Col senno di poi, Preben Elkjaer è stato assolutamente fondamentale per una pagina storica del calcio italiano: lo Scudetto vinto dal Verona nel 1985. Nonostante non fosse stato lui il capocannoniere scaligero in quella stagione, il suo impatto – come quello di Briegel – spostò gli equilibri. Ma avrebbe potuto non verificarsi: scopriamo perché.
Possente centravanti rivelatosi al mondo in occasione degli Europei 1984, Preben Elkjaer Larsen era rimasto lontano dalle grandi ribalte a livello di club. Classe 1957, mosse i primi passi nel Vanløse. A 20 anni fu ingaggiato dal Colonia, dove ebbe un pessimo rapporto con l’allenatore Hennes Weisweiler: il danese non brillava – eufemismo – per vita morigerata e bruciò l’occasione. Il club tedesco lo vendette ai belgi del Lokeren, in cui trovò la sua dimensione.
Gol a grappoli – 109 in 232 gare ufficiali – e 6 stagioni consecutive in doppia cifra ne fecero uno degli stranieri più apprezzati della Division I. Il suo nome cominciò a circolare a livello internazionale non solo per la prolificità, ma pure per lo stile di gioco arrembante e un appellativo emblematico: “Il pazzo da Lokeren“. Il ruolo di primo piano nell’emergente Nazionale danese fecero il resto.
Arriviamo allo snodo cruciale. Nell’estate del 1984, dopo l’ottimo Europeo che aveva visto la Danimarca spingersi fino alle semifinali, il nome di Elkjaer era tra i più gettonati del calciomercato. Tutti sanno che fu tra gli artefici della favola Verona 1984-85. In realtà, ci è mancato veramente poco affinché tutto questo non accadesse.
Il motivo? Il forte interessamento da parte di Francis Borelli, presidente del Paris Saint-Germain, rimasto impressionato dal danese durante la citata rassegna continentale ospitata dalla Francia. Insieme a Elkjaer, sul taccuino di Borelli un altro attaccante di stanza in Belgio: il 22enne austriaco Richard Niederbacher, militante nel Waregem che in quegli anni era tra i club belgi più in vista e aveva affrontato il PSG in amichevole. Borelli, infine, si convinse: “Prendo Niederbacher, perché ha segnato più gol nell’ultimo campionato ed è più giovane rispetto a Elkjaer“.
Il campo, nel calcio, costituisce spesso il giudice supremo. E raccontò che Elkjaer fece faville in Italia, scrivendo una pagina mitica a Verona e non solo, finendo per due volte consecutive sul podio del Pallone d’Oro.
Niederbacher fallì nella Capitale, dopo aver fatto ben sperare nelle amichevoli estive. Appena 5 i gol segnati e Parigi lasciata dopo un solo anno prima di ritornare al rango di discreto attaccante: di nuovo nel Waregem.