RSL svizzera: il punto sul campionato

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La Raiffeisen Super League svizzera è ormai arrivata all’11° turno. Ovviamente, è presto per fare pronostici; tuttavia, può essere utile provare a vedere come stanno andando le cose, analizzando prestazioni e momento attuale, soprattutto delle squadre in lotta per il titolo.

A noi (ma chi ci segue lo sa) piace da sempre il San Gallo di Contini. Certo, “È l’emblema di un calcio svizzero di bassa qualità”, “Queste squadre sono il motivo per il quale a nessuno oltre confine viene in mente di vedere il calcio elvetico”: ne abbiamo sentite tante. A noi, invece, è piaciuto il carattere con il quale i brodisti, tritati prima della pausa dalla capolista Young Boys, sono andati a giocare in Vallese: calma e fiducia nei propri mezzi, contro un Sion con la bava alla bocca, che ha colpito due legni nei primi 20′ scarsi di partita. La realtà è che i biancoverdi, davanti, hanno dei giocatori che vedono la porta, e che sanno sfruttare le occasioni che si procurano con delle ripartenze velenosissime. Il campionato, in Svizzera, dura 38 giornate, e va lontano chi riesce a essere regolare: vedremo dove troveremo Contini a fine torneo.

La capolista aveva (per sua fortuna) messo del fieno in cascina, che è servito in questa inattesa ripresa dopo la sosta. I gialloneri, in Svizzera francese, hanno perso per una distrazione difensiva del solito Nuhu, a tempo praticamente scaduto: Hütter dovrà lavorare molto, sotto questo aspetto. Anche perché, dietro, corrono. Lo Zurigo, a Thun, grazie anche a una svista arbitrale (il gol del pareggio dei bernesi era buono) ha offerto una buona prestazione, così come il Basilea a Lugano (nella foto, l’allenatore dei renani, Wicky): bastano due o tre risultati negativi di fila, per trovarsele tutte addosso.

Il Grasshopper ha gocato una partita interlocutoria, facendo un passo indietro, nel gioco e nel risultato: il cinismo può andare bene a Lugano ma, alla lunga, potrebbe non bastare. Il Lucerna, infatti, al Letzi, avrebbe probabilmente meritato di più: e questo deve fare preoccupare soprattutto il Lugano. La sensazione, infatti, guardando le squadre che stanno nella parte destra della classifica, è che abbiano tutte qualcosa in più dei ticinesi.

Lo abbiamo scritto un paio di giorni fa, parlando della deludente prova del Lugano, sabato sera: una delle squadre che sta facendo meglio, in questo scorcio di torneo, è il Losanna di Celestini. I romandi, nelle ultime 6 partite di campionato, hanno messo insieme una striscia davvero notevole: 4 vittorie e 2 pareggi. Di quelle 4 vittorie, una è stata ottenuta a Basilea, e un’altra, in casa, contro la capolista Young Boys. I vodesi giocano bene: si chiudono ma sanno ripartire, corrono e hanno davanti una punta centrale (Margiotta) che, ripresosi dall’infortunio, segna con regolarità impressionante (è al sesto centro in stagione). Brava la società, come scrivevamo, ad appoggiare l’allenatore nel momento più difficile, e bravo Celestini a saper riprendere la squadra, esaltandone le qualità.

Il Thun, l’altra squadra in lotta per non retrocedere, come dicevamo, ha avuto un pizzico di sfortuna. Certo, gente come Rapp, Tosetti e Spielmann garantiscono un buon bottino di reti (18 sinora, il doppio del Lugano), al quale fanno però da contraltare le 22 subite (peggiore retroguardia del torneo). I bernesi giocheranno in casa con il Lugano, a Novembre, e godranno del vantaggio del campo sintetico: sarà una partita importante, in ottica salvezza. Premesso questo, a nostro parere, molto dipenderà, per l’esito della stagione, dal mercato invernale.

Chi continua a non stare bene, tra le squadre accreditate per fare un buon campionato, è il Sion di Paolo Tramezzani. I giocatori ci sono, ma la scintilla non scatta. Sfortuna (scrivevamo dei due pali), difficoltà di ambientamento dei tanti nuovi: problemi ce ne sono tanti. La partita con il Lugano, domenica, sarà nuovamente un importante crocevia per il tecnico emiliano: e in Ticino si augurano, questa volta, di fargli un brutto scherzo.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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