La turbolenta stagione della Dinamo si arricchisce di un nuovo capitolo al Forum, dove una Armani quasi perfetta rifila una lezione di basket ai sardi. Ottime spaziature in avanti e cura maniacale della transizione difensiva bastano per umiliare dei campioni in carica mai così poco produttivi in stagione.
Al Mediolanum Forum l’Olimpia inizia molto meglio dei campioni d’Italia. Lo sforzo in fase offensiva e difensiva sorride ai padroni di casa che solo a causa delle imprecisioni al tiro (due banali errori di Cinciarini sono un esempio) non chiude il primo quarto con molto più del +6 fatto registrare. 6 dei 10 punti di Sassari provengono dalla mano di Logan, da tre.
Il dominio si concretizza anche nei 5 rimbalzi offensivi per i bianco-rossi, con McLean e Simon che, e siamo nel secondo parziale, realizzano in area pitturata testimoniando la superiorità in quella parte del campo. Quando iniziano a entrare i tiri da tre e la Dinamo non smette di perdere palloni (11 nel solo primo tempo), il divario si fa imponente: +27 Armani all’intervallo lungo.
La Dinamo sembra tornare in campo con una maggiore intensità difensiva nel terzo quarto, ma è un’impressione che dura poco. Repesa centellina Simon, impiega poco il convalescente Gentile e mentre McLean mette a segno due schiacciate concedendo un po’ di spettacolo al pubblico milanese e Sassari continua a trattare malissimo il pallone, le distanze non si assottigliano.
Petway si fa espellere a causa del secondo anti-sportivo della sua gara, mentre Sassari termina la partita a 50 punti segnati (il minimo in stagione era 70), a un umiliante -37 dalla capoclassifica.
EA7 EMPORIO ARMANI MILANO-BANCO DI SARDEGNA SASSARI 87-50 (16-10; 47-20; 66-40; 87-50)
Milano: Gentile 5, McLean 16, Lafayette 8, Amato, Cerella, Macvan 14, Cinciarini 8, Jenkins 9, Barac 8, Simon 2, Magro 8 All. Jasmin Repesa
Sassari: Logan 9, Haynes 5, Petway 2, Devecchi, Varnado 8, Alexander 2, Eyenga 6, Formenti 2, D’Ercole, Marconato, Sacchetti 2, Stipcevic 11 All. Marco Calvani
Arbitri: Luigi Lamonica, Roberto Begnis ed Emanuele Aronne
