ESCLUSIVA – Calciomercato, conosciamo Gregory van der Wiel con gli esperti di Calcio Olandese

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Qualcuno sui social lo ha paragonato al trasferimento di Joe Hart al Torino la scorsa estate. Altri, almeno quanto a risonanza, all’arrivo del campione d’Europa Bruno Alves nel nostro campionato, al Cagliari. E proprio in Sardegna è in procinto di trasferirsi Gregory Kurtley van der Wiel, 46 volte nazionale olandese, ex Ajax e PSG.
Reduce dall’esperienza al Fenerbahçe, avversario affrontato in amichevole proprio dai rossoblù lo scorso 7 agosto, il terzino destro ha fatto impazzire i tifosi sardi: un nome importante, di esperienza ad alto livello, in cerca di riscatto.
Sembrerebbe, concedete la battuta, uno di quei colpi alla Football Manager. Come quando, grazie a un aumento o una rinegoziazione del budget, corteggi, lusinghi e infine convinci un giocatore abituato a fare le coppe europee ma attualmente in cerca di rivalsa, della vetrina giusta per tornare ad alti livelli e magari (perché no?) riconquistare la maglia della nazionale.
A digitare il nome van der Wiel sui motori di ricerca, è tutta una fiera di articoli su cosa aspettarsi da lui; sul bad boy (?) del calcio olandese, sulla (bellissima) fidanzata Stephanie Rose Bertram, top model belga. Su quanto e come può rendere.

Siamo andati a cercare queste informazioni – vita sentimentale a parte – alla fonte.
Cioè chiedendole a chi il calcio olandese e i prodotti del suo vivaio li segue tutti i giorni: il dialogo coi redattori de Il Calcio Olandese ha prodotto un’intervista a quattro, piacevole per gli spunti, i toni usati e soprattutto i contenuti.
A Cagliari dovrebbe arrivare un calciatore motivato ma non privo – quanto a profilo e momento attuale – di incognite. A Massimo Rastelli e il suo staff, nel caso, il compito di ricavarne il meglio.

N.B.: Hanno risposto alle nostre domande Vini Entuli (V.E.), Edoardo Battaglion (EB), Chris Holter (CH) e Andrea Mariani (AM). Ringraziamo tutto il gruppo di Calcio Olandese per la disponibilità e collaborazione. 

Vi aspettavate il colpo van der Wiel, o è stata una sorpresa?
Vini Entuli: Non è una sorpresa. Mi aspettavo una sub-top. Che sia in Italia o da altri parti non mi sorprende.
Edoardo BattaglionIl colpo Van der Wiel è stata una sorpresa assoluta: uscito dai radar del Fenerbahçe – dopo l’addio di Advocaat – era prossimo a lasciare la Turchia, ma l’Italia e nella fattispecie Cagliari mi hanno sorpreso come soluzione.
Chris HolterQuando ho appreso dell’arrivo di van der Wiel in Italia sono stato piacevolmente sorpreso. Si è parlato per anni di un suo possibile approdo in Serie A, ma non pensavo potesse essere un giocatore “da Cagliari”.
Andrea MarianiIl colpo è stato inaspettato anche se si poteva fiutare dopo l’acquisto dello scorso anno: Bruno Alves. L’ex giocatore dello Zenit, Porto e del Fenerbahçe ritrovò la condizione migliore trasferendosi nell’isola sarda. Dobbiamo iniziare ad abituarci all’idea che giocatori in cerca di rilancio in futuro possano scegliere proprio il Cagliari e la Serie A.

A che punto è il giocatore?
V.E.: A un punto di cambiare aria. Stagione decisamente deludente e truffato di 4.5 milioni in un investimento da un turco. E questa è la sua chance per scappare.
E.B.: Van der Wiel purtroppo è un rebus, a tratti non decifrabile. Attualmente è in buona condizione fisica, non ha nemmeno trent’anni. Non ha fatto bene in Turchia, probabilmente per motivazioni e faccende extra-campo. È davvero una scommessa: le sue prestazioni sono altalenanti da quando ha lasciato l’Ajax. Tranne una buona annata al PSG nella seconda stagione.
C.H.Il giocatore è fisicamente pronto e adatto per la Serie A. Resta da vedere che tipo di approccio vorrà adottare e se riuscirà ad inserirsi negli schemi dell’allenatore.
A.M.: Il ragazzo è pronto a mettersi in gioco fin da subito: sicuramente Rastelli cercherà di farlo amalgamare con gli 11 titolari. Avrà bisogno di un po’ di tempo per entrare nell’ottica tattica della Serie A, ma non ci saranno problemi per un terzino di esperienza come lui. 

