Ultim’ora Juventus | Tudor esonerato: tre allenatori pronte a subentrare
Tudor (Lapresse) - Mondosportivo
Dopo settimane complicate e risultati sotto le attese, in casa Juve si valuta il futuro di Igor Tudor: il tecnico non molla, ma il club riflette su un possibile cambio di rotta
AGGIORNAMENTO DELLE 12.13: La notizia è arrivata proprio in questi minuti: Igor Tudor è stato esonerato dalla Juventus. Si attendono novità ufficiali sul futuro della panchina.
Alla Continassa l’aria è pesante. La Juventus non riesce a svoltare e la striscia di gare senza vittoria ha acceso il dibattito interno: confermare Tudor o cambiare guida tecnica per dare una scossa immediata? Il croato, nel dopo partita, ha ribadito che non ha intenzione di dimettersi e che i “passi indietro non si fanno”, ma la società ha avviato una riflessione profonda. Il tema non è solo emotivo: riguarda obiettivi, tempi e la sensazione che la squadra fatichi a seguire il piano gara per tutti i novanta minuti.
La posizione dell’allenatore, dunque, resta in bilico. Non è un processo sommario: la dirigenza sta valutando pro e contro di ogni scenario. Da una parte c’è la volontà di difendere il lavoro iniziato, evitare scosse nel mezzo della stagione e proteggere un gruppo che ha bisogno di certezze; dall’altra, la tentazione di cambiare registro per rimettere benzina mentale dentro lo spogliatoio e sfruttare la pausa per ripartire con idee fresche.
Il bivio tecnico: conferma con correttivi o cambio immediato
Restare con Tudor significa blindare lo spogliatoio attorno a un principio: responsabilità condivise e continuità di progetto. La Juve, con il croato, ha mostrato tratti di gioco riconoscibili a tratti, ma è mancata nella costanza e nella qualità dell’ultimo passaggio. La lettura del club è che si possa intervenire su dettagli pratici: gestione dei momenti, cambi più tempestivi, maggiore protezione dell’area quando la squadra si allunga. È la strada della pazienza, che conta su una reazione dei leader e su un calendario che, a breve, può offrire partite utili a ricostruire fiducia.
La strada del cambio, invece, punterebbe a una frattura positiva. Chi subentra porta sempre due cose: idee nuove e un azzeramento delle gerarchie. È l’effetto “reset” che spesso in Serie A fa la differenza nel breve periodo. Ma ogni rivoluzione ha un costo: serve tempo per trasmettere principi, bisogna accettare qualche scossone iniziale e, soprattutto, occorre che il nuovo allenatore sia compatibile con la rosa esistente, senza chiedere rivoluzioni di mercato impossibili a stagione in corso.
#Tudor 6 mesi fa:
Alla #Juventus conta solo VincereTudor oggi ha il Mazzari-Virus: ALIBI
Colpa del Calendario
Colpa della Stanchezza
Colpa degli Arbitri
Sempre ottime PrestazioniÈ un Uomo Solo,Sfiduciato
È un Mister col Timer
Mi Dispiace vederlo cosipic.twitter.com/CIKEAjwPKv
— K!NO (@Kino16K) October 21, 2025
Le alternative sul tavolo: profili, stile e impatto sulla rosa
Nella short list bianconera circolano tre nomi con tratti molto diversi. Raffaele Palladino rappresenta l’idea di freschezza: organizzazione, aggressività controllata, lavoro sui dettagli settimanali, grande attenzione alla pulizia tecnica delle uscite e alle connessioni tra reparti. Il suo punto forte sarebbe la capacità di dare principi chiari e leggibili, con una squadra corta e linee vicine. Rischio? Servirebbe tempo per cucire la rosa ai suoi automatismi, soprattutto sugli esterni e nelle rotazioni tra mezzali e punta.
Luciano Spalletti incarna l’opzione dell’impatto immediato sulla qualità del possesso. Le sue squadre gestiscono il pallone per creare superiorità e arrivo in area con tanti uomini. La Juve trarrebbe beneficio in termini di ordine e continuità nell’attacco posizionale, con compiti chiari per centrocampisti e terzini. Il rovescio della medaglia è che servirebbe una condizione mentale perfetta per reggere i ritmi e la concentrazione che la sua metodologia richiede ogni tre giorni.
Il terzo profilo è quello dell’allenatore “ponte” capace di accendere subito la spina dal punto di vista emotivo e difensivo. Un tecnico pratico, più attento ai duelli e ai dettagli senza palla, utile se la priorità è rimettere in linea i risultati e portare la squadra al traguardo stagionale con il minimo degli scossoni. È l’ipotesi più tattica e meno ideologica: pochi concetti, eseguiti bene, e un vestito aderente all’organico attuale.
Qualunque scelta verrà fatta, il cuore della questione resta la squadra. Il reparto offensivo deve aumentare peso specifico in area, i centrocampisti devono alzare la velocità di pensiero sull’uscita dal primo pressing, la linea difensiva va protetta meglio quando i ritmi si alzano. Con Tudor o con un nuovo tecnico, questi saranno i mattoni su cui ricostruire. La rosa ha qualità, ma serve un filo logico più stabile tra i reparti per evitare i blackout che hanno segnato le ultime gare.
Nelle prossime ore il club continuerà a monitorare umori e prestazioni, con un occhio alla classifica e l’altro agli obiettivi minimi della stagione. Se i segnali dal campo cambieranno verso, la Juve può ancora raddrizzare il percorso senza strappi. Se invece la spirale resterà negativa, la dirigenza dovrà prendersi la responsabilità di un intervento deciso. Tudor, dal canto suo, non alza bandiera bianca: vuole giocarsi le sue carte fino in fondo e pretende una risposta dal gruppo. La partita, più che sulla lavagna tattica, si gioca nella testa e nelle gambe: continuità, intensità e coraggio. È qui che passerà il futuro della panchina bianconera.
