Inter, Mkhitaryan accende il nuovo corso: “Con Chivu siamo rinati”
Mkhitaryan (Lapresse) - Mondosportivo
L’Inter secondo Henrikh Mkhitaryan è una squadra che ha ritrovato energia, idee e ritmo. Nell’intervista pubblicata oggi, il veterano nerazzurro descrive un gruppo che con l’arrivo di Cristian Chivu ha cambiato pelle: meno palleggio sterile e più corse in avanti, attacchi rapidi, transizioni cercate con convinzione. “Siamo rinati con Chivu”, è la frase che riassume il suo pensiero, accompagnata da un’altra immagine chiara: i nerazzurri sono “vicini a fare clic”, a quel salto mentale che trasforma una buona squadra in una squadra dominante.
Il riferimento è sia tattico sia psicologico. Mkhitaryan sottolinea come il nuovo allenatore abbia aiutato i giocatori a voltare pagina rispetto alla scorsa stagione, insistendo su intensità, cura dei dettagli e partecipazione di tutti. Gli allenamenti, racconta, sono meticolosi e anche “duri” al punto giusto: tengono alta l’attenzione e si riflettono nella partita, dove l’Inter prova a essere più verticale, più aggressiva e più rapida a chiudere l’azione.
Il messaggio ai giovani: “Servono i vostri gol”
C’è un passaggio che colpisce più di altri: l’armeno rivela di aver detto a Pio Esposito e a Yann Bisseck Bonny di essere più egoisti negli ultimi metri. Non per mancanza di spirito collettivo, ma perché gli attaccanti vengono giudicati soprattutto dai gol. “Siete voi che dovete farci vincere”, è la sintesi del suo monito. Allo stesso tempo, Mkhitaryan invita tutti a proteggere Esposito, talento giovane su cui non scaricare eccessiva pressione: il percorso di crescita richiede tempo e l’ambiente deve accompagnarlo con equilibrio.
Nel discorso rientrano anche i nuovi innesti e i profili di prospettiva: la sensazione è che Chivu voglia tenere la rosa ampia e competitiva, facendo ruotare gli interpreti a seconda delle partite e degli avversari. Qui il ruolo dei “senatori” come Mkhitaryan diventa fondamentale: dare strada a chi spinge, accettare anche minutaggi più ridotti quando serve, e alzare l’asticella negli allenamenti, dove—spiega—si vincono molte delle battaglie che poi si vedono la domenica.

Il tocco di Chivu: dettagli, coraggio e identità
Rispetto al recente passato, l’Inter secondo Mkhitaryan è meno prevedibile. Chivu accetta l’idea che in attacco serva una quota di imprevedibilità e che l’aggressività senza palla sia la prima arma per riprendersi il pallone. Non è una rivoluzione gridata, ma un lavoro quotidiano sulla mentalità e sulla qualità del primo passaggio verticale, che consente di attaccare più velocemente gli spazi.
L’armeno insiste su un concetto: sono i dettagli a cambiare il livello. La distanza tra reparti in pressione, la postura del corpo prima del controllo, i tempi del cambio gioco. Chivu—racconta—è meticoloso su tutto questo e pretende applicazione, ma in cambio dà responsabilità e fiducia. È così che lo spogliatoio ha ritrovato compattezza, con l’obiettivo dichiarato di riportare a casa ciò che è sfuggito: la corsa allo scudetto torna un traguardo concreto, purché arrivi quel “clic” di cui parla Mkhitaryan.
Il messaggio finale è semplice e diretto: l’Inter c’è, e sente di essere a un passo dal proprio massimo. Se gli attaccanti alzeranno la cifra realizzativa e la squadra manterrà la stessa fame negli allenamenti, il nuovo corso potrà davvero decollare. Parola di un leader silenzioso, che vede nel lavoro di Chivu la scintilla giusta per fare la differenza nei momenti chiave della stagione.
