Roma stipendi choc | Dybala irraggiungibile, Svilar scala posizioni; i numeri che fanno discutere
Dybala (Lapresse) - Mondosportivo
Dietro Dybala si apre un altro livello, popolato dai pilastri della rosa. Qui rientrano i profili che danno struttura alla squadra: i difensori di riferimento, il capitano, i centrocampisti che reggono ritmo e fisicità. Sono ingaggi importanti ma decisamente più bassi rispetto a quelli della Joya, a testimoniare una piramide salariale piuttosto netta, con una prima vetta molto alta e poi gradini più ravvicinati. È una scelta che ha una logica: pagare al massimo l’uomo-franchigia e mantenere sostenibile il resto dell’organico.
Svilar su, ruolo e contratto: come è cambiato il peso del portiere
Il nome nuovo nella mappa degli stipendi è Mile Svilar. Il portiere ha scalato posizioni grazie a un percorso fatto di prestazioni pesanti e di una continuità ritrovata che lo ha promosso titolare a tutti gli effetti. Quando un portiere diventa decisivo, il suo valore cresce in fretta: contano le parate “che danno punti”, la gestione dell’area, il gioco con i piedi nelle uscite dal basso. È quello che è successo al serbo, che oggi pesa di più anche a bilancio perché è diventato un asset tecnico vero, non più una semplice alternativa.
L’aumento di status di Svilar risponde anche a un principio sportivo chiaro: ruolo e responsabilità devono avere un riconoscimento economico coerente. In una squadra che punta a ridurre i gol evitabili e a costruire dal basso con coraggio, il numero uno è una pedina strategica. Per questo la crescita del suo ingaggio va letta dentro il cambio di ruolo, non come un extra privo di copertura: la Roma ha deciso di blindare una posizione chiave, investendo su un profilo giovane ma già determinante.
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La piramide degli ingaggi: perché la forbice è così larga e cosa comporta
Guardando la distribuzione del monte salari, colpisce la distanza tra il primo posto e il resto del gruppo. Non è un’anomalia assoluta: succede spesso quando una rosa ha un fuoriclasse riconosciuto e una base ampia di titolari e prime riserve su livelli simili. Il vantaggio è duplice. Da un lato, si premia l’eccellenza, trattenendo in rosa un campione che altrimenti sarebbe nel mirino dei top club; dall’altro, si evita di alzare indiscriminatamente tutti gli stipendi, mantenendo margini per manovrare in futuro senza soffocare i conti.
Questa scelta, però, chiede governo interno molto attento. Quando il leader guadagna tanto più degli altri, lo spogliatoio dev’essere compatto e le comunicazioni chiare: bonus legati a obiettivi, premi per presenze e risultati, riconoscimenti mirati a chi incide. È qui che entrano in gioco il lavoro della dirigenza e quello dell’allenatore, chiamati a far percepire a tutti la coerenza del progetto. La Roma, da questo punto di vista, ha impostato una griglia che premia centralità tecnica, continuità e leadership, tenendo sotto controllo gli scatti economici fuori scala.
C’è poi il tema delle nuove entrate. Ogni innesto va calato dentro la piramide senza rompere gli equilibri: chi arriva deve avere un ingaggio allineato al proprio ruolo atteso, con una struttura che consenta di crescere nel tempo se il rendimento lo giustifica. È il modo più efficace per evitare un “effetto bolla” e per non ritrovarsi, tra una stagione e l’altra, con un monte stipendi che corre più dei risultati.
Il caso Dybala resta il perno di tutto. Il suo stipendio alto è la scommessa consapevole su un campione che, quando sta bene, sposta veramente l’asticella. La distanza dal resto della rosa non è solo una questione di numeri, ma il segno di una scelta tecnica e identitaria: attorno a lui si costruisce la produzione offensiva, si regge la qualità tra le linee e si portano in dote gol, assist e pericolosità sui calci piazzati. Per questo nessuno, ad oggi, lo avvicina davvero nelle cifre.
All’altro capo, la risalita di Svilar è la storia di un investimento che matura. Da alternativa a titolare, da promessa a certezza: la crescita economica va di pari passo con quella tecnica. E il messaggio per la rosa è limpido: chi spinge e diventa decisivo viene premiato. È il tipo di segnale che tiene alto il livello competitivo in allenamento e che crea una cultura in cui il merito ha ricadute concrete.
La Roma oggi ha una scala stipendi con un vertice altissimo e una base larga ma ordinata. L’equilibrio si regge su due cardini: riconoscere il valore di chi fa la differenza e non perdere di vista la sostenibilità. Dybala resta irraggiungibile per tutti gli altri; Svilar, grazie al campo, ha guadagnato quota e rispetto. Tra questi due estremi si muove una rosa che prova a crescere senza strappi, tenendo insieme qualità, risultati e attenzione ai conti. È la strada più difficile, ma anche l’unica che permette di restare competitivi stagione dopo stagione.
