Scelta azzurra | Tresoldi: “Giocare nell’Italia è un obiettivo”, Gattuso lo tenta: nato a Cagliari e c’è pure la pista Argentina
Gennaro Gattuso - fonte Lapresse - mondosportivo.it
Nicolò Tresoldi, attaccante del Bruges e della Germania Under 21, apre alla possibilità di vestire la maglia dell’Italia: “la Nazionale maggiore è un obiettivo”. Il 2004 nato a Cagliari può scegliere tra più strade e racconta anche un legame speciale con il Milan, mentre sullo sfondo si muove l’interesse di Gennaro Gattuso.
Le sue parole accendono la fantasia dei tifosi italiani. Tresoldi spiega che sta bene nel suo percorso con l’Under 21 tedesca, ma non chiude affatto la porta all’Italia. L’azzurro, dice, resta un traguardo importante, qualcosa a cui pensa ogni volta che scende in campo e misura i propri progressi. L’idea è semplice: lavorare in club, crescere partita dopo partita e farsi trovare pronto se arriverà una chiamata. L’eventuale convocazione in prima squadra darebbe alla sua carriera una piega netta, perché cambierebbe lo status e lo porterebbe a compiere una scelta definitiva per il futuro internazionale.
La particolarità della sua storia è tutta nei documenti e nei ricordi. Tresoldi è nato a Cagliari nel 2004, è cresciuto calcisticamente in Germania e nel 2022 ha ottenuto il doppio passaporto. Questo gli consente di avere più opzioni regolamentari. Oggi gioca nel Bruges, dove ha iniziato a ritagliarsi spazio vero e a farsi notare anche nelle notti europee. Proprio una gara ad alta visibilità ha attirato gli occhi di Gennaro Gattuso, che lo ha osservato da vicino e ne ha parlato con stima: un segnale che pesa quando si ragiona di prospettive azzurre.
L’Italia chiama, ma non è l’unica: il nodo delle scelte e le regole
Nel suo racconto c’è anche la consapevolezza che la concorrenza in attacco, in Nazionale, è forte. Per questo Tresoldi non fa promesse, preferisce parlare di obiettivi e lavoro quotidiano. Sottolinea che, dal punto di vista regolamentare, una chiamata della Nazionale maggiore può cambiare il quadro: è la convocazione in prima squadra a fissare davvero il percorso internazionale. Finché questo non accade, la porta resta socchiusa e le ipotesi restano vive.
Non c’è solo il duello tra Italia e Germania nella sua testa. La famiglia gli apre una terza possibilità: la Argentina, grazie alle origini materne. È un dettaglio che aggiunge fascino alla sua situazione e rende più interessante il suo profilo in chiave mondiale. Ma Tresoldi frena gli entusiasmi e non alimenta telenovele: ribadisce che la priorità è giocare, segnare, migliorare. Le scelte arriveranno quando ci saranno sul tavolo chiamate concrete, non prima. Intanto, l’eco delle parole di Gattuso e i segnali che arrivano dallo staff azzurro lasciano intendere che il suo nome è diventato caldo.
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Dal sogno rossonero al presente in Belgio: identità, crescita e obiettivi
Dentro l’intervista spunta anche il lato più umano. Tresoldi confessa di essere cresciuto con il Milan nel cuore, di aver iniziato a giocare pensando a quel rosso e nero che lo ha accompagnato da bambino. Ammette che il sogno è un giorno lavorare con chi siederà su quella panchina, senza forzature, perché il calcio cambia in fretta e le carriere hanno bisogno di equilibrio. È un modo elegante per dire che le emozioni contano, ma che il presente si chiama Bruges e va onorato con prestazioni e crescita tecnica.
In Belgio il suo percorso ha imboccato una fase interessante. Le partite in campionato e in Europa offrono ritmo, contatti duri, difese organizzate: tutto quello che serve a un attaccante per affinare letture e movimenti. Tresoldi insiste su due concetti: intensità e continuità. L’intensità serve per emergere contro avversari esperti; la continuità trasforma i lampi in certezze. È esattamente ciò che le selezioni nazionali cercano prima di investire su un profilo giovane, specie in un ruolo in cui i dettagli — il primo controllo, il tempo dell’attacco alla profondità, l’istinto in area — fanno la differenza.
Il quadro complessivo, allora, è chiaro. L’Italia ha acceso un faro su di lui, la Germania lo considera un patrimonio dell’Under 21 e l’Argentina resta una suggestione concreta grazie alle origini. Il ragazzo non alza i toni, non parla di rivoluzioni, ma lascia filtrare la volontà di misurarsi al livello più alto. La frase che resta è quella iniziale: giocare nella Nazionale maggiore è un obiettivo. Detto così, sembra banale; in realtà, messo dentro la sua storia personale, suona come una promessa a se stesso.
Per i tifosi italiani, la chiave sta nel tempo. Se il rendimento al Bruges continuerà a salire e se dalle amichevoli o dalle gare ufficiali dovesse arrivare un segnale di Gattuso, la scelta di Tresoldi potrebbe prendere una direzione precisa. A quel punto contano i sentimenti, certo, ma contano soprattutto le prospettive tecniche: minuti, ruolo, fiducia. Fino ad allora il suo percorso resterà un equilibrio tra radici e ambizioni, tra la città in cui è nato e i campi che lo hanno cresciuto. L’azzurro, però, non è più un’ipotesi remota. È un orizzonte realistico, legato al presente e a quanto saprà incidere nelle prossime settimane.
Così l’intervista diventa lo scatto che mette a fuoco un ragazzo del 2004 con tre strade davanti e un’idea fissa in testa. L’Italia lo attrae, la Germania lo coccola, l’Argentina lo aspetta se vorrà. Il resto lo diranno i gol, gli allenamenti, le convocazioni. Oggi, intanto, un messaggio è arrivato forte: se l’Italia chiama, Tresoldi è pronto ad ascoltare.
