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Svolta negata | Nessuna chiamata dalla Juventus: è saltata la trattativa

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Juventus (Lapresse) - mondosportivo

Contatti smentiti con la Juventus e focus sulla corsa salvezza: priorità al presente, niente distrazioni.

Marco Ottolini mette il punto. Il direttore sportivo del Genoa è stato accostato con insistenza alla Juventus nelle ultime settimane, ma davanti ai microfoni ha chiuso il tema con parole semplici: nessuna chiamata ricevuta, testa solo al Grifone. Un messaggio chiaro al gruppo, alla piazza e a chi, fuori, immaginava un imminente valzer di dirigenti. La linea è tracciata: prima si mette in sicurezza la stagione, poi si parlerà del resto.

Il dirigente ha ribadito il concetto più volte: contano i risultati, non i rumors. Le energie del club devono stare tutte sul campo, perché la Serie A non aspetta e la lotta per la salvezza richiede lucidità, nervi saldi e zero alibi. Anche quando gli episodi girano male – vedi il rigore pesante sbagliato dall’avversario di turno e le polemiche del dopo gara – la bussola resta puntata sul lavoro quotidiano. Niente distrazioni, niente scorciatoie narrative: il Genoa deve marciare unito.

Parole pesanti per lo spogliatoio: perché contano adesso

In un campionato dove i dettagli fanno la differenza, la posizione pubblica del direttore sportivo diventa parte della strategia. Negare contatti e ribadire l’obiettivo salvezza non è solo una precisazione mediatica: è un segnale interno. Lo staff tecnico chiede stabilità, i giocatori pretendono chiarezza, l’ambiente vuole certezze. Dire “nessuna chiamata dalla Juventus” significa togliere rumore di fondo a chi scende in campo e ha bisogno di una società compatta alle spalle.

Il riferimento continuo al presente serve anche a proteggere la squadra nei momenti più complicati, quando un episodio condiziona l’inerzia e i giudizi rischiano di diventare estremi. La gestione delle pressioni passa da qui: responsabilizzare il gruppo, difendere le scelte tecniche, alimentare la fame nei novanta minuti. La rosa del Genoa, giovane in alcuni snodi e matura in altri, può reggere la tempesta se percepisce che il club è un blocco unico, senza zone grigie o distrazioni extra.

 

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Mercato, scenari e cosa può succedere da qui a gennaio

Le parole di Ottolini non chiudono per sempre ogni discorso, ma dettano i tempi. Il primo orizzonte è il campo: fare punti, riordinare la classifica, arrivare alla sosta con ossigeno. Solo dopo, e solo se le condizioni lo permetteranno, si potrà ragionare sui rinforzi mirati. L’idea è sempre la stessa: funzionalità al progetto tecnico, sostenibilità economica e attenzione ai profili che diano subito una spinta in termini di intensità e qualità. Niente colpi di scena per riempire titoli: meglio poche mosse, ma giuste.

La smentita sull’asse con la Juventus, però, non spegne l’eco intorno al dirigente. Nel calcio moderno i fronti cambiano in fretta, e un no di oggi può diventare un “vediamo” domani se il percorso stagionale lo suggerirà. Per questo la scelta di Ottolini di “blindarsi” sul Genoa assume anche un altro significato: mette il club in posizione di forza, rafforza la credibilità del progetto e rimanda ogni altra discussione a quando il calendario lo consentirà. Nel frattempo, il messaggio resta limpido: il Genoa viene prima di tutto.

Dal punto di vista della squadra, l’effetto pratico è immediato. Sapere che il direttore sportivo è concentrato esclusivamente sull’obiettivo stagionale riduce il chiacchiericcio, rende più nette le responsabilità e dà al tecnico una cornice stabile per lavorare su moduli, scelte e gerarchie. In partite tirate, dove un episodio decide il risultato, la differenza la fa spesso la tenuta mentale. Ed è qui che una linea societaria chiara può trasformarsi in punti.

Resta la curiosità su come evolverà la situazione nelle prossime settimane. Il mercato d’inverno è corto, caro e spietato: serve arrivarci con idee chiare e margini operativi. Il Genoa, con una dirigenza compatta e un ds che ha scelto di tagliare il rumore esterno, può permettersi di pianificare con più serenità. Se poi arriveranno smentite o conferme definitive, lo diranno i fatti. Oggi, l’unica agenda è la salvezza. Il resto è solo contorno.