Serie A, svolta orari | Partite serali cambiano definitivamente: si gioca molto più presto
Serie A (Lapresse) - Mondosportivo
Dal tradizionale 20.45 a un calcio d’inizio più “family friendly”: l’idea prende quota nei tavoli con club ed emittenti
La Lega Serie A ha avviato i colloqui per anticipare l’orario delle partite serali alle 20, con l’obiettivo di sperimentare già in questa stagione un evento pilota. L’indiscrezione, riportata dal “Corriere della Sera” e rilanciata da più testate, intercetta un tema sentito da tifosi, famiglie e addetti ai lavori: chiudere le gare un po’ prima per agevolare chi va allo stadio, chi rientra con i mezzi pubblici e chi il giorno dopo ha scuola o lavoro. Il cambio di abitudine rispetto al classico 20.45 sarebbe minimo ma significativo, e potrebbe diventare strutturale se i primi riscontri fossero positivi.
La mossa arriva dopo settimane di riflessioni interne e di segnali pubblici. Già in estate, la nuova governance della Lega aveva aperto alla possibilità di rivedere alcune finestre televisive per renderle più sostenibili, e negli ultimi giorni anche allenatori di primo piano hanno rimesso il tema al centro del dibattito. L’idea è semplice: anticipare il fischio d’inizio di 45 minuti senza toccare il resto del palinsesto, in modo da preservare il valore dei diritti tv e, allo stesso tempo, migliorare l’esperienza degli spettatori. La strada è quella dei piccoli passi, con una serata campione per misurare ascolti, affluenza e impatto logistico.
Perché l’anticipo alle 20 può cambiare le abitudini
Il 20.45 è un’icona del calcio italiano, ma non è un dogma. Negli anni scorsi si è già scesi a 20.30 in alcune occasioni e in altri campionati europei la forbice serale oscilla da tempo. L’anticipo alle 20 offre vantaggi concreti: rientro più semplice per chi viaggia in treno o con autobus e metropolitane, tempi di deflusso più ordinati per le forze dell’ordine, maggiore accessibilità alle famiglie con bambini e, in generale, una fruizione meno “notturna” nei giorni feriali. Sul fronte televisivo, inoltre, un kickoff più precoce può spingere una platea che oggi rinuncia al live e recupera in differita.
I tavoli aperti dalla Lega coinvolgono club, broadcaster e autorità locali. Gli equilibri sono delicati, perché la griglia oraria è il cuore dell’accordo con le emittenti e l’anticipo deve incastrarsi con i blocchi pubblicitari, i pre e i post partita e gli altri eventi in palinsesto. C’è poi il tema sportivo: chi gioca in Europa chiede tempi adeguati di recupero e spostamenti compatibili, specie in settimane compresse dai turni infrasettimanali. Per questo la via prescelta è un test controllato su una o più gare, magari in un weekend di cartello o in un turno infrasettimanale, con indicatori chiari da monitorare tra stadio e tv.
Shoutout to the cameraman for this angle of Nico Paz’s goal #ComoJuve pic.twitter.com/5015B5xwwL
— Lega Serie A (@SerieA_EN) October 21, 2025
Prove generali già nel 2025-26: cosa può succedere adesso
Secondo quanto emerge, c’è fiducia nella possibilità di un evento pilota già entro la stagione in corso. Nulla di eclatante o calato dall’alto, ma una prova sul campo per raccogliere dati oggettivi: tempi di accesso e deflusso, uso dei mezzi pubblici, andamento degli ascolti, feedback di famiglie e abbonati. Se l’esperimento dovesse funzionare, la Lega valuterà un’estensione più ampia nella seconda parte del campionato o, in alternativa, un calendario ibrido che mantenga il 20.45 per alcuni slot e porti alle 20 altri appuntamenti selezionati.
Restano da sciogliere i nodi legati alla compatibilità con i calendari UEFA, ai vincoli contrattuali con i broadcaster e alla stagionalità. Nei mesi invernali l’anticipo serale può attenuare il freddo più intenso sugli spalti, mentre in primavera-estate potrebbe incidere sulla sovrapposizione con grandi eventi extrasportivi. L’orientamento, ad oggi, è procedere per step, evitando strappi e privilegiando il dialogo. La sensazione è che il vento sia cambiato: la Serie A cerca una misura più vicina ai ritmi del pubblico senza snaturare il prodotto. Un aggiustamento di 45 minuti potrebbe diventare il nuovo standard se il test convincerà tutti gli attori in campo, riportando allo stadio quella fascia di tifosi che negli ultimi anni ha faticato a conciliare passione e orari troppo tardivi.
