Fine della tortura: PAUL POGBA SI RITIRA | Corpo fragile come un uovo

Il centrocampista francese, stanco dei continui infortuni, è pronto a dire addio al calcio in maniera ufficiale. Il suo corpo non ha retto.

C’è stato un tempo in cui Paul Pogba era tra i migliori, se non proprio il migliore, centrocampisti al mondo. Alla Juventus, squadra che ha creduto in lui fin da giovanissimo, era diventato un vero e proprio campione. Gol, assist, giocate da urlo e tanto altro. Un giocatore completo, utile in tutti i reparti e in grado di fare la differenza da solo.

Poi però l’addio alla Vecchia Signora è stato un po’ l’inizio della fine. Al Manchester United il giocatore è riuscito a mostrarsi poco sui livelli di un tempo, e una delle note più liete del suo ritorno ai Red Devils è stato il Mondiale da protagonista vinto con la Francia. Da allora il declino. Prima i continui infortuni, che hanno spinto il club inglese a lasciarlo andare a parametro zero.

Poi il fallimento nella sua seconda esperienza a Torino, dove è giunto il colpo di grazia con la squalifica per doping. Salutata ancora la compagine bianconera, il Polpo quest’anno è ripartito dal Monaco. Ma la sua esperienza nel Principato pare essere già finita, visto che per lui si prospetta un clamoroso ritiro dal calcio.

Pogba si ritira

Tornato in estate al Monaco, Pogba era voglioso di tornare grande e di far capire di che pasta fosse fatto. Ma da quando è arrivato nel club, non ha ancora giocato nemmeno un minuto.

Prima una condizione fisica da migliorare, poi diversi altri infortuni. L’ultimo in ordine di tempo alla caviglia, che proprio quando il Polpo pareva vicino al ritorno in campo ha distrutto i suoi sogni di gloria e quelli dei tifosi. E questa ennesima mazzata dal punto di vista fisico rischia di chiudere addirittura la sua carriera.

Il suo fisico ormai non regge più

Mettiamo le mani avanti dicendo che non c’è nulla di ufficiale per quanto riguarda il ritiro di Paul Pogba, e che si tratta per ora di sole ipotesi.

Tuttavia, nel caso in cui il centrocampista non dovesse recuperare in fretta da questo infortunio, o dovesse patirne degli altri, a quel punto quella di appendere le scarpe al chiodo potrebbe essere la decisione giusta, e anche la meno sofferta.