore anche rispetto a quella che si prese Kerimov nel 2011, salvatasi soltanto grazie a due provvidenziali vittorie in casa degli amici Terek e Spartak Nalchik.

Ma, paradossalmente, non sono le occasioni perse, lo scarso livello dei giocatori o i pochi punti in classifica gli ostacoli principali per la rimonta, bensì il calendario: da qui alla fine l’Anzhi dovrà affrontare in serie Zenit, CSKA, Spartak, Rubin, Lokomotiv e Kuban, dovrà andare a Rostov, a Krasnodar e a Perm. Terribile, e gli scontri diretti con Ural e Tom Tomsk saranno fuori casa…

Michael Braga
Michael Braga
Grande appassionato di calcio russo, tifoso dello Zenit San Pietroburgo. Estimatore del calcio giocato nei luoghi meno nobili e più nascosti, preferirebbe vedere un Torpedo-Alaniya rispetto a uno Juventus-Milan.

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