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Verratti, confessione azzurra | “L’addio alla Nazionale? Ecco chi ha deciso”: il retroscena personale commuove

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L’ex centrocampista del PSG racconta la scelta di chiudere con l’Italia e la voglia di ritrovare tempo per la famiglia

Marco Verratti torna a parlare del suo addio alla Nazionale e lo fa con parole sincere, lontane dai toni polemici. L’ex centrocampista del Paris Saint-Germain, oggi in Qatar all’Al-Arabi, ha spiegato in un’intervista che l’uscita dal giro azzurro non è stata solo una decisione tecnica, ma anche personale. “Un po’ è dipeso da me – ha raccontato – perché durante le pause posso finalmente vedere i miei figli, cosa che per tanti anni non riuscivo a fare”. Una riflessione che mostra il lato più umano di un giocatore che per oltre un decennio ha rappresentato uno dei volti più riconoscibili dell’Italia, vincendo anche l’Europeo nel 2021.

Le sue parole arrivano in un momento di serenità ritrovata. Dopo un’estate turbolenta, segnata dall’uscita dal PSG e dal trasferimento in Medio Oriente, Verratti ha trovato un equilibrio nuovo. Lontano dai riflettori del calcio europeo, sta riscoprendo un ritmo di vita più sostenibile, con meno pressione e più spazio per gli affetti. “Giocare per la Nazionale è stato un onore immenso – ha aggiunto – ma arrivato a un certo punto senti il bisogno di fermarti, di respirare, di dedicare tempo a chi ti è stato accanto quando eri sempre lontano”. Parole che hanno toccato molti tifosi, soprattutto per la naturalezza con cui l’ex regista ha raccontato il suo bisogno di normalità.

Una carriera azzurra lunga dieci anni e un addio senza rancore

Verratti ha indossato la maglia dell’Italia per 55 partite, dal debutto nel 2012 fino alle ultime apparizioni nel 2023. Con Roberto Mancini in panchina, è stato uno dei cardini del centrocampo che vinse Euro 2020, anche se non sempre al centro della scena mediatica. “Mi porto dentro ogni convocazione – ha spiegato – perché rappresentare il Paese è la cosa più bella che possa capitare a un calciatore”. Il suo addio, dunque, non nasce da contrasti o esclusioni, ma da una scelta condivisa e ponderata. L’arrivo di Spalletti, impegnato a rinnovare il gruppo azzurro, ha coinciso con il momento in cui il giocatore ha deciso di chiudere il ciclo. Una decisione presa senza polemiche, anzi con il riconoscimento di quanto il nuovo corso avesse bisogno di energie fresche e motivazioni diverse.

Nel raccontare quel passaggio, Verratti ha lasciato intendere che non c’è alcun rimpianto. “So di aver dato tutto quello che potevo – ha detto – e adesso è giusto che ci siano altri protagonisti”. L’esperienza in Qatar, al di fuori del calcio europeo, gli ha offerto una prospettiva differente. Il livello di competizione è diverso, ma la qualità della vita e la possibilità di stare con la famiglia hanno fatto la differenza. Un modo per staccare senza rinunciare alla passione, rimanendo comunque un punto di riferimento per i più giovani, che lo considerano un esempio di professionalità e dedizione.

Nuove priorità e uno sguardo sereno al futuro

Il futuro di Verratti oggi passa soprattutto per la famiglia e per il piacere di giocare senza pressioni eccessive. Al-Arabi gli ha offerto un contesto tranquillo, dove può trasmettere esperienza e gestire meglio i carichi fisici. Le sue parole riflettono una consapevolezza matura: “Quando sei giovane vuoi tutto, poi capisci che la cosa più preziosa è il tempo. E io, per troppo tempo, non ne avevo abbastanza per chi amo”. In pochi istanti ha riassunto quello che spesso resta nascosto dietro le luci del grande calcio: la fatica di conciliare impegni, viaggi e vita privata.

Oggi l’ex regista di Pescara appare sereno, lontano dalle voci di mercato e dal clamore mediatico. L’Italia resta nel suo cuore, ma non come un rimpianto: “Ogni volta che vedo la Nazionale mi emoziono ancora. Ora la vivo da tifoso, come facevo da bambino”. Un cerchio che si chiude con eleganza, senza strappi né nostalgia. Verratti ha scelto di rallentare, di restare fedele a se stesso e di dare priorità a ciò che, per anni, aveva dovuto mettere in secondo piano. Un messaggio autentico che va oltre il calcio e che mostra come, a volte, la più grande vittoria sia semplicemente ritrovare il proprio tempo.