Inter scossa Dumfries | “Ero inc****to per il cambio”, ora testa alla Roma: ruolo da quarto o quinto?; la frase che divide i tifosi
Dumfries (Lapresse) - Mondosportivo
Il laterale olandese, a Sportmediaset, ha spiegato con semplicità ciò che è successo a San Siro. La sostituzione nella vittoria contro la Cremonese non gli è andata giù nell’immediato, complice l’adrenalina della gara e la voglia di incidere fino all’ultimo minuto. “Al momento c’era l’emozione”, ha ammesso. Parole che raccontano l’istinto di un giocatore competitivo, ma anche la capacità di rimettere subito la bussola sul collettivo: archiviato l’episodio, l’obiettivo è preparare la prossima partita.
Il prossimo appuntamento, sottolinea Dumfries, pesa eccome. Dopo la pausa per le Nazionali l’Inter affronterà la Roma e l’esterno mette in chiaro la linea: “bisogna vincere, è una partita difficile”. È il segnale che nello spogliatoio si è scelto di trasformare la scintilla di nervosismo in energia utile, senza trascinare polemiche oltre la durata di una notte.
Quarto o quinto? “Per me è uguale”: l’olandese si dice a suo agio in entrambi i sistemi
Nelle sue parole c’è anche un capitolo tattico. Dumfries si definisce a proprio agio sia da terzino in una linea a quattro sia da esterno a cinque. Cambiano i compiti: a quattro “devo aspettare di più i momenti perché c’è un esterno davanti”, a cinque invece “sono più in area”. Ma la sostanza non cambia: “per me tutte e due sono uguali”. Un dettaglio importante, perché offre all’allenatore la possibilità di alternare moduli senza perdere profondità e spinta sulla corsia destra.
La versatilità, in effetti, è una costante nel suo percorso. Cresciuto giocando spesso a quattro con l’Olanda, Dumfries è diventato in Italia uno dei riferimenti della corsia in un sistema che richiede continui strappi senza palla, occupazione dell’area e pressione alta in uscita. Dire che “va bene tutto” non è diplomazia: è il modo per ribadire che il suo contributo prescinde dal disegno tattico, perché si fonda su corsa, impatto fisico e letture in transizione.

Testa alla Roma e spogliatoio compatto: dal cambio al focus sul campo
Il messaggio più rilevante, al netto dell’episodio con la Cremonese, è proprio questo: guardare avanti. Dumfries ha chiuso la parentesi con poche parole e ha rilanciato sul lavoro quotidiano. Lo spogliatoio sa che il calendario propone settimane impegnative e che i dettagli faranno la differenza. In partite come quella con la Roma, la capacità di scegliere i tempi della spinta e di raddoppiare con ordine sugli esterni avversari può spostare l’inerzia.
C’è poi un passaggio che fotografa bene l’umore del giocatore. Alla domanda sugli obiettivi con la Nazionale, Dumfries ha ricordato di essere decisivo non solo con le corse ma anche con i servizi ai compagni: “sono contento per gli assist”. In particolare ha citato il cross per Memphis Depay, trasformato in rete. È un tratto del suo gioco spesso sottovalutato: non solo gamba e profondità, ma pure palloni alti e tesi che diventano occasioni pulite.
Quando il discorso si sposta sulla classifica del suo girone con l’Olanda, l’esterno è netto: “noi guardiamo sempre a vincere”, respingendo l’idea di accontentarsi del secondo posto. È un modo di interpretare la competizione che si ritrova anche nell’Inter: mentalità proattiva, rifiuto dell’alibi e concentrazione sui tre punti. Anche qui, il ponte tra Nazionale e club non è solo tecnico ma culturale.
Sulla gestione delle emozioni, infine, Dumfries offre una piccola lezione di spogliatoio. Ammettere di essersi arrabbiato per una sostituzione non significa aprire un caso, ma normalizzare un sentimento comune tra calciatori che vogliono restare in campo. La differenza la fa ciò che succede dopo: trasformare quella carica in attenzione, disciplina e lavoro. In questo senso, il suo “ora guardiamo avanti” diventa una bussola anche per i compagni.
L’Inter, intanto, si gode un giocatore integro e pronto, capace di interpretare più ruoli e di offrire soluzioni immediate nei finali in cui servono corsa e cattiveria agonistica. Se la corsia destra è un’arma di questa squadra, è anche grazie alla disponibilità di Dumfries ad adattarsi ai piani gara senza perdere identità. L’episodio con la Cremonese resta un fotogramma: utile a capire quanto tenga alla maglia e quanto bruci uscire prima del novantesimo, ma insufficiente per spiegare il quadro completo.
Il quadro completo, oggi, dice: gruppo concentrato, obiettivi chiari e una partita da preparare con attenzione. La Roma è un banco di prova che richiede letture pulite e gestione dei duelli sugli esterni. Dumfries si candida a essere protagonista con la sua spinta e con quella continuità che spesso illumina la fascia destra nerazzurra. L’arrabbiatura è già acqua passata; la rotta, adesso, è fissata su ciò che conta davvero: i prossimi novanta minuti
