Le tribù dell’Europeo

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Euro2012 è entrato nell’ultima settimana, quella decisiva che eleggerà la regina calcistica del vecchio continente. La Spagna dovrà difendere il suo trono, conquistato meritatamente nel 2008, dalle ambizioni di Portogallo, Germania e della truppa azzurra.


E’ iniziato tutto l’8 giugno. Ventotto partite giocate e tre ancora da disputare prima dell’assegnazione del titolo; e ancora opinioni su giornali, radio e tv, formazioni ipotetiche, scelte tattiche, moduli, wags e tanto altro. Una sana indigestione di calcio che terminerà domenica sera a Kiev, in un Olimpico che vorremmo vedere ricoperto di tricolori in festa.

Ognuno ha vissuto a suo modo Euro 2012. Da chi non si perso neanche un minuto fino al disinteressato che ha cercato disperatamente un’alternativa a 22 uomini in campo a rincorrere un pallone. Piccole categorie nel quale ognuno di noi può tranquillamente identificarsi. C’è l’appassionato, grande esperto e profondo conoscitore dei principali campionati europei; deluso dalla qualità del gioco, danneggiata dal peso di una stagione densa di impegni. C’è poi il fan dell’ultim’ora che segue il calcio solo durante mondiali ed europei ed è in possesso di un knowledge calcistico limitato. E’ colui che con coraggio si intrufola in discorsi da bar dello sport di alto livello, improvvisando discussioni con la stessa destrezza di uno studente alle prese con un’interrogazione inaspettata.

Entrambi confluiscono nella categoria “tifoso” durante le partite della nazionale, distinguendosi però tra due interessanti correnti di pensiero: i “tuttosportiani” che associano il merito del successo azzurro alla componente bianconera ce i “gazzettari-corrierari” che invece elogiano le gesta del resto degli azzurri e non esitano a dare mezzo voto in meno in pagella a Buffon, Barzagli, Chiellini, Pirlo, Marchisio e Bonucci. In un campionato europeo tempestato dalla vicenda calcioscommesse non poteva mancare la componente antiItalia che si schiera sempre dalla parte della squadra rivale. I motivi di questa scelta sono diversi; alcuni sono legati alla storia della nazionale vista come una succursale delle big del nostro campionato (Inter, Milan e Juventus) e per tal motivo odiata. Altri invece sono fedeli al motto “da noi peggio che in Botswana” e inquadrano il nostro paese come il fulcro dei principali crimini mondiali.

Infine una parola per coloro che non amano questo sport, ma non possono sfuggire alla febbre calcistica di Euro2012 presente un po’ ovunque. Le mogli e le madri, prima di tutto, che con le loro orecchie stile radar cercano di captare qualche frase di rilevanza calcistica da poter riciclare a tavola con il marito e con i propri figli. I critici, quelli che “ci sono tanti problemi e perdere tempo davanti a una partita è proprio da stupidi”, trasformando in un crimine l’alienarsi dal pessimismo che ci soffoca per cercare un po’ di breve felicità nell’emozione di un gol di Di Natale agli spagnoli. Terminiamo la carrellata con il gruppo di chi boicotta, nato quest’anno per protestare contro il massacro di cani in Ucraina.  Merita rispetto chi ha aderito perchè ha sempre creduto in questa protesta e in passato ha cercato di vivere in piena conformità con i propri ideali. Dubbi, invece, su chi ha sposato la causa seguendo la moda dei social network, mostrando poi uno stile di vita poco coerente con tale movimento di protesta.

Elia Modugno
Elia Modugno
Nasce a Roma il 30 maggio 1979 mentre il Nottingham Forest di Brian Clough vinceva la sua prima Coppa Campioni. Radiocronista sui campi dell’Eccellenza laziale, adora il calcio minore ed il futsal.

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