Intervista a Barbara Benedetti, esterno del Chieti Femminile

-

Pubblichiamo come Redazione l’interbista a Barbara Benedetti, giocatrice in forza al Chieti giovane ma già con tanta esperienza.

Parlaci di come ti sei avvicinata al calcio e raccontaci la tua esperienza.

Ho iniziato a dare i primi calci al pallone in casa, per strada, all’oratorio, insomma dove capitava. Sono sempre stata un’amante di questo sport, ma prima di iniziarlo a praticare seriamente sono passati diversi anni. Difatti ho iniziato la mia “carriera” a 14 anni a Vasto marina, in una squadra di esordienti 7×7 misti. L’anno dopo sono passata alla San Paolo calcio Vasto femminile e lì ho giocato per 4 stagioni, in cui abbiamo vinto il campionato di C nel 2010 e  raggiunto due volte la finale di Coppa Abruzzo perdendole entrambe. Inoltre per tre anni di seguito sono stata chiamata in Rappresentativa. L’anno successivo, per l’università, mi sono trasferita a Bologna e ho giocato nell’Imolese, in serie A2. E’ stato l’anno del salto di categoria, tanto difficile quanto costruttivo. Ho giocato sia in prima squadra, ottenendo il quinto posto in classifica, che in primavera (under 19) vincendo il campionato regionale. Nella fase nazionale ci siamo scontrate con il Firenze e lì è finita la nostra esaltante stagione calcistica. In estate per diversi motivi sono tornata a vivere a Vasto, mi sono iscritta all’università a Chieti e ho iniziato a giocare in questa squadra.

In che  ruolo giochi? In che ruolo ti piacerebbe giocare e perchè?

Da quando sono arrivata al Chieti gioco mezz’ala sinistra, ruolo tutto nuovo per me, ma che sto cercando di imparare allenamento dopo allenamento. In passato ho giocato come esterno sia di centrocampo che d’attacco. Al momento non saprei dire in che ruolo preferisco giocare, l’importante è farlo e bene. L’unica cosa che posso dire è che un giorno mi piacerebbe riprovare a giocare esterno d’attacco perchè ritengo sia stato il ruolo in cui mi sono espressa meglio.

Dopo un anno nel quale hai giocato nell’Imolese cosa puoi raccontarci di questa esperienza? Differenza tra il calcio nel nord Italia e qui in Abruzzo. Cosa manca in Abruzzo?

Bhè, dell’esperienza all’Imolese avrei da dire molto! E’ stata fantastica, nonostante le molte difficoltà date da un ambiente del tutto nuovo, modi di fare e pensare differenti; è stato un anno costruttivo  che mi ha aperto gli occhi su diversi aspetti della mia vita. A livello calcistico c’è una differenza abissale tra il nostro calcio e quello del Centro-nord. Lì si cerca di vivere da “professionisti”, le squadre hanno un settore giovanile invidiabile: si parte dalle pulcine fino ad arrivare alle prime squadre. Penso che queste enormi differenze siano dovute ad aspetti economici in primis e poi di mentalità. In Abruzzo in particolare, i fondi economici sono scarsi (non a caso l’anno in cui vincemmo il campionato con la San Paolo Vasto non ci potemmo iscrivere al campionato di B) e, a mio parere, non c’è una mentalità di chi vuol cambiare. Non si prendono iniziative o, se ci sono, non vengono seguite.

Incontri difficoltà nel conciliare studio e allenamenti?

Quattro giorni su sette parto da Vasto per venire a fare allenamenti e partite, senza contare che durante la settimana ho anche le lezioni all’università. Vi sono giornate in cui esco alle 7 la mattina con il borsone, vado a lezione e poi allenamento, per tornare a Vasto in tarda serata. Sicuramente rispetto ad altre mie compagne di università ho meno tempo da trascorrere sui libri, ma penso che organizzando in modo giusto gli orari e i vari impegni, si possa fare tutto.

Che persona sei in campo e fuori dal campo?

In campo mi sento un’operaia, cerco di lavorare per la squadra e di dare tutto. Sono consapevole dei miei limiti, non sono la fuoriclasse che cambia la partita, ma il cuore ce lo metto sempre. Fuori dal campo sono una di quelle ragazze che o piace o non piace. Dico sempre quello che penso e spesso proprio per questo risulto antipatica, ma chi mi sta vicino può confermare che so far divertire e sorridere. Amo stare in compagnia dei miei amici e del mio ragazzo per farci due chiacchiere e bere qualcosa insieme.

Cosa fa la differenza in una squadra di calcio femminile secondo te?

Penso che la differenza maggiore la faccia il gruppo. In una squadra femminile un gruppo compatto può dare tanto sia dentro che fuori dal campo. Se ci dovessero essere degli screzi tra noi tutto andrebbe a ripercuotersi in campo. Sapete come siamo fatte noi donne!!

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

MondoPallone Racconta… Tutti in ritiro!

  Il pessimo inizio di stagione del Milan ha portato la dirigenza rossonera a rispolverare un vecchio rimedio per riacquistare concentrazione e cattiveria agonistica: il...
error: Content is protected !!