Lezioni di NFL: International Series

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Proseguiamo le nostre lezioni senza parlare di regole. Questa settimana vi descriviamo le International Series, una particolare partita del calendario della stagione regolare NFL.

La NFL, come tutte le leghe professionistiche americane, non è governata dalla sete di vittorie, da multimilionari psicopatici che spendono soldi a vanvera o da una classe politica particolare. E’ governata dai soldi. Il sistema di tetto salariale, free agency (giocatori svincolati), scambi di giocatori è solo per caso terribilmente appagante per lo spettatore. La vera ragione del perchè sia stato costituito così è il non perdere denaro. Detto questo, e ci torneremo presto o tardi su queste pagine, cosa centra questo con le International Series, partite NFL che da ormai sette anni vengono giocatori all’estero?

Nel 2005 la prima fu giocata al mitico Azteca di Città del Messico. La dimentichiamo un attimo, perchè giocata comunque in un paese molto vicino agli Stati Uniti. La cosa più interessante per noi è vedere cosa sono le International Series in Europa.
Infatti dal 2007 una volta all’anno c’è una partita di stagione regolare NFL al Wembley Stadium, a nord di Londra. L’idea iniziale era quella di “girare”: rinunciare ad una partita in casa in America è una specie di suicidio finanziario, quindi le franchigie avrebbero dovuto ruotare nell’ospitare una partita a Wembley. A quel punto, però, si trattava di trovare una squadra che non facesse il pienone in patria e che avesse ottimo seguito di fan in Europa. Chi meglio dei Miami Dolphins, squadra in crisi ma con una storia gloriosa alle spalle? La partita tra essi ed i Giants fece il tutto esaurito, e non fidatevi delle cifre che leggete su Wikipedia: le international Series fanno SEMPRE il tutto esaurito.

Finora si sono alternati i Dolphins, i Buccaneers, i Saints, i 49ers ed i Rams (ieri), come squadra ospitante. Gli abbonati delle squadre coinvolte hanno ovviamente anche i biglietti per Wembley. Qualora rinuncino ad andare, vengono rimborsati, ed il biglietto rivenduto. Ecco, la vendita, nodo cruciale di questo evento. Pur essendo l’evento solitamente in ottobre, i biglietti vanno in vendita i primi di marzo. E magari fosse semplice come andare sul sito e comprarli. Prima bisogna registrare il proprio interesse compilando un sondaggio sul ramo del sito della NFL dedicato alla partita inglese. Poi, bisogna aspettare il giorno della vendita e collegarsi al sito del venditore (mai la NFL) ad un’esatta ora, per non perdere la priorità guadagnata con la prima fase. Chi vi scrive era su un aereo mentre il suo delegato gli comprava i biglietti per l’edizione del 2008 tra Saints e Chargers.

nflE veniamo all’evento in sè. Perché la NFL chiama questa partita “International Series”, perché vuole bollarla, darle un’identità a sè stante?
Perché non è una partita come le altre. Il giorno prima c’è un gigantesco “pep rally” (cioè una riunione dei tifosi in cui si sprona la squadra a vincere il giorno seguente come da tradizione tipica delle high school americane) a Trafalgar Square. Souvenir, fast food, beveraggi, prove d’abilità, centinaia di postazioni per giocare a Madden, esposizione dei trofei del Superbowl. Oltre a questo, spettacoli continui, svariando tra quelli delle cheerleader della squadra di casa e quelle di gruppi musicali (indimenticabili i Cuban Brothers nel 2010) locali e non. Infine interviste sul palco a varie celebrità come, sempre nel 2010, Jerry Rice, il migliore di sempre secondo alcuni. Parla anche Roger Goodell, commissario speciale della NFL, che descrive l’evento e qual è lo spirito con cui la sua lega organizza la partita di Wembley.

Il pep rally annulla qualsiasi distanza tra il tifoso (che arriva da Germania, Italia, Inghilterra, Olanda, eccetera) e l’NFL. Lo fa senitre parte di un grande insieme in cui è il protagonista, con il suo tifo e la sua passione. Sensazione accentuata dal “tailgate party” (insieme dei tifosi fuori dallo stadio, in cui di solito in America si fa un barbeque e si offre il pranzo o una birra anche all’avversario) organizzato prima del fischio d’inizio. Altre 4 o 5 ore spensierate, spesso nella pioggia londinese, con sessioni di autografi (la coda per Jerry Rice era di un chilometro) e possibilità di mangiare come gli americani farebbero se fossero lì. E di “yankee” allo stadio ce ne sono tanti, non intimiditi dal prezzo del biglietto aereo per seguire la loro squadra in Europa.

Poi rimane la partita, insomma, doveva essere l’evento principale ma ormai sono due giorni che l’evento vero va avanti; e quando le bandierine regalate nello stadio sventolano tutte assieme ci si chiede veramente quanto grande e potente la NFL possa essere.

Le International Series sono uno degli eventi di punta di Wembley durante l’anno, a livello dei migliori concerti che vi si svolgono. E se Goodell vi dice che lo fa per rispetto dei fan europei, non credetegli in toto. Lo fa perchè la sua lega tira su miliardi di sterline nell’occasione. Ed il football è talmente bello da mietere ogni anno milioni di nuovi fan europei. Perchè tra un incontro con le bellissime cheerleader, o con qualche nuovo amico con cui hai in comune solo l’amore per il gioco, o lo spettacolo della partita in uno degli stadi più belli e funzionali al Mondo, può essere che alla fine ti ritrovi ancora più attaccato ad un fenomeno che credevi fosse lontano da te, irraggiungibile.

Settimana prossima torniamo a parlarvi del gioco, per ora ci vorrete scusare questa digressione. Al solito link il Power Ranking di settimana scorsa. La stagione sta entrando nel vivo e certo non mancheremo in futuro di introdurvi alle figure politiche/economiche che presiedono una delle grandi legeh sportive mondiali, ma d’ora in poi ci concentreremo sul football. Oggi vi abbiamo solo consigliato di farvi una gita a Londra, l’anno prossimo ci saranno ben due partite, una a settembre l’altra ad ottobre. Non ci perde nessuno, fidatevi.

Lezioni precedenti:
Il quarterback ed i passaggi
Il controllo del cronometro
Squadre speciali
Safety, overtime e division

Dario Alfredo Michielini
Dario Alfredo Michielini
È convinto la vita sia una brutta imitazione di una bella partita di football. Telecronista, editorialista, allenatore. Vive di passioni quindi probabilmente morirà in miseria. Gioca a golf con pessimi risultati; ma d'altra parte, chi può affermare il contrario?

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