Rugby: Italia-Nuova Zelanda e il bisogno di emanciparsi

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Sfida ai migliori, ai mostri, ai maestri. Italia-All Blacks è soprattutto una festa, dello sport in generale oltre che del rugby. La nazionale più famosa nella storia della palla ovale fa capolino a Roma, nell’ambito di un tour europeo che l’ha già vista schiacciare la Scozia. Intrufolandosi su terreni di gioco solitamente esclusiva delle partecipanti al Sei Nazioni, i “Tutti Neri” difficilmente concederanno qualcosa: è rugby, il concetto di “amichevole” da snobbare o in cui metterci metà dell’impegno non esiste.

Su queste pagine, tuttavia, vorremmo porre delle domande: è davvero utile farne solo una festa? Non sarebbe il caso di emancipare una nazionale che nel bene o nel male la sua esperienza l’ha fatta, e anche solo provare a pensarci? A considerare l’arrivo nel paese di Dante di questi poeti dello sport  una partita e basta?

L’idea di molti, a quanto si legge in giro, è che questa Italia abbia bisogno finalmente di passi avanti. Smettere di accontentarsi, di perdonare questo o quell’errore “perché si sono impegnati” è la chiave di volta per la crescita definitiva, perché la gestione Brunel sia davvero in controtendenza rispetto alle precedenti, perché se e solo se gli Azzurri avranno perso senza le disarmanti ingenuità che spesso commettono, se e solo se questa touche e quella pulizia del punto di incontro saranno fatti bene, ci sarà di che essere orgogliosi. Vorrà dire che loro hanno vinto perché più forti, come fatto per esempio nella finale dell’ultima Coppa del Mondo, contro una Francia héroïque, dissero i giornali d’oltralpe.

La prova perfetta, insomma. Sappiamo che è chiedere molto, ma serve emanciparsi dalla  cultura del “premiamo l’impegno“. Quello è sottinteso, almeno nel rugby. Si parte alle 15 di Domani all’Olimpico di Roma, previsto il pubblico delle grandi occasioni. Arbitrerà l’irlandese Alain Rolland, una garanzia ad alto livello.

Italia: 15 Masi, 14 Venditti, 13 Benvenuti, 12 Sgarbi, 11 Bergamasco, 10 Orquera, 9 Gori, 8 Parisse (c), 7 Favaro, 6 Zanni, 5 Minto, 4 Pavanello, 3 Castrogiovanni, 2 Ghiraldini, 1 Lo Cicero. A disp.: 16 Giazzon, 17 De Marchi, 18 Cittadini, 19 Geldenhuys, 20 Bergamasco, 21 Barbieri, 22 Botes, 23 McLean

Nuova Zelanda: 15 Barrett, 14 Gear, 13 Smith, 12 Ma’a Nonu, 11 Savea, 10 Cruden, 9 Smith, 8 Read (c), 7 Cane, 6 Messam, 5 Retallick, 4 Williams, 3 Faumuina, 2 Mealamu, 1 Woodcock. A disp.: 16 Coles, 17 Crockett, 18 Franks, 19 Whitelock, 20 Vito, 21 Kerr-Barlow, 22 Carter, 23 Jane

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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