Inter stipendi record | la squadra più costosa d’Italia, Lautaro stacca tutti; la curiosità che sorprende i tifosi
Lautaro Martinez (Lapresse) - Mondosportivo
Il monte stipendi nerazzurro per la stagione in corso è di 136,2 milioni lordi, pari a 80,5 milioni netti, bonus esclusi. Dentro questi numeri convivono rinnovi pesanti, conferme strategiche e l’effetto di alcune agevolazioni fiscali. È il caso di Marcus Thuram: pur stando più in basso nella tabella lorda, grazie al Decreto Crescita l’attaccante francese percepisce la stessa cifra netta di Calhanoglu, un dettaglio che spiega come talvolta la classifica “reale” degli stipendi cambi quando si passa dal lordo al netto.
Scendendo lungo la graduatoria si trovano conferme importanti come Federico Dimarco e Stefan de Vrij, seguiti da nuovi e “nuovissimi” volti. Tra questi spicca il dato su Manuel Akanji, indicato tra gli innesti con l’ingaggio più alto pur occupando soltanto il nono posto assoluto nella rosa, un segnale di equilibrio nella distribuzione dei costi. Più sotto, ma con peso tecnico crescente, ecco Davide Frattesi e Denzel Dumfries, quindi veterani di rendimento come Henrikh Mkhitaryan. La pancia della rosa, insomma, resta ampia e competitiva.
Lautaro, Barella, Calhanoglu: perché i “big” pesano anche a bilancio
Il capitano Lautaro Martínez vale 16,7 milioni lordi (9 netti) e guida la classifica interista. Alle sue spalle Barella è a 12 lordi (6,5 netti), mentre Calhanoglu tocca 11,1 lordi (6 netti) e Bastoni 10,2 lordi (5,5 netti). Sono le quattro facce del progetto: gol e leadership del capitano, qualità totale e pressing del numero 23, regia moderna del turco, costruzione dal basso e aggressività del centrale mancino. Non stupisce che il club abbia ancorato i propri investimenti agli uomini-chiave che definiscono stile e risultati dell’Inter contemporanea.
Dietro il quartetto, il primo “nuovo” della lista è Piotr Zielinski con 8,3 lordi (4,5 netti), innesto funzionale per aggiungere creatività alla catena di sinistra e alternative tra mezzala e rifinitura. Il citato Thuram viaggia a 7,7 lordi ma 6 netti grazie al regime agevolato, poi Dimarco a 7,4 lordi (4 netti) e de Vrij a 7 lordi (3,8 netti). Sotto questa soglia si muove il gruppo che dà profondità: Akanji 6,5 lordi (3,5 netti), Frattesi 5,2 lordi (2,8 netti) e Dumfries 5,1 lordi (4 netti), quindi Mkhitaryan 4,9 lordi (3,8 netti). È il “cuore” che permette a Inzaghi di ruotare senza perdere identità.
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La lunga coda: portieri, giovani e nuovi profili che crescono
La fascia centrale del monte ingaggi è completata da pedine utili e prospetti. Luis Henrique sta a 3,9 lordi (2,1 netti), mentre i 2004 Ange-Yoan Bonny e Andy Diouf sono a 3,7 lordi (2 netti), cifre che raccontano investimento e fiducia sul medio periodo. Tra i portieri, Yann Sommer e Matteo Darmian figurano a 3,2 lordi (2,5 netti), una quota coerente col peso in campo e con l’esperienza. Più giù, a 2,8 lordi (1,5 netti), trovano posto Francesco Acerbi, il collega di reparto Josep Martínez e Petar Sucic, mentre Yann Aurel Bisseck è a 2 lordi (1,5 netti) e il giovane Francesco Pio Esposito a 1,9 lordi (1 netto).
Chiudono la graduatoria Carlos Augusto a 2,8 lordi (2,2 netti) e Tomas Palacios a 1,1 lordi (0,6 netti), con il terzo portiere Raffaele Di Gennaro che incide per 0,3 lordi (0,2 netti). È un finale che pesa poco sul bilancio ma molto sulla quotidianità di Appiano: questi profili reggono allenamenti, rotazioni e gestione dell’intensità fra campionato e coppe. Nel complesso, la piramide dei compensi è abbastanza razionale: pochi top molto sopra la media e una base larga che contiene i costi pur garantendo affidabilità.
Un passaggio merita ancora Thuram. La “curiosità fiscale” del Decreto Crescita fa sì che il suo netto sia identico a quello di Calhanoglu pur con un lordo più basso. Qui si vede come la normativa incida nella costruzione degli organici e come certe operazioni diventino non solo tecniche, ma anche di contabilità creativa entro le regole. Per un club che vuole restare al vertice senza perdere sostenibilità, sfruttare gli strumenti disponibili è parte del gioco, esattamente come scegliere i profili giusti da mettere accanto ai leader.
Il messaggio finale è netto: l’Inter investe forte sui suoi riferimenti e mette a bilancio cifre da primato per restare competitiva su tutti i fronti. Lautaro guida per stipendio e per impatto, Barella, Calhanoglu e Bastoni tengono alta la qualità media, mentre il resto della rosa porta equilibrio tra esperienza e futuro. Se i conti diranno la loro a fine stagione, oggi dicono già questo: i nerazzurri sono la squadra più costosa d’Italia e hanno scelto di pagare il massimo dove ritengono che faccia davvero la differenza.