Sembrava lanciatissimo, sette anni fa. Invece adesso arriva al Cagliari dalla Turchia. Che è successo?
V.E.: Ultimo anno all’Ajax, troppi infortuni. Poi il trasferimento al PSG perché pensava di meritare di meglio. Primo anno male, dietro a Christophe Jallet, poi secondo anno benissimo e addirittura messo dall’Equipe nella rosa migliori nel campionato. Terzo anno discesa rapida, poche presenze e niente prolungamento contratto. E poi il Fenerbahçe. Il resto l’ho detto sopra.
E.B.È successo quello che accade a diversi giocatori olandesi di questa generazione. Potenzialmente si poteva rivelare un terzino di livello mondiale dopo la Coppa del Mondo, paradossalmente un’esposizione in giovane età così elevata e le parole ben spese su di lui lo hanno caricato di aspettative. Ha cominciato a deconcentrarsi e pensare più al denaro e via dicendo, senza dover fare necessariamente la paternalistica a nessuno. Possiamo candidamente affermare che finito il campionato mondiale sudafricano abbia abbandonato qualsiasi tipo di aspirazione. È un professionista nel significato che gioca per denaro, ma non offre uno spunto un più o ha realmente ambizione. Questo ha limitato una carriera che poteva divenire strabiliante.
C.H.Semplicemente non ha mai completato del tutto il ciclo di maturazione dopo un buon inizio di carriera all’Ajax.
A.M.: I suoi anni migliori sono giunti con la maglia dell’Ajax. Già al Psg iniziò ad accusare un calo, passando il primo anno a Parigi più in panchina che in campo. Nella stagione successiva torna alla ribalta convincendo non solo la Ligue 1 ma anche la nazionale e le big europee che tentarono di strapparlo ad Al-Khelaïfi. Peccato che i restanti anni non furono all’altezza di quel campionato straordinario. A fine contratto decide di cambiare aria ed andare in Turchia, dove riscontra problemi fin da subito non trovando mai ritmo, continuità e quelle prestazioni che lo fecero distinguere sia in Olanda che in Francia. 

Può rilanciarsi in Italia?
V.E.: Dipende se l’allenatore lo prende bene e lo fa giocare, anche se all’inizio non farà cose incredibili. È un ragazzo che ha bisogno di incitamento.
E.B.In Italia può apprendere moltissimo, infatti – in ottica Nazionale – l’ho sempre voluto vedere nello Stivale per poter crescere nell’uno contro uno e dal punto di vista tattico. Può rilanciarsi? Potenzialmente sì: non è così anziano, ma ho numerosi dubbi sulla sua volontà di imporsi definitivamente.
C.H.: Dipende. Tutto sta nel vedere se è pronto a cimentarsi in questa nuova avventura con dedizione e passione.
A.M.: Sicuramente si. L’ambiente di Cagliari è ottimo poiché paziente e molto caldo, soprattutto con i giocatori di un certo calibro, con esperienza europea. La tranquillità e la pressione non elevata gli permetteranno di ritrovare se stesso per poter disputare gli ultimi anni di carriera al top della forma.

Il miglior pregio e il peggior difetto.
V.E.: Pregi? Tanti, veloce, tecnicamente buono. Difetti? Testa.
E.B.Il miglior pregio è un buon destro che gli permette di crossare e calciare con enorme precisione. Il peggior difetto sono amnesie e scelte scellerate durante l’arco dei novanta minuti. Soffre dei classici blackout. 
C.H.: Ha gamba (e piede) ma non la testa.
A.M.Il suo miglior pregio è la fase di spinta: è un terzino dotato di una grande corsa e di un piede educatissimo con il quale riesce a pennellare cross precisi per l’attaccante di riferimento. Il suo peggior difetto è dettato proprio dalla sua ottima fase offensiva: infatti la sua carenza maggiore è proprio quella difensiva dove spesso perde il contatto con l’uomo. Ripiega lentamente e questo potrebbe far infuriare qualsiasi allenatore italiano. Avrò bisogno di una grande dose di tattica e movimenti difensivi.

Difensivamente, il Cagliari ha lasciato a desiderare nel 2016-2017.
V.E.: Difensivamente è olandese. Quindi meno propenso a difendere.
A.M.Lo scorso anno i sardi hanno incassato 76 reti in 38 gare lasciando molto a desiderare in fase di difesa. I centrali non hanno mai trovato sintonia e soprattutto i terzini non hanno dato il giusto apporto in ripiegamento. Anche il centrocampo ha le sue colpe con un filtraggio spesso insufficiente e impalpabile. L’esperienza di Van der Wiel potrà portare ordine al reparto seguendo le indicazioni dell’allenatore Rastelli.

