Home » Milan-Como a Perth | Ecco quanto incasseranno davvero i club: i dubbi su marketing e diritti tv

Milan-Como a Perth | Ecco quanto incasseranno davvero i club: i dubbi su marketing e diritti tv

Serie A

Serie A (Lapresse) - Mondosportivo

La partita di Serie A dall’altra parte del mondo porta una dote economica importante, ma restano nodi e interrogativi

Milan-Como in Australia non è più solo un’idea suggestiva. La Lega Serie A lavora da settimane per portare la sfida a Perth a inizio febbraio, con un’operazione che muove numeri concreti e una serie di effetti collaterali. La cifra che fa più rumore è quella complessiva stimata in 12 milioni di euro, l’investimento messo sul tavolo dall’Australia per ospitare l’evento. Da questa somma andranno sottratti i costi logistici e di produzione a carico della Lega, mentre ai club arriverà il resto. Attorno al match, però, non mancano perplessità sul ritorno di immagine nel mercato oceanico e sul reale valore dei diritti tv locali.

Il tema economico è centrale. Secondo le stime richiamate dagli addetti ai lavori, tra voli intercontinentali, trasferimenti, allestimenti e produzione televisiva la voce “costi” si aggirerebbe tra i 3 e i 4 milioni di euro. Tolte queste spese, rimarrebbe un tesoretto tra gli 8 e i 9 milioni da distribuire. Il Milan, essendo la squadra “di casa” in calendario e dovendo rinunciare agli incassi del Meazza, dovrebbe beneficiare della quota maggiore anche come ristoro del mancato botteghino. Il Como, alla sua prima storica stagione in Serie A dopo la risalita, riceverebbe un importo inferiore come fee di partecipazione. Una parte del residuo, inoltre, verrebbe riconosciuta agli altri club del campionato come “gettone” per il voto favorevole allo spostamento della gara.

Incassi, costi e ripartizione: cosa sappiamo oggi

Il perimetro economico ruota, dunque, attorno a tre elementi. Il primo è l’investimento estero per ospitare il match, valutato in 12 milioni. Il secondo è il pacchetto dei costi che la Lega Serie A dovrebbe sostenere direttamente: trasferte delle due squadre con staff e materiali, logistica in loco, produzione dell’evento in standard internazionale, attivazioni commerciali e sicurezza. Il terzo è la distribuzione della cifra netta fra i protagonisti: al Milan la fetta più ampia, al Como una quota più contenuta, agli altri diciotto club un riconoscimento per aver supportato la delibera. Questa impostazione è coerente con la necessità di compensare il club ospitante per l’assenza d’incasso a San Siro in un weekend in cui lo stadio non è disponibile.

Fuori dal conto strettamente economico restano alcune incognite. Il mercato australiano del calcio è in crescita ma non paragonabile, per volumi e attenzione, a quello nordamericano o asiatico. Per questo, chi analizza il dossier invita alla prudenza sull’impatto reale di marketing, sponsorizzazioni locali e vendita dei diritti televisivi nell’area. Al tempo stesso, l’operazione ha un forte valore simbolico: sarebbe la prima partita di Serie A giocata all’estero, con l’obiettivo di promuovere il brand del campionato e testare una strada finora mai percorsa nelle leghe europee di vertice. In questo contesto rientrano anche le reazioni dei tifosi: a Como è comparso lo striscione “Lega italiana a gambe aPerth”, episodio che ha portato a sanzioni per alcuni sostenitori, segno di una sensibilità diffusa sul tema della “delocalizzazione” del calcio domestico.

Scenari, approvazioni e ritorno d’immagine

Sul piano istituzionale il percorso ha già fatto passi significativi, con il via libera di massima dalle autorità calcistiche competenti e l’attesa di ulteriori adempimenti regolatori. In parallelo, Lega, club e broadcaster discutono modalità operative e attivazioni commerciali per massimizzare la resa di un evento che, per orari e fuso, richiederà un palinsesto ad hoc anche in Italia. L’idea è mettere a terra un prodotto televisivo e digital pensato per un pubblico globale, sostenuto da contenuti di backstage, fan experience in Australia e un racconto che valorizzi la storia dei due club.

Resta da misurare il ritorno reputazionale e commerciale nel medio periodo. Se il ricavo immediato è chiaro, più difficile è stimare l’effetto su sponsor, academy, merchandising e relazioni istituzionali in Oceania. Per il Milan, abituato a tournée internazionali e con una base tifosa già ramificata, il beneficio potrebbe essere superiore in termini di visibilità. Per il Como, progetto ambizioso con una proprietà internazionale, l’evento è un acceleratore di notorietà. La scelta, però, divide: c’è chi vede un passaggio necessario per internazionalizzare la Serie A e chi teme di allontanare il campionato dai tifosi locali. L’ago della bilancia saranno qualità dello spettacolo, gestione dei tempi di viaggio e capacità di costruire valore oltre i novanta minuti. Se i numeri di pubblico, ascolti e attivazioni daranno ragione all’operazione, l’esperimento potrà diventare un precedente pesante; in caso contrario resterà un episodio isolato, utile comunque a misurare fin dove può spingersi l’ambizione globale del calcio italiano.