Roma è impenetrabile: il generale Petković vince gli ateniesi

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Partita chiave per la Lazio nell’equilibrato girone J: gli uomini di Petković sono chiamati alla vittoria, al fine di non perdere la testa del girone e di non far rientrare in corsa il coriaceo Panathinaikos, che ha imposto loro il pareggio in extremis all’OAKA di Atene.
L’allenatore bosniaco rivoluzione la squadra che scese in campo in quella gara: l’unico superstite della difesa è Ciani (out Konko, Dias e Cavanda, dentro Scaloni, Radu e Cana), Onazi rileva Hernanes a centrocampo, dietro il trio Floccari, Zarate e Kozak, dei quali solo l’italiano fu titolare in Grecia.
Jesualdo Ferreira si affida agli dèi dell’Olimpo e schiera a sorpresa Christodoulopoulos (ripresosi a tempo di record) in fascia, insieme a Quincy a supportare Toché (a segno da tre partite consecutive), ma l’assenza di Sissoko è pesante. A centrocampo, oltre a Zeca e Vitolo, non c’è Fourlanos bensì un Chouchoumis adattato mediano (come si era visto nel derby di domenica); in difesa sbuca l’opzione meno probabile: Vyntra centrale con Velazquez. Seitaridis e Spyropoulos terzini.

UN KOZAK “SEGNATO” NE SEGNA DUE. All’Olimpico si possono sentire chiaramente i commenti in campo, tanto lo stadio è vuoto: se gli spalti dell’OAKA erano stati definiti “desolanti” da qualcuno, non so che aggettivo si possa estrarre dal dizionario per definire lo stadio romano stasera. Per il primo quarto d’ora, la partita procede lenta: le squadre si studiano, le difese si chiudono molto bene ogniqualvolta gli avversari attacchino e le stesse ripartenze stentano a decollare. Il Panathinaikos attacca esclusivamente sulle due fasce, come ci ha abituato, e Scaloni e soci si devono guardare da Toché (sul quale viene modellata una solida gabbia) e, soprattutto, da un indiavolato Quincy, l’unico a dare ai greci un minimo di brio. La Lazio, dall’altra parte, è più presente nella metà campo avversaria e mira perlopiù ad attaccare centralmente, cosa che inizialmente risulta abbastanza difficile, causa difesa verde molto folta (Vitolo e Chouchoumis sempre a raddoppiare, insieme alle ali). Questo rende gli ateniesi immobilizzati in retroguardia dal 20′ in poi: in quel minuto l’ottimo Cana ha chiuso benissimo su Toché, che avrebbe segnato facile sul cross di Spyropoulos. Al 22′ arriva la risposta laziale: Kozak protegge di fisico la palla sul pressing di Vyntra, si gira ed estrae dal cilindro un campanile da insegnare nelle scuole calcio, col quale fulmina Karnezis. Al 24′ Seitaridis piazza i tacchetti sul cranio dell’autore del gol, ma l’unico “rosso” che si vede è il sangue perso copiosamente dal ceco. L’inturbantato Kozak fa 2-0 al 40′, quando Chouchoumis (che il furbissimo Petković fa pressare costantemente per mandarlo in confusione) effettua un passaggio suicida in orizzontale al limite dell’area, che il numero 18 deposita in rete, stupefatto. Il doppio vantaggio non sembra recuperabile da questo Pana, nemmeno sfoderando la sua classica astuzia.

” PETKO” METTE I TITOLARI, LA PARTITA NON CAMBIA. Al rientro, le squadre sono invariate. Petropoulos è subentrato a Toché già nel primo tempo e questa è una delle cause della perdita di peso offensivo da parte dei verdi. Il Panathinaikos prova a condurre il gioco a inizio frazione, ma risulta poco concentrato, forse già con la testa sull’aereo: sbaglia gli appoggi ed è fortemente impreciso nelle aperture. La Lazio tiene palla e prova ad addormentare la partita, ma, a quanto pare, Petković ha imparato sulla sua pelle che le greche non sono mai morte finché l’arbitro non fischia: entrano Hernanes e Klose, forse per una sgambata pre-derby, più probabilmente per tenere il ritmo e trafiggere definitivamente il Pana. Al 57′ la punizione di Maurito Zarate dà solo l’illusione del gol, che però arriva puntuale due minuti dopo: sempre dal piede dell’argentino parte un cross da calcio piazzato, che Floccari incoccia di testa per il 3-0 finale. Il numero 33 mette a punto anche un pregevole tiro al volo, che viene bloccato da Karnezis, i cui guantoni sono sempre caldi, poiché i bianco-celesti bersagliano spesso la porta con dei tiri dalla distanza. Gli ultras del Panathinaikos cantano e spingono, come loro solito, fino alla fine; i tifosi laziali esultano: “Petko” tiene la Lazio in cima alla classifica e vince uno scontro chiave, in attesa dell’arrivo del Tottenham il 22 novembre. Si spera in uno stadio maggiormente abitato: la gara è di quelle che segnano la stagione europea.

 

LAZIO – PANATHINAIKOS3-0 (2-0).
Lazio (4-3-1-2): Marchetti; Scaloni, Ciani, Cana, Radu; Ledesma (80′ Lulić), Onazi, Gonzalez (67′ Hernanes); Zarate; Floccari, Kozak (75′ Klose). A disp.: Bizzarri, Mauri, Biava, Candreva. All.: Petković.
Panathinaikos (4-3-3): Karnezis; Seitaridis, Vyntra, Velazquez, Spyropoulos; Vitolo, Chouchoumis (59′ Mavrias), Zeca (78′ Lagos); Quincy, Toché (23′ Petropoulos), Christodoulopoulos. A disp.: Barbarouses, Lagos, Fourlanos, Kapino, Triandafyllopoulos. All.: Ferreira.
Arbitro: Robert Schörgenhofer.
Marcatori: 23′, 40′ Kozak, 59′ Floccari.
Note: ammonizioni: Cana (L), Seitaridis, Velazquez, Vitolo (P).

Francesco Piacentini
Francesco Piacentini
Pavese classe '91, laureato in scienze politiche, per lui lo sport è uno specchio su cui si riflette la storia di un popolo. Stregato dal calcio inglese e greco, ama la politica, l'heavy metal e il whiskey.

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