Esclusiva MP – Unicusano Fondi, il presidente Ranucci: “Che le partite siano sempre una festa”

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Alla vigilia della trasferta di campionato a Taranto, il presidente dell’Unicusano Fondi (Lega Pro girone C) ha voluto ribadire ancora una volta l’importanza di cultura e sport come una sola cosa. E ci tiene a ricordarlo proprio nei giorni che precedono la partita contro i rossoblu ionici. Stefano Ranucci è un professionista romano e dirigente di grandi aziende: responsabile vendite in Alpitour, direttore commerciale per l’Iberia, direttore generale per Vastours e per Ristonova. Dal 2006 ha rivestito la carica di vice direttore generale dell’Università Niccolò Cusano oltre a essere presidente del Cda Unisu. Ora direttore generale dell’Ateneo e Presidente della società calcistica Unicusano Fondi.

1) Presidente, il progetto che porta avanti l’Unicusano Fondi da qualche anno è quello di unire la cultura allo sport, in cui la cultura assume diversi significati. Per molti un concetto di cui riempirsi la bocca, per voi un vero vanto accompagnato da concretezza.

Unire cultura e sport, famiglia e manifestazioni sportive non sono semplici slogan, è ciò su cui fondiamo il nostro lavoro giorno dopo giorno. Desideriamo che la partita in sé sia un evento che accorpi questi concetti e cerchiamo di farlo in ogni occasione. Mettiamo a disposizione della famiglie un’area giochi attrezzata, in modo che i più piccoli possano divertirsi mentre i loro genitori guardano la partita; abbiamo già adottato (contro la Juve Stabia ndr) e adotteremo ancora iniziative riguardo il costo dei biglietti per i nuclei familiari che vengono allo stadio; chiediamo ai nostri giocatori professionalità e correttezza tanto da istituire un premio speciale per le gare che finiscano senza cartellini gialli. Queste sono solo alcune delle idee avute e poi realizzate, ne seguiranno tante altre.

2) Quindi si può parlare di cultura “dello” sport?

Assolutamente sì. Il nostro credo è quello di far diventare una festa l’evento sportivo. Anche e soprattutto con le società che andiamo a incontrare. Con orgoglio e soddisfazione riproporremo l’evento dell’”accoglienza” dei dirigenti avversari, come è già avvenuto lo scorso 25 settembre. Parlare, sorridere e comunicare con le altre realtà, in concomitanza dell’evento, è un modo per migliorarsi gli uni e gli altri.

3) Domenica vi aspetta la difficile trasferta a Taranto, tra due squadre che non vorranno lasciare alcunché all’avversario.

Non nego che a noi interessa molto fare risultato. Ma sono sincero se le dico che prima di tutto vorrò professionalità, rispetto e correttezza da parte della mia squadra. Per noi sono punti fissi. Inoltre il rapporto tra le due società è ottimo. Proprio per questo vorrei ringraziare la dottoressa Elisabetta Zelatore, la quale ha acconsentito allo spostamento anticipato della gara, permettendoci così di rientrare a Fondi per la notte.

4) Insomma vi aspettate di trovare un clima sereno?

Ce lo auguriamo vivamente, perché Taranto è un posto che ho nel cuore. Come ateneo abbiamo un polo didattico molto importante ed è un luogo a cui tengo parecchio. L’anno scorso, dopo esserci incontrati, ho augurato a noi e a loro di ritrovarci tra i professionisti e così è stato. Una piazza di alto livello e per noi giocare contro il Taranto è motivo di orgoglio, si respira aria di grande calcio. E mi auguro di ritrovarci, insieme, a fine campionato, nelle parti alte della classifica.

5) Quindi si può dire che il vostro obiettivo è centrare i primi 10 posti e quindi i playoff?

Guardi, il nostro obiettivo è fare bene, salvarci e rimanere in questa prestigiosa categoria. E, magari, toglierci delle soddisfazioni con il nostro impegno e con le nostre migliori caratteristiche. Qualsiasi dipendente dall’università alla squadra di calcio, dal custode al rettore/presidente ci mette il massimo tra passione e professionalità, ed è questo che chiedo sempre alla squadra.

Vito Coppola
Vito Coppola
Telecronista e opinionista radio/TV, già a SportItalia e addetto stampa di diverse società. Non si vive di solo calcio: ciò che fa cultura è la fame di sapere, a saziarla il dinamismo del corpo e del verbo.

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