Lezioni di NFL: c’è chi gioca e chi legge

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Questa settimana ci addentriamo brevemente nell’aspetto più tattico del gioco del football, perchè in settimana abbiamo ricevuto una mail da un lettore (che ringraziamo) che chiedeva appunto se ci fossero risorse per approfondire questo cruciale aspetto.

A livello “basso” il football viene insegnato dal lato fisico e tecnico. Come evitare di farsi male, come correre, come tenere la palla, come lanciare. Parliamo dei giovani o dei campionati minori e amatoriali. Manmano che il livello tecnico sale (e non escludiamo le nostre latitudini) si passa ad un insegnamento di tipo prettamente tattico, come d’altronde succede nella maggior parte degli sport.
Si sa che il modo più veloce di raggiungere un primo down è quello di lanciare. Ma cosa ha determinato il fatto che ora la NFL sia una lega prettamente “di passaggio”? Diciamo che il precursore degli insegnamenti tattici offensivi sofisticati è Sid Gillman, allenatore dei San Diego Chargers negli anni ‘60.
Egli divise il campo in tre aree concentriche. L’area tra gli hashmark (quelle piccole righe che vediamo sul campo e che delimitano l’area da cui si tirano i field goal), quella tra i numeri ed il resto, fino alla sideline (linea di fine campo in senso orizzontale). In questo modo, verticalmente, si divide il campo in cinque zone. Ci deve essere un giocatore ricevente (un wide receiver, un tight end, un runningback o anche un uomo di linea dichiarato ricevente) in ogni zona, in modo da dare la scelta al quarterback su chi utilizzare.
La tracce dei riceventi (dette routes) vanno proprio a coprire queste zone. Tali route hanno varie caratteristiche; possono essere a ricciolo (curl), verso l’esterno (out), a tagliare al centro (slant), o combinate (out&up eccetera). Ci sono molti esempi.

Una volta al quarterback bastava vedere cosa faceva un giocatore difensivo per capire se dietro o davanti a lui c’era lo spazio per il passaggio ricevibile, ora la NFL è cambiata anche in difesa e gli schemi di contenimento stanno diventando incredibilmente sofisticati.
E’ per quello che il quarterback deve essere un grande studioso del gioco, per capire anche solo dall’allineamento difensivo dove dovrà piazzare il pallone, quali tracce dovrà richiedere ai suoi riceventi e quali opzioni avrà in caso di movimenti inaspettati dei difensori stessi. Ed è per quello che vedete i migliori quarterback della lega parlare, avvicinarsi ai ricevitori, chiedere alla linea offensiva un movimento preciso, cambiare l’allineamento anche più volte prima dello snap che da il via al gioco. Il regista divide il campo nelle cinque zone di Gillman e va a coprire con un ricevitore quelle che ritiene saranno libere da lì a dieci secondi. Oppure ce ne mette due ad altezza diversa, o tre. Si dice che legge la difesa ed agisce di conseguenza.

I quarterback migliori della NFL guadagneranno anche tanto, ma il lavoro dietro quei 60 minuti alla settimana in cui giocano è impegnativo. Visionare filmati, studiare allineamenti difensivi e comportamenti dei giocatori, sincerarsi che i riceventi seguano le tracce in allenamento come da copione. Poi, durante la partita, esaminare ancora la difesa avversaria, capire dove si può colpire, dove si sbaglia, chi sbaglia. Non vogliamo giustificare i milioni e milioni di dollari di guadagno, ma quantomeno notifichiamo un livello di professionalità alle stelle dietro una vittoria o una sconfitta.

Vi lasciamo con il solito indice delle vecchie e nuove lezioni, e vi ricordiamo che il sottoscritto nel weekend sarà a Londra per le International Series (di cui trovate spiegazione in uno dei link qui sotto). Per chi viene auguriamo una buona partita, per chi non è riuscito a prendere il biglietto ricordiamo che di solito a gennaio inizia la vendita dei tagliandi per il prossimo appuntamento. E per chi, come il nostro lettore, vuole approfondire l’aspetto tattico, segnaliamo questo fantastico sito (in inglese).

Il quarterback ed i passaggi
Il controllo del cronometro
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La matematica nel football
I tipi di attacco
Allineamenti difensivi: 3-4 e 4-3
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Dario Alfredo Michielini
Dario Alfredo Michielini
È convinto la vita sia una brutta imitazione di una bella partita di football. Telecronista, editorialista, allenatore. Vive di passioni quindi probabilmente morirà in miseria. Gioca a golf con pessimi risultati; ma d'altra parte, chi può affermare il contrario?

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