UFC 229: McGregor vs Nurmagomedov – l’evento dell’anno

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Si terrà sabato 6 ottobre, nella prestigiosa T-Mobile Arena di Las Vegas (Nevada) – ormai riconosciuta come il tempio delle arti marziali miste – l’evento più importante dell’anno in ambito Ultimate Fighting Championship e probabilmente di tutti gli sport da combattimento in generale. I fari quella notte saranno infatti tutti puntati su quell’ottagono di UFC 229 che nel main event – valevole per il titolo dei pesi leggeri – vedrà sfidarsi l’ex campione del mondo dei pesi piuma e pesi leggeri Conor McGregor e l’attuale detentore del titolo pesi leggeri Khabib Nurmagomedov.

Un’attesa infinita per una sfida tutta a stampo europea (irlandese McGregor e russo Nurmagomedov) che ha saputo conquistare l’hype anche di una nazione fortemente patriottica come gli Stati Uniti. Ma l’eco di questo incontro ha sconfinato ben oltre gli States, grazie principalmente a Conor McGregor che in pochi anni – dal momento del suo esordio in UFC – ha raggiunto una tale notorietà da farne un soprannome, The Notorious appunto. Una fama creatasi inizialmente grazie a un talento sconfinato e a una scalata al successo forse unica nella storia delle Arti Marziali Miste, ma poi esplosa in modo smisurato – al di là della carriera sportiva – con quell’immagine del bad boy, presente sin dagli albori della sua carriera ma ora orchestrata perfettamente, che ha saputo catapultarlo tra i personaggi mediatici più famosi al mondo (sono più di 26 milioni i followers dell’irlandese su Instagram). Un Conor McGregor 2.0 che sembra quasi aver oscurato il precedente. Da “semplice” fuoriclasse sportivo a ragazzaccio icona della moda, del lusso e di uno stile di vita arrogante e supponente.

Se da un lato abbiamo l’amato/odiato Conor McGregor nell’altro angolo ci sarà il daghestano Khabib Nurmagomedov. Non una stella mediatica come l’irlandese ma un avversario dalla caratura elevatissima, basti pensare che l’atleta russo nelle Arti Marziali Miste vanta in carriera un record di ventisei successi e zero sconfitte, contro tanti avversari prestigiosi tra cui anche l’ex campione del mondo dei pesi leggeri Rafael Dos Anjos.

Sarà uno scontro tra due fuoriclasse assoluti di questo sport che si giocheranno qualcosa di ancora più importante del titolo pesi leggeri in palio. Conor McGregor ritorna dopo quasi due anni di assenza in un ottagono UFC, l’ultima volta sconfisse Eddie Alvarez – il 12 novembre 2016 – laureandosi campione dei pesi leggeri, diventando il primo lottatore di sempre a detenere due cinture UFC contemporaneamente (l’altra, quella dei pesi piuma, la conquistò contro Jose Aldo a UFC 194). A quasi settecentotrenta giorni di distanza da quella notte l’irlandese è stato privato di entrambe le cinture per la prolungata assenza dall’ottagono, ma sabato ritornerà sul palco che ha lanciato la sua stella per dimostrare che il re è ancora lui. Khabib Nurmagomedov lotterà invece per difendere il proprio titolo pesi leggeri, la sua imbattibilità che dura da dieci anni e per essere il secondo uomo in UFC, dopo Nate Diaz, a sconfiggere Conor McGregor. Non ci sarà in palio solo un titolo, ma l’etichetta – riconosciuta a livello globale – di migliore al mondo, nel match probabilmente più atteso della storia UFC tra due fighters differenti dentro e fuori l’ottagono.


Sabato non sarà comunque solo McGregor-Nurmagomedov. La main card di UFC 229 vanterà infatti un co-main event di livello assoluto tra Tony Ferguson ed Anthony Pettis, con i vincitori di questi due match di cartello che finiranno molto probabilmente per essere avversari nel prossimo futuro sempre per il titolo dei pesi leggeri.

UFC 229

Main Card

Lightweight: Khabib Nurmagomedov (c) vs. Conor McGregor

Lightweight: Tony Ferguson vs. Anthony Pettis

Light Heavyweight: Ovince Saint Preux vs. Dominick Reyes

Heavyweight: Derrick Lewis vs. Alexander Volkov

Women’s Strawweight: Michelle Waterson vs. Felice Herrig

Davide Zanetti
Davide Zanetti
Studente di comunicazione. Cresciuto nel mondo dello sport, patito di calcio, basket e ciclismo. “Malato” di tecnica e tattica, con un trascorso più da calciatore che da giornalista.

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