United terremoto | Keane sogna Simeone, caos positivo a Old Trafford: Amorim va testato; il retroscena che incendia i tifosi
Diego Simeone (Lapresse) - Mondosportivo
Le parole arrivano nel pieno della discussione sulla continuità di Rúben Amorim, scelto per guidare lo United nel nuovo corso. In Inghilterra c’è chi chiede scosse immediate e chi invita alla pazienza, anche alla luce della linea di Sir Jim Ratcliffe: il portoghese, ha ribadito l’azionista, deve dimostrare il suo valore su un arco temporale ampio. In questo contesto Keane, intervistato al format “Stick in Football” di The Overlap, non chiude la porta al progetto Amorim, ma confessa un desiderio che ripete “da anni”: vedere Diego Pablo Simeone sulla panchina dei Red Devils.
“Caos positivo” e identità: perché Keane spinge per il Cholo
Keane parla di personalità, di percorso e di impatto immediato sullo spogliatoio. Nella sua visione, Simeone porterebbe un’energia dirompente capace di rimettere a fuoco principi semplici e duri: lotta su ogni pallone, linee corte, attenzione feroce ai dettagli difensivi. “Rivoluzionerebbe tutto”, dice, precisando che non esistono garanzie nel calcio ma che il profilo del Cholo gli sembra perfetto per trascinare l’ambiente fuori dalle incertezze. Il riferimento è all’Atlético Madrid degli ultimi anni: una squadra che concede poco, che resta competitiva anche nelle notti più difficili e che, come ricorda Keane, è capace di segnare “cinque gol al Real Madrid” e di mostrare spirito di battaglia pure in trasferta “a Liverpool”.
Il concetto di “caos positivo” non è uno slogan. Per Keane significa riportare pressione alta, intensità emotiva e regole chiare dentro lo spogliatoio: scelte nette, meritocrazia spinta, responsabilità condivise. L’Irlandese immagina uno United meno attendista e più aggressivo, con un allenatore che non teme le decisioni impopolari se servono a creare cultura di prestazione. È una visione che parla alla pancia dei tifosi, stanchi di alti e bassi e desiderosi di una guida magnetica capace di impostare un codice comportamentale riconoscibile.

Amorim “da testare”, i contratti e gli incastri: cosa può succedere davvero
Keane non delegittima Amorim. Anzi, chiarisce che lo United deve “dargli una chance”, perché cambiare continuamente tecnico non aiuta a costruire. Ma nella sua gerarchia ideale, se il club decidesse di voltare pagina, il primo nome resterebbe Simeone. Qui entra la parte più concreta del ragionamento: i contratti. Il Cholo è legato all’Atlético fino al 2027, la stessa scadenza indicata per Amorim. Non si parla, dunque, di una trattativa alle porte, bensì di un orizzonte possibile se la stagione a Old Trafford non imboccherà la direzione giusta e se tutte le parti coinvolte dovessero aprire uno spiraglio.
Nell’analisi di Keane spunta anche un dettaglio di mercato: il riferimento all’amico Andrea Berta, oggi all’Arsenal, a sottolineare quanto il network dei dirigenti si stia ridisegnando in Premier. È un modo per dire che, quando i piani alti cambiano, anche gli allenatori top diventano più “avvicinabili” di quanto sembri. Resta il dato: Simeone è tra i tecnici più pagati al mondo, con un peso specifico che obbliga a progetti forti, budget chiari e condivisione totale di metodi e obiettivi.
Dal punto di vista tecnico, il “pacchetto Simeone” è ben noto. Squadra corta, compattezza centrale, attacco all’uomo nei duelli chiave, ripartenze taglienti quando c’è spazio. Per Keane questo mix restituirebbe allo United una identità riconoscibile e una durezza che negli ultimi anni si è vista a tratti. In parallelo, il percorso di Amorim — modello proattivo, ibridi tra 4-3-3 e 3-4-3, costruzione dal basso — rappresenta una strada diversa, più orientata al controllo del gioco. Due filosofie che possono convivere nel dibattito, ma che portano a traiettorie opposte nel breve periodo.
Quello che cambia, dopo le parole di Keane, è il tono della discussione. Non siamo al “togli uno e metti l’altro”, bensì all’idea che lo United debba ritrovare una leadership fortissima in panchina, chiunque sia a occupare la sedia. Se Amorīm reggerà la pressione e porterà risultati, il tempo lavorerà per lui; se invece la stagione non decollerà, l’ipotesi di una figura carismatica alla Simeone tornerà prepotentemente nel discorso pubblico, spinta dal fascino di un allenatore che vive di intensità e di standard non negoziabili.
Il messaggio ai tifosi è chiaro. Keane chiede una squadra che torni a combattere pallone su pallone, a essere scomoda per gli avversari e orgogliosa del proprio modo di stare in campo. Che passi da Amorim o da Simeone, la direzione che immagina è quella di un Old Trafford che pretende e che, proprio per questo, sa accendere un motore emotivo capace di trascinare tutto l’ambiente. È il senso di quel “caos positivo”: scuotere per ricostruire, alzare l’intensità per ritrovare un’identità.
Per ora restano le parole, ma pesano. Perché arrivano da una bandiera che sa cosa significhi tenere un gruppo sul filo della tensione competitiva. E perché arrivano in un momento in cui ogni dichiarazione intorno allo United si trasforma in cartina di tornasole delle aspettative. Il cantiere è aperto: tra il pragmatismo di Amorim e la scossa immaginata da Keane con Simeone, lo United deve scegliere la strada che più somiglia alla sua storia. Il campo, come sempre, dirà il resto.
