Inter, uno “scudetto” che vale più di molti altri

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L’Inter, da oggi, è partner ufficiale delle Nazioni Unite per mettere in piedi una serie di vittorie ben più nobili di quelle che una squadra può raggiungere sul campo: “aiutare i bambini senza speranza abbandonati al loro destino nelle miserabili strade dei paesi poveri del mondo globalizzato”. Il progetto InterCampus, messo in piedi ormai da 15 anni e presente in 25 Paesi, ha finalmente trovato l’appoggio del “palazzo di vetro”. “Sono onorato di essere qui“; commenta così Moratti, ringraziando Wilfried Lemke (consigliere per lo sport di Ban Ki-moon) e Cesare Maria Ragaglini (ambasciatore italiano all’ONU). Sono stati loro gli artefici di questo storico “scudetto”.

Il giusto coronamento di un cammino iniziato nelle favelas di Rio de Janeiro e proseguito, poi, in altrettanti Paesi “difficili”, nei quali i bambini vestono la maglia nerazzurra, giocando in campetti sterrati, circondati da violenza e distruzione. Il calcio è, e DEVE essere anche questo: “Non ci interessa creare giocatori, anche se tutti i bambini del mondo sognano di diventare come i loro idoli. Quello che vogliamo è formare i ragazzi, farli diventare uomini, dare loro una speranza, una possibilità di riscatto“.

Alla cerimonia erano presenti alcune vecchie glorie dell’Inter, e testimonial di questa iniziativa: Youri Djorkaeff, Luis Figo, Francesco Toldo, il quale ammette: “ho giocato per vent’anni, ma l’emozione che danno questi 10mila bambini è più grande che vincere la Coppa dei Campioni“.

E adesso un po’ di numeri per rendere l’idea: diecimila bambini poveri (dai 6 ai 13 anni) sono tornati a sorridere grazie a questi interventi, e grazie anche allo sponsor tecnico della Nike, che fornisce le attrezzature necessarie per poter praticare questo sport. Ma ciò che fa più riflettere, è quanto rivela Moratti sui costi dell’iniziativa: “sono bassi, rispetto alle spese di una club di calcio come il nostro sono veramente pochi, più o meno quanto quelli che servono per una riserva nella squadra“. Abbiamo capito bene: con i soldi che si spendono per mantenere una riserva di una squadra, si salvano 10.000 bambini da un NON-FUTURO. Facciamoci delle domande, ogni tanto.

In attesa di risposte, complimenti all’Inter. Uno scudetto che vale più di mille altri.

Cosmo Amendola
Cosmo Amendola
Nato a Gaeta nel 1988. Appassionato di (grande) calcio, ma anche di molti altri sport. Dopo aver calpestato svariati campi di terra ed erba, ha deciso di tentare la sua prima avventura in una redazione.

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