I dieci incubi del tifoso dell’Inter

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La propria squadra del cuore, si sa, oltre alle gioie provocate per un gol o una vittoria, riesce a regalare ai propri tifosi anche dei veri e propri incubi, brutti sogni ad occhi aperti che non si identificano necessariamente in un gol subito o in una sconfitta contro i rivali di sempre, ma in piccole — ma ormai intollerabili — abitudini che rovinano le ore passate davanti alla TV o allo stadio a guardare i propri beniamini.

In queste poche righe abbiamo deciso di provare a racchiudere i dieci incubi che il tifoso dell‘Inter non vorrebbe mai più vivere:

  1.  Il terzino sinistro. Ogni tifoso interista alla vista delle formazioni ufficiali guarda sempre il terzino sinistro. È dai tempi di Roberto Carlos (stagione 1995-1996!) che ogni anno c’è una pippa colossale. Passiamo dai Gresko ai Georgatos, dai Colonnese ai Pistone, dai Silvestre (quello francese) ai Gilberto, dai Serena ai Coco. Insomma una lista infinita di giocatori che già definirli tali è un eufemismo.
  2. Il cross. Mi spiego meglio, avete mai visto un giocatore dell’Inter mettere un cross decente? La risposta è NO! Non ci credete? Faccio un rapido elenco delle famosi “ali” passate nelle ultime 10 stagioni all’Inter. Conceição, Okan Buruk, Eriberto (si a quei tempi si chiamava così), Morfeo, Robbiati, Dalmat, Guglielminpietro, Kily González, Mancini (quello brasiliano), Santiago Solari, van der Meyde, Mariano Gonzalez, Cesar, Schelotto e finiamo con il supremo Ricardo Quaresma. Ora ci credete?
  3. La stella sudamericana. Qui siamo nel campo dei bidoni. L’Inter, da grande società, ha sfornato innumerevoli colpi di mercato provenienti dal sudamerica rilevati sempre dei giocatori buoni solo a scaldare la tribuna. Chi si ricorda del mitico Sixto Peralta? Vogliamo parlare di Vampeta? Se vi dico Antonio Pacheco? Foquinha Kerlon? E negli ultimi due anni con Coutinho e Alvarez? Tralasciamo volutamente i difensori Vivas, Sorondo e Gamarra che è meglio…
  4. Il giovane della primavera. A parte Balotelli e Santon, ovviamente venduti, i tifosi interisti ricordano una miriade di giovani giocatori che sul finire di ogni stagione venivano definiti come “la stella del futuro”. Rappresentante massimo di questa categioria è tale Goran Slavkovski che Roberto Mancini fece esordire in Serie A a 17 anni e 1 giorno divenendo così il più giovane giocatore ad esordire con la maglia dell’Inter togliendo il record a Beppe Bergomi. Voi sapete che fine ha fatto? Wikipedia dice che attualmente è senza contratto dopo aver disputato ben 5 gare nel 2011 con il Limhamn Bunkeflo, squadra di terza divisione svedese…fate un po’ voi…
  5. La scelta dell’allenatore. Togliendo Mancini (solo per alcuni a dir la verità) e l’intoccabile Mourinho,  la scelta dell’allenatore ad ogni inizio stagione è un vero supplizio per ogni tifoso interista. Negli ultimi 15 anni hanno allenato la squadra neroazzurra almeno una cinquantina di allenatori o pseudo tali. Due le stagioni che fanno ben comprendere la situazione: 1998-1999: iniziò Simoni, poi subentrò Mircea Lucescu ma venne anch’egli esonerato in favore di Castellini. Ques’ultimo durò ben una gara per poi venire sostituito da Hodgson, licenziato la stagione prima. Stagione 2011/2012: Gasperini inizò l’anno, Ranieri tentò l’impresa ma alla fine a guidare la squadra all’ultima giornata fu Stramaccioni. Insomma un disastro dietro l’altro.
  6. Le cavalcate di Lucio. Quando partiva palla al piede dalla difesa e cercava, senza mai riuscirci, di involarsi per vie centrali erano dolori per tutti. Solo con Mourinho, che probabilmente lo pestava nello spogliatoio se varcava la linea di centrocampo, non faceva queste sue rapide incursioni. Andato via lo Special One il brasiliano ha ripreso a cavalcare cercando dribbling impossibili che, a detta sua, dovevano riuscirgli (visto che era brasiliano).
  7. Le scuse di Stramaccioni. Dopo essere entrato nel cuore dei tifosi con il “Bene, bene” esce dalle parti basse con un “Male, male”. Dopo un inizio incoraggiante il tecnico soffre tutta l’inesperienza adducendo scuse poco plausibili e attaccandosi sempre a infortuni e arbitri. Il tecnico però dimentica errori grossolani come aver voluto Tommaso Rocchi come vice Milito e Schelotto come laterale.
  8. Il mercato. Rimaniamo nell’ambito delle ultime 2-3 stagioni (non andiamo più indietro solo per motivi di spazio): grandi nomi, attaccanti fortissimi e poi in chiusura arriva il giocatore più scarso che era disponibile. Forlan, Zarate, Castagnois, Jonathan, Silvestre, Schelotto, Rocchi, Mudingayi, Gargano…ok mi fermo perchè è come sparare sulla croce rossa.
  9. Le interviste di Moratti. La sequela di “informazioni plausibili” che spesso escono dalla bocca del presidentissimo nerazzurro lasciano tanto di stucco l’uditorio della Beneamata quanto riescono a riempire puntualmente di gaudio il popolo dei media. Mezze frasi sui massimi sistemi corrotti, conferme provvisoriamente definitive del mister in carica, sentenze incomplete, delegittimazioni pubbliche di dipendenti della società scelti o perlomeno avallati dallo stesso MM; il tutto completato da industriali dosi dell’ormai celeberrima “simpatia”, distribuita a destra e a manca. Un esempio? Le dichiarazioni post contestazione in occasione della sfida casalinga con la Lazio si commentano da sé: “Non so nemmeno io come rispondere a quelle domande, in effetti me le farei anch’io. Le risposte sono difficili da dare e non saprei come darle. Ci vuole una società più forte“.
  10. Tutte le parole che contengano Maggio accanto al numero 5. Quando un interista al mercato legge: “In oMaggio 5 euro di spesa”, “Offerta speciale: forMaggio 5 euro al kg”…pensa subito a quella data. Ma quale data? Io l’ho dimenticata… si, magari!

 

Demetrio Bertuletti
Demetrio Bertuletti
Nella vita è un carpentiere meccanico, ma si diletta nell'essere un giornalista. In più fa il marito. Nel tempo libero gioca a Football Manager, e quando riesce dorme.

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