Lezioni di NFL: New England Patriots – Denver Broncos

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Continua lo spazio dedicato da MondoSprto alla NFL. Questa settimana ci soffermiamo sulle chiavi tattiche elementari della blasonata sfida del Gillette Stadium tra due quarterback che hanno fatto la storia del football moderno.

Che la partita del Gillette Stadium di Foxboroguh, nel Massachussetts, fosse importante ve l’avevamo detto settimana scorsa. Davanti si trovavano Peyton Manning, vincitore di un SuperBowl e 4 volte miglior giocatore (MVP– Most Valubale Player) della NFL e Tom Brady, 3 SuperBowl (più 2 persi), e detentore del maggior numero di touchdown in una singola stagione. Questi due quarterback hanno fatto la storia per una serie di ragioni che ignoreremo oggi, ma che giustificano appieno la presenza di questa partita in questo spazio.

I due QB (ruolo che prevede di orchestrare l’attacco di una squadra e che implica la conoscenza minuziosa degli schemi) ci danno infatti l’occasione per parlare della gestione della partita, argomento cardine per capire come una partita in NFL possa finire 57-32 e quella dopo 9-6.
Il football è infatti da considerare come una lotta contro l’avversario per occupazione territoriale, in cui il tempo decide chi vince e l’andamento generale della partita. Essa è divisa in 4 quarti da 15 minuti l’uno. Dopo i primi due quarti c’è un intervallo più lungo, dopo il quale la palla viene ri-calciata (kick-off) come ad inizio partita, ovviamente a parti inverse: chi ha calciato all’inizio riceve nel terzo quarto, e viceversa.
Fin qui nulla di strano, abbiamo suddiviso i 60 minuti in due sottoinsiemi da 30. Questi ultimi vanno ancora divisi per ogni serie offensiva delle squadre (drive), che ovviamente tengono palla più o meno a seconda della loro bravura, o delle scelte tattiche.

Come avviene questo? Stabiliamo come il tempo (effettivo) si ferma e come continua a scorrere.
Il tempo si ferma se: 1) un giocatore esce dal campo con la palla in mano 2) c’è un timeout 3) c’è un passaggio incompleto, cioè non ricevuto 4) in caso di turnover, cioè quando la palla passa all’altra squadra.
Altrimenti continua sempre a correre! Obiettivo primario di tutte le squadre NFL è gestire il cronometro, cioè essere in attacco il maggior tempo possibile. In questo modo gli avversari hanno meno occasioni per segnare, e la loro difesa si stanca. Un drive che occupa 5 minuti effettivi è un ottimo drive, per dare un’idea delle misure.

NFLVeniamo all’approccio utilizzato in partita dai Denver Broncos. Sotto 14-7 a 8 minuti dalla fine del secondo quarto, hanno palla in mano. La mossa suggerita da qualsiasi analista sarebbe stata quella di correre, fare passaggi corti, mantenere il pallone. L’attacco dei New England Patriots era infatti sembrato irresistibile, e ridare loro la palla prima del fischio finale dei primi 30 minuti si sarebbe probabilmente rivelato grave. Ovviamente la difesa di New England avrebbe risposto con una difesa migliore sulle corse, per bloccare quelle dell’avversario. Altre conseguenze ne sarebbero scaturite (più spazio per Manning ed i suoi ricevitori, possibilità di guadagni più alti), ma vi siete resi conto di come la gestione del cronometro sia cruciale, il vero elemento che decide come le partite vanno a finire.
Nello specifico, Manning ha lanciato un incompleto (fermando il cronometro) e sul drive successivo New England avrebbe segnato il 17 a 7 prima di andare negli spogliatoi.

Venendo alla matematica: ogni squadra in attacco ha 40 secondi per mettere la palla in gioco. Che il cronometro della partita (game clock) sia fermo o corra, ne ha sempre 40. Ipotizziamo che una squadra ci metta tre tentativi per avere il primo down sempre, che parta dalle proprie 20 yarde e che non guadagni mai più delle 10 yarde richieste per il primo down. Per coprire le 80 yarde che la dividono dal touchdown ci metterebbe 960 secondi, 16 minuti. Sarebbe un drive perfetto!
Chiaramente, non può mai essere così perchè sarebbe troppo rischioso non chiudere i down con le occasioni che si presentano (passaggi lunghi, passaggi esterni che fanno uscire dal campo il ricevitore, ecc), ma una squadra con un buon runningback (il corridore che porta avanti la palla quando non c’è un passaggio a farlo) o con un sistema di gioco di lancio corto effettivo può riuscire ad avere drive anche di 8 minuti.

Tornando alla partita in oggetto, quando Manning si è ritrovato sotto 31 a 7 ha iniziato a lanciare lungo, esterno, chiamare timeout (ogni squadra ne ha 6 a partita) ed è arrivato al 31 a 21 finale, insufficiente per vincere ma  abbastanza per farci dire che ha il polso della sua nuova squadra e che i Broncos possono incrementare il ritmo della partita a piacimento. La grandezza di Tom Brady e Peyton Manning non è quindi quella di essere dei passatori di talento (ce ne sono tanti) ma bensì quella di utilizzare le loro caratteristiche all’interno di un contesto di squadra preciso, di sapere quando e come preferire un passaggio ad un altro, una giocata ad un’altra.

Tenendo la palla si evitano problemi, ma badando più a tenerla che a giocare forse non si raggiunge il primo down. Sul filo di questo equilibrio si dipanano le partite e si divide la vittoria dalla sconfitta.

La giornata

In giro per la lega più bella del Mondo molti risultati netti.
Baltimore ha vinto solo 9 a 6 contro i derelitti Chiefs, alla prima prestazione difensiva degna di nota della loro stagione. I Ravens guidano quindi la AFC North, division nella quale vincono i Pittsburgh Steelers (16-14 contro gli Eagles di Michael Vick) e perdono invece Cleveland Browns e Cincinnati Bengals. La AFC South ha riservato la sorpresa della giornata, con gli Indianapolis Colts vincenti in casa contro i Green Bay Packers per 30-27.  Male i Tennessee Titans (30-7 dagli ottimi  Minnesota Vikings) e i Jacksonville Jaguars, umiliati dai Chicago Bears.

Cappotto anche per i San Francisco 49ers (45-3 la vittoria su Buffalo) e prima vittoria stagionale per la nobile decaduta New Orleans ai danni di San Diego. Gli Atlanta Falcons rimangono senza sconfitte dopo aver battuto negli ultimi minuti i Washington Redskins, mentre stanotte sarà il turno dell’altra imbattuta Houston Texans prendersi cura degli indeboliti New York Jets.

L’appuntamento con l’NFL è per settimana prossima. Vi ricordiamo che qui trovate il Power Ranking di settimana ed altre informazioni su questo grande sport.

Dario Alfredo Michielini
Dario Alfredo Michielini
È convinto la vita sia una brutta imitazione di una bella partita di football. Telecronista, editorialista, allenatore. Vive di passioni quindi probabilmente morirà in miseria. Gioca a golf con pessimi risultati; ma d'altra parte, chi può affermare il contrario?

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