Como, difesa in difficoltà: nove le rimonte subite

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Mister Festa lo dice sempre: la classifica, non la guardiamo. Però, partite come quella di Trapani, sono di quelle che lasciano l’amaro in bocca. I lariani hanno giocato un ottimo incontro, dimostrando di essere vivi, di credere a una salvezza che resta, comunque, un’impresa difficilissima. La combinazione Ghezzal-Ganz, con il centravanti lanciato verso la porta, il pallonetto delizioso a superare Fulignati, sono azioni che si vedono, di solito, in campionati di tasso tecnico superiore. Intendiamoci: i siciliani non hanno rubato nulla, non hanno mai mollato, hanno spinto anche dopo il pari, per cercare la vittoria. Tuttavia, i commenti dei tifosi lariani sui Social hanno evidenziato grande delusione.

Cosa non ha funzionato? La squadra, per la nona volta quest’anno, ha subito la rimonta da parte degli avversari: e questa volta, nonostante le due reti di vantaggio, con poco più di mezz’ora ancora da giocare. È mancato il necessario cinismo, l’esperienza (parole di Ghezzal); Festa ha parlato di “eccessivo entusiasmo” e di ricerca della terza rete. La sensazione, vedendo la partita, è che i lombardi abbiano invece abbassato troppo il baricentro nei minuti finali, subendo eccessivamente gli avversari (che vantano, comunque, diversi punti in più in classifica, e giocavano in casa). Sostituti non all’altezza, condizione fisica inferiore a quella dei siciliani, mentalità. Più probabilmente, tutte le cose insieme.

Qualcuno ha criticato anche le scelte del mister. Barella stava facendo bene, e avrebbe senz’altro fatto comodo nei minuti finali: il piccolo centrocampista si sta infatti rivelando un acquisto davvero azzeccato. Il fatto, però, che sia uscito senza fiatare, potrebbe essere un chiaro indizio del fatto che, probabilmente, potesse aver finito la benzina. Vero che è giovane; ma è anche altrettanto vero che a Cagliari veniva poco utilizzato, e che quindi abbia bisogno di tempo per ritrovare il ritmo partita per tutti i novanta minuti. La partita di Trapani è stata dispendiosissima, a livello di energie, soprattutto per i giocatori chiave. L’avversario era di quelli tosti, vincere non era facile: e la delusione da parte dei tifosi, probabilmente, dipende proprio dall’esserci andati così vicino.

Di positivo, c’è che i lariani continuano a non perdere e, inoltre, riescono sempre a segnare. Ma che questa squadra vanti qualità davanti, è ormai un fatto assodato. Il problema, semmai, è dietro: e, per la gara casalinga di sabato, contro il Novara, (calcio d’inizio alle 15.00) si annuncia ancora l’emergenza in difesa. Le condizioni di Cassetti (un problema muscolare al polpaccio) sono in miglioramento: tuttavia, a oggi, nessuno può dire se sarà in campo al “Sinigaglia”. L’altro terzino, Madonna, anche lui alle prese con un problema muscolare (uno stiramento all’adduttore rimediato nella partita casalinga contro il Vicenza), sarà sicuramente fuori (la prognosi, in questi casi, è di almeno tre settimane di riposo). La squadra si allenerà, a Orsenigo, questa mattina e domani pomeriggio.

Servirebbe un difensore, a sinistra. Festa lo ha fatto capire, in più occasioni, e delle ipotesi sono state fatte, a tale proposito. Il fatto, tuttavia, che nulla trapeli alimenta la sensazione che, forse, il mercato del Como potrebbe essere terminato qua. Del resto, le valutazioni da fare sono molte, riguardano le partite ancora da giocare, e il budget. Però è anche vero che, sulla fascia sinistra, i lariani hanno un buco, soprattutto ora che è partito Jakimovski che, pur essendo un centrocampista, è stato a volte impegnato in quel ruolo, dal momento che il titolare, nella prima parte della stagione (lo spagnolo García Tena), è stato ceduto al Crotone, dopo essere stato inserito nella lista dei cedibili, con l’assenso del tecnico. La fascia sinistra è ora occupata da Marconi. Tuttavia, è una soluzione che era stata annunciata come provvisoria, in attesa di un nuovo arrivo. Festa potrebbe così provare, nel ruolo, Kukoč. Certo, il croato (curiosità: è nipote di Toni Kukoč, il cestista della mitica Jugoplastika Split di fine anni ’90, passato poi nella NBA) è ancora tutto da scoprire e, finora, si è sempre distinto come uomo di fascia, da spinta in avanti, più che terzino. Comunque, staremo a vedere.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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