Cosa può dare a livello tattico?. Rastelli non è uno che fa sganciare i terzini più di tanto…
V.E.: Se Rastelli lo ha preso per difendere bé…Saprà lui quello che fa. Tatticamente può solo rendere l’attacco più pericoloso, con buoni traversoni e sganciamenti fulminei.
E.B.A livello tattico può offrire un calcio propositivo e sempre in movimento. Adottato in un approccio tattico che prevede una costante pressione sulle corsie esterne con terzini che si sovrappongo per rifinire la giocata devo ammettere che è perfetto. Nell’ottica di un calcio più conservativo storco il naso, ma è altrettanto veritiero che van der Wiel non è un terzino malvagio in copertura. Lo definirei completo, seppur si faccia meglio apprezzare in fase di spinta.
C.H.Se l’acquisto di van der Wiel è stato fatto con l’obiettivo di avere un terzino destro bloccato, allora non ci siamo proprio. Lasciato libero di avanzare, invece, può rappresentare una interessante variante tattica per il Cagliari.
A.M.Tornando sempre allo scorso campionato, Rastelli ha cercato di non far sganciare troppo i terzini con poco successo vedendo anche i diversi gol subiti per incursioni avversarie sulla fascia. Van der Wiel potrà dare esperienza alla difesa, grande spinta, sovrapposizioni e cross per gli attaccanti e una grossa mano in ripiegamento se riuscirà a rispettare le direttive del proprio tecnico.

Risale al 2015 l’ultima convocazione in nazionale. Cagliari può aiutarlo a ritrovare la maglia arancione?
V.E.: Non lo so. La maglia arancione la può ritrovare solo giocando e ritrovando la confidenza col pallone che aveva prima. Se non gioca o gioca a fare il terzino puro, non credo.
E.B.Mi auspico che ritrovi sé stesso, in seguito la nazionale arancione. Sicuramente non farà il titolare in un lontanissimo mondiale russo, ma può rivelarsi un ottimo rincalzo. Una buona stagione in Serie A è un pass immediato per una chiamata in Nazionale in questo momento.
C.H.Si trova davanti all’ennesimo bivio della sua carriera. È ancora relativamente giovane e quindi ha le carte per poter ambire alla convocazione.
A.M.Gli Oranje hanno voltato pagina anche se non in positivo, vista la difficoltà negli ultimi anni di imporsi a livello europeo. Sicuramente una sua rinascita potrebbe far aprire gli occhi al ct per una convocazione, nonostante sulla fascia ormai ci siano giovani promettenti e assolutamente consapevoli della loro maglia da titolare. Van der Wiel potrà dire sicuramente la sua, potendo spodestare questa nuova generazione di talenti imponendosi in Serie A e con la maglia dei sardi. 

A livello extra-campo, come può ambientarsi in Sardegna?
V.E.: Era un ragazzo molto introverso e socialmente per i fatti suoi, non lo so sinceramente.
E.B.A livello ambientale si troverà molto bene. Credo che sia una delle motivazioni alla base della scelta di van der Wiel – e consorte – di sposare la causa del Cagliari. È la piazza giusta. Sta a lui sapersi gestire, un grado di maturità superiore di quello utilizzato in carriera lo potrebbe aiutare. Ha le carte in regola per far bene, perciò non trovo sia una lettura necessariamente estrema. È ottimistica, ma non erronea.
C.H.A giudicare dai numerosi scatti su Instagram, Van der Wiel e signora sembrano amare le belle spiagge. Non vedo, allora, perché debbano trovarsi male in Sardegna! 
A.M.Chiunque sia approdato nel capoluogo sardo ha saputo adattarsi senza nessun problema. La vita notturna non è esagerata e i compagni di squadra tendono a passare tempo insieme per creare gruppo.

La sensazione è che la Serie A venga percepita (anche) come un campionato in cui rilanciarsi dopo annate opache. È una lettura troppo estrema? 
C.H.Dopo anni di “latitanza”, gli olandesi stanno tornando a popolare il nostro campionato. Non direi che si tratta esattamente di un campionato per rilanciarsi, perché il livello competitivo è comunque alto.
A.M.: No, è assolutamente vera: grandi campioni scelgono il nostro campionato perché estremamente più difficile sotto l’aspetto tattico e tecnico e riuscire ad imporsi in Italia è un ottimo biglietto da visita per poter concludere al meglio la propria carriera e avere la chance di un ultimo grande contratto. 

Grazie mille. Per chiudere vi chiedo: vedete possibili altri arrivi olandesi nel nostro campionato?

V.E.: Altri arrivi non lo so. Il mercato è così incerto che tutto è possibile. C’è sempre un matto che il 31 agosto è disposto a comprarsi tutto l’Utrecht compresi i raccattapalle per esempio.
E.B.In questo momento Quincy Promes sponda Roma e Virgil van Dijk alla Juventus le due ipotizzabili. Mi aspetto dalla Eredivisie un ritorno di Diks in Viola, perché ho l’idea che farà bene al Feyenoord quest’anno.
C.H.Al momento mi sembra sensata solo la voce che vorrebbe van Dijk alla Juve.
A.M.: Per ora non sembrano esserci movimenti nell’asse Olanda-Italia ma sicuramente non è da escludere la possibilità di qualche altro acquisto in terra Oranje. L’Eredivisie è un supermercato a basso costo rispetto agli altri campionati europei più blasonati e soprattutto ricca di talenti pronti a sbocciare: De Vrij, De Roon, Stootman sono gli esempi lampanti di questa teoria.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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